BusinessEurope: come rilanciare l'occupazione

Disoccupazione - Credit © European Union, 2011La Confederazione europea dei datori di lavoro, Business Europe, ha individuato una serie di azioni che potrebbero contribuire a riavviare lo sviluppo all'interno della comunità europea e al raggiungimento degli obiettivi della strategia Europa 2020, che mira a portare il tasso di occupazione nell'Unione al 75%.

Partendo dallo studio di casi positivi - quale quello dell’Austria, dove il tasso di disoccupazione si attesta al di sotto del 3,4% -, BusinessEurope ha elaborato un quadro degli interventi che, nel contesto di una più ampia riforma del mercato del lavoro, possono ridurre la disoccupazione, ripristinare le finanze pubbliche dei Paesi indebitati e stimolare la crescita.

Tra le proposte figura, in particolare, il modello della flessicurezza (dall’inglese flexicurity, flessibilità e sicurezza), politiche che consentono alle aziende di dotarsi di diverse forme contrattuali, al fine di stimolare le assunzioni nelle diverse fasi e condizioni del mercato del lavoro, garantendo intanto protezione sociale ai lavoratori.

Secondo il rapporto del World Economic Forum Global sulla competitività, infatti, la maggioranza degli Stati membri presenta mercati del lavoro rigidi, che non riescono ad adattarsi alle situazioni di crisi.

A questo proposito Philippe de Buck, Direttore generale di BusinessEurope, ha dichiarato che "la riforma del mercato del lavoro rappresenta la chiave per aumentare la base imponibile. Siamo contro l'uniformazione dei contratti di lavoro".

Anche Eurociett, la Confederazione delle agenzie private di collocamento, ritiene che la flessibilità favorisca la creazione di posti di lavoro. Una posizione confermata da recenti dati Ocse da cui si evince che l'occupazione temporanea, nella maggior parte dei casi, rappresenta un trampolino di lancio in vista di un'occupazione permanente.

Secondo BusinessEurope le riforme strutturali dovrebbero essere gemellate con giusti incentivi, come la riduzione del carico fiscale sull’occupazione. L'idea è che il taglio immediato del gettito fiscale venga poi compensato positivamente nel corso del tempo da un aumento del tasso di occupazione e da maggiori entrate fiscali.