Aiuti di Stato: Italia contro linee guida per energia e ambiente
Il ministro dello Sviluppo Economico Federica Guidi, insieme ai ministri competenti di Francia, Germania e Regno Unito, ha scritto al commissario alla Concorrenza Joacquin Almunia per chiedere una revisione delle proposte di Bruxelles sugli aiuti di Stato ai progetti in materia di ambiente ed energia.
Firmatari della lettera sono, oltre al ministro Guidi, il ministro francese dell’Ecologia, dello Sviluppo sostenibile e dell’Energia Philippe Martin, il vicecancelliere tedesco e ministro federale dell’Economia e dell’Energia Sigmar Gabriel e il segretario di Stato per l’Impresa e l’Energia del Regno Unito Michael Fallon. Tutti insieme hanno sollevato dubbi sulle proposte dell'Esecutivo Ue in materia di aiuti di Stato per l’ambiente e l’energia e sul loro impatto sugli obiettivi europei per il 2020: 20% di riduzione di gas serra, rispetto ai livelli del 1990, 20% in più di energia rinnovabile e calo del 20% dei consumi grazie all’efficientamento energetico.
Gli orientamenti per il sostegno pubblico nel settore dell'energia e dell'ambiente sono stati adottati a dicembre e il 14 febbraio si è chiusa la consultazione pubblica aperta a tutti gli stakeholder. L'obiettivo è favorire la decarbonizzazione dell'approvvigionamento di energia e la realizzazione di progetti infrastrutturali transfrontalieri, esentando alcune categorie di contributi - come quelli per la riqualificazione dei siti contaminati e per l'efficienza energetica - dal controllo preventivo ai sensi delle norme sugli aiuti di Stato.
Secondo i ministri, però, “le linee guida possano limitare la facoltà degli Stati membri di definire la propria politica energetica nazionale". In particolare, per quanto riguarda il sostegno alle rinnovabili, i quattro ritengono che ciascun Paese dovrebbe poter scegliere le soluzioni appropriate per ogni tipo di tecnologia, mentre relativamente ai criteri per le esenzioni delle industrie energivore i ministri temono che norme troppo restrittive le espongano alla concorrenza internazionale e alle rilocalizzazioni delle emissioni di carbonio.
Inoltre, si legge nella lettera, il progetto contrastarebbe con gli obiettivi dell'Iniziativa di modernizzazione degli aiuti di Stato, che è diretta a semplificare le regole e a ridurre le barriere e gli ostacoli burocratici nei due settori. Le linee guida, invece, sostengono i ministri, non ridurranno il numero di notifiche alla Commissione, soprattutto per i progetti di scala più ampia. In particolare, osservano i firmatari della lettera, la soglia di notifica individuale di 125MW prevista dalla Commissione per i progetti di energia rinnovabile “potrebbe avere conseguenze molto gravi per il dispiegamento di fonti rinnovabili su larga scala e può scoraggiare gli investimenti nelle tecnologie chiave”.
Infine, alcuni dei requisiti di trasparenza e rendicontazione fissati nelle linee guida sono ritenuti “sproporzionati” e “incompatibili con le esigenze di riservatezza e tutela dei dati, in particolare per quanto riguarda la tassazione”.
In vista del Consiglio europeo del 20 e 21 marzo, che discuterà tra le altre cose di politiche energetiche e climatiche, l'appello dei ministri è quindi a rivedere, alla luce di queste osservazioni, il progetto di linee guida sottoposto agli Stati membri.
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Lettera dei ministri ad Almunia - Traduzione in italiano