Amartya Sen al Forum PA: quale modello di capitalismo nel mondo post-crisi?
Ha esordito citando i Beatles "Ieri, tutti i miei problemi sembravano allontanarsi, adesso sembra quasi che stiano di casa qui", il Premio Nobel per l’economia Amartya Sen, parlando della crisi economica in corso alla sala stracolma del Forum della Pubblica amministrazione in una lectio magistralis dal titolo "Etica, democrazia e pubblica amministrazione: il ruolo del capitale umano".
Il professor Sen ha ricostruito le cause della crisi riprendendo il pensiero del filosofo ed economista Adam Smith, contestando però l'interpretazione comune che vede questo pensatore come un apologeta del mercato senza regole e trascura il ruolo da lui riconosciuto agli interventi dello Stato per tutelare i cittadini.
La più celebre idea di Smith, quella della "mano invisibile" che armonizzerebbe le azioni degli attori operanti nel libero mercato, è infatti spesso abusata per giustificare la tendenza alla deregulation, nonostante i rischi provocati dall'aumento della speculazione finanziaria.
Secondo il Premio Nobel la crisi ci mostra che, "dopo decenni di adorazione del mercato", è necessario riprendere l’analisi del sociale e dell’economico, esaminando innanzitutto la natura dei costi pubblici al cui eccesso imputiamo i deficit degli Stati avanzati.
Controcorrente rispetto al coro che esorta a tagliare la spesa pubblica senza se e senza ma, Sen invita a dismettere i vecchi atteggiamenti che lamentano i costi della spesa sociale senza considerare i vantaggi che questi comportano e quale impatto produrrebbe il taglio di servizi che in qualche modo hanno garantito finora la tenuta e lo sviluppo del sistema capitalistico.
Questo non significa far crescere a dismisura la spesa pubblica, ma individuare quali sono le voci di spesa tagliare, senza mettere a rischio il sistema per altri versi.
“Le politiche di frugalità economica rischiano di essere controproducenti”, ha affermato il professor Sen e questo anche in relazione alla crisi greca, cui ha nuociuto “l’atteggiamento pedagogico” degli altri Stati dell'UE, invocanti una dura politica di lacrime e sangue da parte del governo greco: in questo modo si è lasciato passare altro tempo, le agenzie di rating hanno sfiduciato il paese e alla fine si è fatto ricorso ad un pacchetto di recupero imponente a cui seguirà un debito gravosissimo.
L’analisi di Sen diventa rilevante soprattutto in merito all’interrogativo circa il modello di capitalismo da costruire nel mondo post-crisi: se infatti mercato, proprietà privata e acquisizione di utili sono i requisiti fondamentali perché si possa parlare di capitalismo, il professore evidenzia come altri elementi, esterni alle transazioni di mercato, siano altrettanto imprescindibili per il sistema capitalista, e sono quei servizi pubblici di cui già aveva evidenziato l’assoluta necessità, primo fra tutti l’istruzione.
Così l’invito che il professor Sen rivolge alla pubblica amministrazione è quello di non dimenticare che i risultati positivi del capitalismo derivano e potranno derivare in futuro solo da un sistema misto, che combina diritti sociali ed economia di mercato, un sistema in cui "la giustizia rimanga il criterio per la scelta da parte di dirigenti pubblici e politici dei fini e dei mezzi dell’agire".
A seguito della lezione di Amartya Sen si è svolta una tavola rotonda, cui hanno partecipato i rappresentanti di alcune prestigiose scuole di amministrazione pubblica internazionali, come l’ENA (Francia), la Brookings Institution (USA), l’Istituto Nacional de Administracao (Portogallo), moderati da Giovanni Tria, Presidente della Scuola Superiore della PA.