Quote gratuite per le emissioni CO2: un decreto salva le nuove centrali
Un provvedimento che come sempre crea una spaccatura tra i verdi e il mondo delle imprese, in particolare quelle manifatturiere. Ad approvare la misura, sollecitata negli ultimi giorni sia dall’Antitrust che da Confindustria, è stato l’ultimo Consiglio del ministri del 30 aprile 2010. Il decreto permette l’assegnazione di quote di emissione di CO2 a titolo gratuito per gli operatori energetici e industriali con impianti entrati in funzione dopo l’aprile del 2009.
Senza questo decreto, dallo scorso 30 aprile i maggiori produttori elettrici, da Enel a Sorgenia, avrebbero dovuto mettere le mani al portafogli per comprare le quote di CO2 da destinare alle centrali “nuove entranti” che quindi esulavano dall’ultimo Piano di Assegnazione Nazionale previsto dalla normativa comunitaria, varato dall’ex ministro dell’Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio.Secondo il governo la norma risolverebbe il problema dell'insufficienza delle quote ad oggi disponibili per soddisfare le richieste di assegnazione presentate da circa 500 operatori energetici ed industriali per quegli impianti entrati in funzione dopo l'adozione del Piano Nazionale.
“Con questa misura – ha commentato il ministro per lo Sviluppo Economico, Claudio Scajola, che l’aveva proposta assieme ai colleghi Prestigiacomo e Matteoli – abbiamo ripristinato condizioni di concorrenzialità per le imprese, nel pieno rispetto degli obblighi comunitari in materia di emissioni. Anche le nuove imprese potranno disporre dei necessari diritti di emissione, avendo inoltre garantita la compensazione degli oneri per acquistarli: è stato così possibile evitare rincari dei prezzi dell’energia elettrica, con aumenti nelle bollette dei consumatori, famiglie e imprese”. Positivo il commento di Stefania Prestigiacomo, ministro per l’Ambiente: “Il Governo oggi - ha dato una risposta al mondo produttivo prevedendo un sistema di rimborso per le quote di CO2 per gli impianti entrati in funzione dopo il 21 aprile 2009 che non possono avvalersi delle quote gratuite. Era una risposta che le imprese attendevano e che è essenziale per garantire la competitività delle nostre aziende in ambito europeo ed evitare rincari nella bolletta energetica che si sarebbero riversati sui cittadini”.
Una nota di Confindustria accoglie favorevolmente un provvedimento che aveva caldeggiato: “Oggi il Consiglio dei Ministri ha posto rimedio alla paradossale situazione che si era venuta a creare per la mancata approvazione della norma per l'assegnazione delle quote di emissione di CO2". Continua l’associazione di viale dell’Astronomia: “Il Governo ha accolto il pressante appello lanciato in questi giorni dalle associazioni imprenditoriali ed è giunto, anche se all'ultimo minuto, a una soluzione indispensabile per garantire l'operatività delle imprese”.
Del parere opposto il senatore del Pd, Francesco Ferrante: “Ciò che è più grave e che ci mette fuori dall'Europa è la soluzione trovata per le quote di emissione di CO2 per i cosiddetti nuovi entranti. Si è scelta una strada che la stessa Ue boccerà. Va infatti contro i principi fondamentali della Ue pensare di poter utilizzare le risorse provenienti dalle aste post 2012, che devono servire a programmi per la riduzione delle emissioni, per permettere agli inquinatori di emettere gas di serra senza doverne nemmeno pagare il prezzo". "In questi giorni - conclude Ferrante - si è fatto del terrorismo minacciando aumenti in bollette per i cittadini, la strada era un'altra: rivedere le quote di assegnazione salvaguardando gli impianti più moderni ed efficienti e facendo pagare chi inquina, a partire da chi ha scelto di produrre energia elettrica ricorrendo al carbone”.
“Un regalo alle centrali più inquinanti che va contro gli obiettivi della direttiva europea in materia di gas serra: viene premiato chi inquina, lo segnaleremo con un esposto a Bruxelles". Così Edoardo Zanchini, responsabile energia di Legambiente, ha giudicato la soluzione di Palazzo Chigi: "Il nostro Paese - aggiunge Zanchini - ha rinviato per l''ennesima volta un impegno serio nella direzione della riduzione dei gas serra, regalando alle imprese la gratuità nello sforamento delle emissioni e togliendo le risorse proprio agli interventi di riduzione della CO2. L'unica soluzione sensata sarebbe stata quella di "premiare l'efficienza negli impianti entrati in funzione lo scorso anno, fissando una quota gratuita di emissioni per tutti gli impianti e facendo pagare la restante secondo un principio di chi più inquina più paga". Nel 2009 - chiude Legambiente - le imprese italiane hanno "emesso 22,8 milioni di tonnellate in meno di CO2, per via della crisi economica. In controtendenza solo due settori: le raffinerie e le centrali termoelettriche a carbone, responsabili di oltre il 30% delle emissioni generate per produrre elettricità”.
Scontatamente positivo, invece, il commento dell’amministratore delegato dell’Enel, Fulvio Conti: “Il provvedimento - spiega il manager - eviterà maggiori costi sul mercato dell'energia e disparità di trattamento tra operatori elettrici che hanno ricevuto quote gratuite per alcune centrali, e altri che erano stati esclusi per un semplice fattore temporale. Viene scongiurata la penalizzazione degli impianti energetici più efficienti, proprio quelli che entreranno in funzione quest'anno e daranno un importante contributo alla riduzione delle emissioni di anidride carbonica nel nostro Paese. Il governo, infine - conclude Conti - ha salvaguardato la competitività del settore manifatturiero italiano, ponendo fine alle incertezze legate alle quote da destinare alle aziende, altrimenti costrette a pagare la nuova Co2 per i loro impianti. Un costo sicuramente penalizzante e non sostenuto dai concorrenti europei”.