Voucher 3i: quanto valgono gli investimenti in brevetti e innovazione

Voucher 3I - Image by minka2507 from Pixabay Sono oltre 18 milioni di euro i contributi concessi dal Ministero dello Sviluppo economico alle startup innovative per sostenere la brevettabilità delle invenzioni attraverso l’incentivo 'Voucher 3i - Investire In Innovazione'. 

Sostegni, quali sono i contributi per le startup?

È quanto emerge da un monitoraggio realizzato dalla Direzione generale per la Tutela della Proprietà Industriale - Ufficio Italiano Brevetti e Marchi, in collaborazione con Invitalia, sulla misura sperimentale che era stata introdotta dal decreto Crescita.

Cos'è il voucher 3I

Il voucher 3i riguarda l'acquisizione di una serie di servizi di consulenza

  • per effettuare ricerche di anteriorità preventive e per verificare la brevettabilità dell'invenzione: il tetto massimo è di 2mila euro più IVA;
  • per la stesura della domanda di brevetto e di deposito presso l'Ufficio italiano brevetti e marchi: fino a 4mila euro più IVA;
  • per il deposito all'estero di una domanda che rivendica la priorità di una precedente domanda nazionale di brevetto: fino a un massimo di 6mila euro più IVA.

Il voucher non include gli oneri relativi a tasse e diritti relativi al deposito.

I servizi per l'acquisizione dei quali è possibile utilizzare il voucher 3i possono essere forniti esclusivamente dai consulenti in proprietà industriale e avvocati, iscritti in appositi elenchi predisposti rispettivamente dall'Ordine dei consulenti in proprietà industriale e dal Consiglio nazionale forense sulla base di criteri e modalità fissati dal direttore generale per la lotta alla contraffazione - Ufficio italiano brevetti e marchi del Ministero dello sviluppo economico.

Gli elenchi dei consulenti in proprietà industriale e degli avvocati abilitati a fornire consulenza alle start up innovative sono gestiti dal Consiglio dell’Ordine dei consulenti in Proprietà industriale, per i consulenti in Proprietà industriale, e dal Consiglio nazionale Forense, per gli avvocati.

L’iscrizione negli elenchi è condizione necessaria per offrire alle start up innovative i servizi pagabili attraverso il voucher 3I. 

Ciascuna startup innovativa può richiedere in un anno (12 mesi a partire dalla prima richiesta) la concessione di massimo 3 voucher per singola tipologia di servizio: in totale, quindi, non più di 9 voucher. Inoltre, i voucher richiesti per il medesimo servizio devono far riferimento a diverse invenzioni/domande di brevetto.

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MISE, i numeri del voucher 3i

Le domande per la concessione dei voucher si potevano presentare dal 15 giugno 2020 e fino a esaurimento delle risorse, pari a 19,5 milioni. 

Risorse che sono andate esaurite nel giro di un anno: il 9 giugno 2021, infatti, è stata comunicata la chiusura dello sportello.

Trattandosi di un incentivo a sportello - che quindi non prevedeva alcuna scadenza ma la sola valutazione delle richieste in base all'ordine di arrivo - la misura ha registrato da subito grande attenzione. Basti pensare che nelle prime 24 ore di apertura dello sportello Invitalia ha ricevuto 849  domande, per un valore complessivo di 3,4 milioni. 

Nel corso del periodo di operatività dello strumento agevolativo, sono state presentate complessivamente 5.012 richieste di voucher da parte di 1.464 start up innovative. Di queste, 4.280 sono state le richieste a cui è stato riconosciuto il contributo, mentre 723 sono state le domande non ammesse perché mancanti dei requisiti previsti dalla normativa.

La percentuale di ammissione delle domande è stata quindi pari all’85,6% di quelle presentate. Un dato che conferma come la misura sia risultata di facile fruibilità per le startup innovative ma anche l’importanza dello strumento per valorizzare e tutelare, in Italia e all’estero, i processi tecnologici attraverso la brevettabilità dell'invenzione.

In particolare, la quota maggiore dei servizi richiesti ha riguardato la fase di deposito della domanda di brevetto presso l’UIBM (48,8% delle domande presentate), a seguire quelli relativi alla verifica in merito alla brevettabilità della propria invenzione e alla ricerca preventiva delle anteriorità (38,1%), nonché (13,1%) quelli riguardanti la procedura di estensione di un brevetto nazionale all’estero.

I servizi richiesti sono stati forniti per l’89,2% dei voucher concessi dai consulenti in proprietà Industriale e per il 10,8% dagli avvocati.

L’incentivo ha interessato le start up innovative presenti su tutto il territorio nazionale, con una prevalenza in Lombardia, Emilia Romagna, Campania e Lazio.

Consulta il Report "Analisi sull’utilizzo dello strumento e sugli esiti della procedura"

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