Euro debole: la crisi greca si ripercuote sui mercati
La moneta unica, caduta al di sotto della soglia di 1,33 dollari in apertura, si è avvicinata in giornata al suo livello più basso dell’anno in confronto al dollaro, sfiorando 1.3267 dollari, per poi attestarsi su 1.3296.
Sul mercato obbligazionario, lo scarto di rendimento tra i titoli di Stato greci e i quelli tedeschi ha raggiunto in mattinata un nuovo record. Lo spread fra i due tassi è salito stamane a 411 punti base, un livello mai raggiunto dall'introduzione dell'euro nel 1999. E il ministro delle Finanze greco, George Papaconstantinou, ha dichiarato che ci vorrà del tempo prima che lo spread ritorni a livelli accettabili. Papaconstantinou ha poi aggiunto che non ci sarà bisogno di varare ulteriori misure per riportare il deficit sotto controllo se il patto di stabilità verrà “attuato correttamente”.
La sfiducia degli investitori si estende anche ad altri Paesi della zona euro, come la Spagna e il Portogallo.
Nonostante tutto, la Grecia non sarebbe a rischio default. La questione di un’insolvenza sul debito della Grecia, secondo il numero uno della Bce, Jean-Claude Trichet, non si pone. Secondo Trichet, l'importante non sono gli spread, ma la messa in pratica di un programma di risanamento fiscale rigoroso. Ed il piano varato dal Consiglio Europeo lo scorso 25 marzo è in grado di farcela. Nel frattempo la BCE ha deciso di mantenere il tasso di riferimento di Eurolandia all’1% (il suo minimo storico, che perdura da 11 mesi) in linea con un ritmo di ripresa economica moderato e discontinuo.
Non tutti, però, la pensano come Trichet. Secondo Wolfang Munchau, reporter del Financial Times, il rischio default potrebbe concretizzarsi per la Grecia nel 2011.
(a cura di Alessandra Flora)