Politica Coesione: Moavero a Bruxelles per ultima fase negoziato
Il Consiglio Affari generali si è riunito oggi per discutere i punti ancora in sospeso nell'ambito del negoziato con il Parlamento europeo sulla politica di coesione 2014-2020.
Su tre dei cinque regolamenti che compongono il pacchetto legislativo relativo alla politica di coesione per il periodo 2014-2020 – cioè i regolamenti sul Fondo di coesione, sul Fondo regionale europeo e sulla cooperazione territoriale europea - il Parlamento europeo e il Consiglio dei ministri dell'Unione hanno già raggunto un accordo politico. In sospeso ci sono, invece, alcune questioni politiche relative agli altri due regolamenti, quello recante le disposizioni comuni e quello sul Fondo sociale europeo.
Circa il primo, le divergenze riguardano la condizionalità macroeconomica, la riserva di efficacia ed efficienza, i tassi di cofinanziamento e i livelli di prefinanziamento. Aspetti che vedono l'Italia, ha sottolineato il ministro per gli Affari europei Enzo Moavero Milanesi, aperta al dialogo con il Pe, soprattutto per quanto riguarda la proposta di “anticipare la spesa su alcuni capitoli”: “Quanto prima si potrà utilizzare l'insieme dei fondi - ha sottolineato il ministro - tanto più avrà senso la revisione di medio periodo che è stata concordata tra Consiglio e Parlamento”.
Quanto al Fondo sociale europeo, i punti di disaccordo tra Pe e Consiglio sono due. Il primo è relativo ai criteri di ammissibilità per l'iniziativa a favore dell'occupazione giovanile e vede il Pe chiedere una riduzione della soglia di disoccupazione richiesta alle regioni per l'accesso alla misura dal 25%, concordato a giugno, al 22,8%, cioè pari all'attuale tasso di disoccupazione giovanile medio dell'Ue.
Il secondo nodo irrisolto riguarda l'assegnazione minima del Fondo sociale europeo, che il Pe vorrebbe portare dal 23,1% al 25%.
Per entrambi i punti, Moavero ha ribadito la volontà di non riaprire la trattativa su quanto già deciso: la soglia per l'iniziativa per l'occupazione giovanile fissata dai capi di Stato e di Governo in sede di Consiglio europeo è “una linea rossa non negoziabile”, ha sottolineato il ministro, mentre modificare la quota minima Fse costringerebbe l'Italia e gli altri paesi, che stanno già programmando l'utilizzo delle risorse con questo obiettivo, a riprogrammare la gestione dei fondi.
Intanto il tempo stringe e, ha concluso Moavero, “occorre fare ogni sforzo per arrivare a una conclusione che permetta di essere operativi con il nuovo quadro finanziario dall'inizio del 2014”.
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Documento di analisi: pacchetto legislativo sulla politica di coesione