Assinform: nel 2010 la risalita dell'Information Technology
Anche se deboli, per il 2010 si intravedono segnali di riscatto per l’IT. Ad affermarlo è la seconda edizione del rapporto Assinform sul tema “Informatica per lo sviluppo del Paese”, presentato a Roma il 22 aprile 2010. Per chi non lo sapesse, Assinform è un’associazione aderente a Confindustria che riunisce direttamente e indirettamente 1500 tra le principali aziende del sistema IT italiano.
Ad oggi l’IT rappresenta la quarta realtà industriale del nostro Paese e racchiude la più alta percentuale di laureati di tutto il sistema industriale (oltre il 30%). Se l’Italia investisse in IT quanto i suoi quattro maggiori competitor Inghilterra, Francia e Spagna questo settore passerebbe da un fatturato di 20 miliardi a 36 miliardi di euro.
Più che snocciolare numeri, Assinform stavolta propone di stimolare sia la domanda che l’offerta e di studiare un vero e proprio piano per lo sviluppo del Paese, che necessariamente deve passare attraverso l'innovazione tecnologica. Le associazioni rappresentative delle aziende infatti, non devono solo effettuare ricerche socio-economiche, ma anche proporre soluzioni convincenti per aiutare le aziende di tutte le dimensioni e di tutti i comparti ad uscire dalla crisi economica. Negli ultimi anni, infatti, è sempre più evidente il gap tra le imprese che investono in innovazione e si aggregano tra di loro in forma di cluster, aprendosi al futuro, e quelle che non lo fanno, ripiegando sui modelli tradizionali e decotti, avviandosi verso il declino. Il mondo bancario, secondo l’analisi di Assinform, è sicuramente avanti rispetto al resto del comparto industriale, ma da una recente indagine circa il 50% delle imprese italiane desidera realimente investire di più in soluzioni dell'ICT. Una vera e propria "fame" di innovazione del Made in Italy.
“Rispetto al 2009 – definito universalmente annus horribilis, in cui si è registrato un -8% degli investimenti nel settore in Italia - la crisi dell'information technology si è attenuata, ma bisogna investire in innovazione per invertire il trend negativo” ha detto il nuovo presidente dell’associazione, Paolo Angelucci.
Il presidente ha sottolineato che dai consuntivi del primo trimestre 2010 sull'andamento del settore a livello mondiale “é in atto un'eccezionale ripresa degli investimenti, in particolare nell'economia americana, giapponese e dei Paesi emergenti, con punte di crescita del 24% in alcuni segmenti". Per non restare indietro, ha concluso, l'Italia dovrà investire nell'innovazione tecnologica da applicare ai settori delle banche, dell'industria, della pubblica amministrazione e dell'università-ricerca, perché "il primo digital divide da superare è quello della sottovalutazione del ruolo dell'It nello sviluppo del Paese".
Tre i capitoli (e i relativi ambiti prioritari di riferimento) in cui è suddiviso il rapporto Assinform:
- innovazione nel settore pubblico,
- innovazione nel settore bancario,
- innovazione nel settore industriale in Italia e nel Made in Italy e innovazione nel settore Università e Ricerca in Italia.
Nonostante le specificità, sono stati individuati alcuni fattori comuni a tutti questi settori:
- la situazione delle infrastrutture (sia pubbliche sia private) è fortemente disomogenea, delineandosi come una vera “pelle di leopardo”, sia dal punto di vista geografico sia da quello delle singole organizzazioni;
- la scarsa alfabetizzazione informatica o, in molti casi, una mancanza di conoscenza o cultura al passo coi tempi e con le nuove tecnologie;
- la mancanza di consapevolezza diffusa di come l’IT possa aiutare imprese e Istituzioni ad affrontare le sfide del mondo attuale e futuro, e non solo essere un mero strumento di riduzione dei costi;
- il grande bisogno di formazione continua, non solo sull’informatica e le nuove tecnologie, ma anche e soprattutto sulle potenzialità che le nuove tecnologie possono offrire a imprese e Istituzioni;
- l’assenza di meccanismi stabili di collaborazione fra mondo della ricerca e mondo delle imprese, che rende molto difficile (se non impossibile) tradurre in sviluppo e ricchezza il vasto patrimonio del nostro Paese;
- lo scarso utilizzo delle nuove forme di collaborazione offerte dall’informatica (Web 2.0) che, dilatando i confini di imprese e Istituzioni, aprono opportunità di sviluppo impensabili anche solo fino a pochi anni fa.
- integrazione e collaborazione - molte best practices riguardano la messa a fattor comune di competenze e infrastrutture, l’integrazione dei processi e la trasformazione delle dinamiche di interazione attraverso diverse organizzazioni o all’interno di ecosistemi complessi;
- dematerializzazione e riduzione della burocrazia - un utilizzo intelligente dell’IT può dematerializzare molti processi con impatti significativi sulla soddisfazione degli utenti, su tempi e costi di gestione e di esecuzione dei processi di business e sulla capacità di innovazione di processo;
- strategic Procurement - la spesa in IT non va valutata solo come un costo ma come un investimento produttivo.
- In quest’ottica, la politica di acquisizione non deve solo traguardare la riduzione della spesa, ma orientarsi al risultato in termini di valore creato, rilevanza strategica e incremento di produttività.
(a cura di Alessandra Flora)
La web tv del Convegno Assinform