Internazionalizzazione - guida ANCE per PMI del settore edile
L'opuscolo riporta i principali strumenti finanziari e assicurativi disponibili in Italia a sostegno dell'internazionalizzazione, passa in rassegna la disciplina comunitaria in materia di appalti e inquadra la situazione a livello extra-Ue
Strumenti finanziari e assicurativi nazionali a sostegno dei progetti di internazionalizzazione
La guida distingue gli strumenti finanziari pubblici tra quelli nazionali e regionali, per passare poi agli strumenti finanziari privati e a quelli assicurativi pubblici per la gestione dei rischi commerciali e politici.
Strumenti Finanziari Pubblici Nazionali
- Agevolazione dei crediti all’export (D.Lgs.143/98 – Fondo 295 –Simest),
- Finanziamenti agevolati per programmi di inserimento nei mercati esteri extra Ue (L.133/08),
- Finanziamenti agevolati per studi di prefattibilità, fattibilità e programmi di assistenza tecnica, collegati ad investimenti italiani in mercati extra Ue (L.133/08),
- Finanziamenti per patrimonializzazione PMI esportatrici (Fondo 394),
- Partecipazione al Capitale Sociale (l.100/90 e successive modifiche),
- Contributi alle Camere di Commercio italiane all’Estero (Legge 518/1970).
- Contributi ai Consorzi per l’internazionalizzazione (D.L.83/2012, L.134/2012, D.M.28/01/2013).
- Contributi ad enti, istituti, Associazioni, Camere di Commercio italo-estero (D.L.83/2012, L.134/2012, D.M.28/01/2013),
- Fondo Centrale Di Garanzia (L. 662/96),
- Crediti agevolati per la costituzione di joint venture nei Paesi in via di Sviluppo (L. 49/87).
Strumenti Finanziari Pubblici Regionali
- voucher;
- bandi per progetti di internazionalizzazione;
- fondi rotativi;
- partecipazione al capitale di imprese estere partecipate e finanziamenti alle società estere partecipate (Legge 19/91 – Dlgs 143/98).
Strumenti Finanziari Privati
- Cassa Depositi e Prestiti SpA,
- Export Banca: convenzione CDP/SACE/ABI per l’export e altre iniziative di internazionalizzazione,
- Fondo Italiano di Investimento (MPS, Intesa San Paolo, Unicredit, ecc.): fondo equity per le PMI finalizzato alla patrimonializzazione delle imprese con l’obiettivo di aiutarle ad affrontare la competizione internazionale,
- Minibond (Decreto “Destinazione Italia” - Legge n. 9 21/02/2014).
Strumenti assicurativi pubblici SACE SpA per la gestione dei rischi commerciali e politici
- Credito all’esportazione e Project Finance,
- Credito all’esportazione,
- Voltura Di Polizza,
- Pricing Polizza Fornitore,
- Protezione degli Investimenti all’estero,
- Garanzie finanziarie per l’internazionalizzazione,
- Assicurazione Del Credito,
- Cauzioni e Rischi della Costruzione,
- Factoring,
- Credit Enhancement.
Appalti Pubblici all'interno dell'Ue
La guida passa in rassegna la normativa Ue in materia di appalti pubblici. A livello comunitario, si legge sul documento, il Trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE) contiene una serie di norme - e i loro relativi principi di attuazione - che forniscono il presupposto e l’inquadramento della materia, relativamente a:
- creazione di un mercato comune integrato,
- principio di non discriminazione,
- libera circolazione delle merci,
- libertà di stabilimento,
- libera circolazione dei servizi,
- libera circolazione dei capitali.
Tuttavia, aggiunge l'ANCE, i principi del TFUE risultano insufficienti, di per sé, a garantire gli obiettivi necessari per la politica degli appalti. Si è dunque reso necessario elaborare una legislazione di coordinamento, volta a consentire l’apertura dei contratti pubblici e la trasparenza delle procedure di aggiudicazione, con l’obiettivo principale di creare un mercato unico degli appalti su basi condivise e paritarie, che consenta:
- acquisti migliori a prezzi più bassi,
- accesso delle imprese europee ai mercati nazionali senza restrizioni.
La definizione di appalto pubblico si trova nelle Direttive appalti (in particolare, la Direttiva 2004/18/CE e la nuova Direttiva 2014/24/UE). Qui gli appalti pubblici sono descritti come “contratti a titolo oneroso stipulati per iscritto tra uno o più operatori economici e una o più amministrazioni aggiudicatrici aventi per oggetto l’esecuzione di lavori, la fornitura di prodotti o la prestazione di servizi”.
Gli elementi fondamentali della legislazione Ue in materia di appalti sono:
- pubblicità a livello Ue,
- divieto di specifiche tecniche potenzialmente discriminatorie,
- applicazione di criteri obiettivi, trasparenti e proporzionati, immutati durante la procedura,
- attuazione attraverso:
- procedure e tempistiche uniformi e selezione,
- esclusione solo sulla base di criteri obiettivi e proporzionati,
- aggiudicazione sulla base di criteri conosciuti ed attinenti all’offerta, per ridurre la discrezionalità,
- regole uguali per tutti, conosciute, fissate dall’inizio, che garantiscano la par condicio anche per i concorrenti potenziali, dunque immodificabilità delle condizioni ed elementi essenziali anche dopo l’aggiudicazione e la stipula del contratto.
Appalti Internazionali Extra Ue
Rispetto al quadro normativo infra-Ue/See, la partecipazione ad appalti al di fuori del See - scrive l'ANCE - comporta notevoli rischi. In particolare, non vigendo le norme comuni dettate dalle Direttive appalti, gli operatori economici devono analizzare, attentamente, le diverse legislazioni applicabili nei Paesi target, in modo da essere sufficientemente informati delle procedure, dei tempi e delle modalità a cui dovranno adeguarsi.
In tale contesto, nella guida si ricorda che molti Paesi extra Ue hanno adottato modalità di appalto in linea di massima coerenti con le procedure dei “donors” internazionali, in particolare, la Banca Mondiale, e si avvalgono, almeno per appalti di una certa entità, di documentazione sia procedurale, sia contrattuale, largamente standardizzata.
La guida ricorda inoltre che molti Paesi - soprattutto nell’area mediterranea dell’Europa Orientale - hanno stipulato accordi di prossimità con l’Ue, e altri, come i Paesi “ACP” (Africa, Caraibi e Pacifico), hanno in corso relazioni commerciali e di partenariato, che comportano obblighi anche in tema di trasparenza amministrativa e parità di trattamento delle imprese Ue. Inoltre, i Paesi candidati all’accesso devono ottemperare a una serie di obblighi di progressivo ravvicinamento legislativo che includono anche le norme di base in materia di appalti pubblici.
Infine, alcune norme e principi fondamentali sono inseriti negli accordi relativi agli appalti pubblici dell’Organizzazione mondiale del commercio. I Paesi aderenti all’Accordo sugli Appalti Pubblici AAP (recentemente rinnovato ed entrato in vigore il 6 aprile 2014), hanno l’obbligo, oltre certe soglie di valore (che coincidono con le soglie previste dalle Direttive appalti), di applicare il principio del “trattamento nazionale”, che pone le imprese dei Paesi aderenti a tale accordo su un piano di parità con le imprese nazionali, per quanto riguarda la partecipazione alle procedure di aggiudicazione degli appalti. Ciò non toglie, conclude la guida, che le procedure possano variare considerevolmente da un Paese all’altro e che i requisiti di qualificazione e procedurali, non essendo oggetto di armonizzazione, possano, comunque, costituire una barriera alla partecipazione.
Link
Guida - L’Internazionalizzazione delle PMI di costruzioni italiane
Internazionalizzazione: guida agli Istituti Finanziari Internazionali - IFI