Addio Reddito di cittadinanza, in arrivo Garanzia per l'Inclusione e due nuove misure di welfare
In vista dell'abolizione del Reddito di cittadinanza a partire dal 2024, il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali è a lavoro per definire i nuovi strumenti che prenderanno il posto del vecchio sussidio. Nelle prossime settimane, infatti, dovrebbe approdare in Consiglio dei Ministri il decreto legge Lavoro che introduce tre nuove misure di welfare: GIL, PAL e GAL.
Reddito di cittadinanza, le nuove regole nella legge di Bilancio 2023
A differenza di quanto prospettato nei mesi scorsi, non sarebbe la Misura per l’Inclusione Attiva (MIA) a sostituire il Reddito di cittadinanza, bensì la Garanzia per l’Inclusione (GIL): un nuovo aiuto economico previsto dal decreto Lavoro, caratterizzato da requisiti Isee diversi e più restrittivi rispetto alla precedente aiuto.
Secondo le prime anticipazioni di stampa, parallelamente a GIL dovrebbero prendere forma anche due nuovi strumenti di sostegno che prevedono l’erogazione di importi più bassi, cioé la Prestazione di accompagnamento al lavoro (PAL) e la Garanzia per l'attivazione lavorativa (GAL).
Ecco una guida ai nuovi strumenti che dal prossimo anno dovrebbero rappresentare i tre principali assi per favorire l'occupazione in Italia e contrastare le difficoltà economiche delle famiglie, aggravate dal caro energia legato al conflitto Russia-Ucraina.
Dal Reddito di cittadinanza alla Garanzia per l'Inclusione
Come per il Reddito di cittadinanza, anche la Garanzia per l'Inclusione dovrebbe essere riconosciuta alle famiglie e non ai singoli cittadini.
Per poter richiedere il sussidio nei nuclei familiari dovrebbe essere presente almeno un componente con disabilità, un minore, un soggetto con almeno 60 anni o con una patologia riconosciuta per l’accesso all’assegno di invalidità civile, anche temporaneo.
Inoltre, per ottenere l’aiuto economico le famiglie dovrebbero possedere congiuntamente un valore dell'ISEE non superiore ai 7.200 euro e un valore del reddito familiare inferiore a 6.000 euro annui, soglia da incrementare in base al numero di componenti della famiglia.
Tra i parametri di riferimento da rispettare ci sarebbero anche:
- un valore del patrimonio immobiliare, in Italia e all'estero, come definito ai fini ISEE, diverso dalla casa di abitazione, non superiore a 30.000 euro;
- un valore del patrimonio mobiliare, come definito ai fini ISEE, non superiore a una soglia di euro 6.000, accresciuta di euro 2.000 per ogni componente il nucleo familiare successivo al primo, fino a un massimo di euro 10.000, incrementato di ulteriori euro 1.000 per ogni minorenne successivo al secondo.
Il beneficio previsto dalla Gil dovrebbe essere pari a 6.000 euro l'anno, vale a dire 500 euro al mese moltiplicata per il corrispondente parametro della scala di equivalenza. Il sussidio potrebbe essere integrato fino a 3.360 euro - cioè 280 euro extra al mese - come contributo affitto.
Il sussidio dovrebbe essere erogato mensilmente per un periodo continuativo non superiore a 18 mesi e potrebbe essere rinnovato, previa sospensione di un mese, per periodi ulteriori di 12 mesi.
Non solo GIL, in arrivo Prestazione di accompagnamento al lavoro e Garanzia per l'attivazione lavorativa
Parallelamente alla GIL, il decreto Lavoro dovrebbe prevedere anche l’introduzione di due nuove misure che danno diritto a un'indennità di 350 euro al mese.
La prima è la Prestazione di accompagnamento al lavoro (PAL), una misura transitoria prevista da settembre 2023 e fruibile fino alla fine dell'anno.
I potenziali beneficiari del PAL sarebbero gli 'occupabili' che attualmente percepiscono il Reddito di cittadinanza e che, al momento della scadenza dei 7 mesi di fruizione del sussidio previsti dalla Legge di Bilancio 2023, hanno sottoscritto il Patto per il lavoro e sono inseriti in misure di politica attiva del lavoro. Questi soggetti, quindi, dovrebbero continuare a ricevere un aiuto economico ma con importi inferiori.
L’altra è la Garanzia per l’attivazione lavorativa (GAL), destinata a coloro che appartengono a nuclei familiari che non hanno i requisiti per richiedere la Garanzia per l’Inclusione. Secondo le anticipazioni, potrebbero richiederla i cittadini con un’età compresa tra i 18 e i 59 anni e con un ISEE non superiore a 6.000 euro.
In questo ultimo caso, all’interno della famiglia sarebbe possibile richiedere il sostegno economico al massimo da parte di due persone, ma per la seconda l’importo sarebbe pari a 175 euro. Il periodo di copertura arriverebbe a un massimo di 12 mesi senza rinnovo.
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