Congresso AIC: giovani, bio e innovazione per rigenerare l'agricoltura
Le nuove generazioni, il metodo biologico e gli investimenti in nuove tecnologie sono gli elementi su cui insistere per sostenere competività e sostenibilità nel settore agricolo. E' il messaggio che emerge dal decimo congresso nazionale dell'Associazione italiana coltivatori e dal report realizzato dall'AIC con Openpolis sull'agricoltura oggi e le sfide per il futuro.
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Sostenibilità, innovazione, tutela della biodiversità e sovranità alimentare sono concetti decisivi per un “mondo agricolo che ha saputo raccogliere le sfide del presente e trasformarle in attualità produttiva e visione di un futuro che è già qui ora”, ha spiegato in apertura del congresso, dal titolo “Agricoltori per scelta. Ri-generiamo il futuro”, il presidente AIC Giuseppino Santoianni.
La sfida, ha spiegato nel suo intervento introduttivo, è quella di mettere in atto una “strategia unitaria di consolidamento del ruolo che l’agricoltura ha avuto nella vita del Paese” e di uno sviluppo “che guarda alla modernità come orizzonte, senza dimenticare le radici solide del passato”. Protagonisti di questa sfida, per la spinta innovativa che possono imprimere al settore, sono i giovani, cui è dedicata larga parte del report presentato da AIC insieme a Openpolis nel corso dell'evento.
Nuove generazioni di agricoltori decisive anche per il sottosegretario al Ministero dell'Agricoltura Luigi D’Eramo, secondo cui i giovani che sempre di più, per scelta, scommettono sul settore primario sono anche gli attori chiave per rilanciare le aree interne e di montagna, contrastare lo spopolamento di territori di grande valenza ambientale e valorizzarne le potenzialità di sviluppo economico e sociale. A patto, ha precisato, di promuovere, insieme all'agricoltura, anche la rete dei servizi e delle infrastrutture in questi territori. Sul tema, ha aggiunto D'Eramo, è in corso anche un progetto pilota in tre aree del paese - al Nord, al Centro e al Sud - per studiare un modello in grado di valorizzare le potenzialità di alcuni luoghi ancora poco conosciuti, ma con una spiccata valenza agricola, per la sostenibilità, il turismo e per lo sviluppo delle piccole e medie imprese.
Altro tema chiave è quello del biologico, modello ma anche necessità per l'Europa, ha sottolineato il presidente Santoianni, ricordando il primato italiano in termini di superfici e l'urgenza di elaborare una strategia unitaria per affrontare la crisi climatica. L'Italia da parte sua, ha sottolineato il sottosegretario, si è già impegnata ad anticipare il target europeo di Farm to Fork, raggiungendo l'obiettivo di destinare almeno il 25% della superficie agricola al metodo biologico entro il 2027, anziché entro il 2030.
Last but non least, gli investimenti, anzitutto in formazione, ricerca e innovazione, dalle tecnologie per rendere le piante più resistenti e ridurre il ricorso ai fitofarmaci, fino all'agricoltura di precisione, ha ricordato D'Eramo.
I trend dell'agricoltura italiana
L'evento, cui ha portato un saluto anche il commissario europeo per l'Agricoltura, Janusz Wojciechowsk, è stato anche l’occasione per presentare il report ‘Agricoltura oggi: sfide per il futuro’.
Nel 2020 lo studio, realizzato da AIC in collaborazione con la fondazione senza scopo di lucro Openpolis, registra una contrazione del numero di aziende agricole del 30% rispetto a dieci anni prima, per un totale di 1,13 milioni di imprese, ma anche un aumento dell’estensione media (+17,7% per quelle oltre i 100 ettari) e del peso economico (14,5% rispetto al 2010). Si tratta per la quasi totalità di aziende a conduzione familiare (93%), ma l’incidenza del lavoro salariato è in aumento.
Ancora contenuto il peso di donne e giovani, con le prime che nel 2020 diminuiscono rispetto a dieci anni prima, dal 37 al 30%, e sono a capo solo di un terzo delle imprese agricole, mentre gli under 40 – che guidano solo il 9% delle imprese agricole - costituiscono quasi il 15% dei capi azienda che hanno seguito corsi di formazione appositi e il 20% di coloro che applicano le pratiche biologiche.
Donne e giovani hanno però un’incidenza di gran lunga maggiore negli agriturismi e in generale nelle strutture multifunzionali, dove spesso si pratica l’agricoltura biologica, che in Italia incide per circa il 17% di tutto il terreno agricolo, al di sopra del 9,1% della media UE. Settore, quello del bio, che vede l'Italia puntare ad anticipare al 2027 il target europeo del 25% di superficie dedicata al metodo biologico entro il 2030, con in prima linea le regioni Calabria e Toscana.
Tra gli ostacoli all'attività agricola rilevati dal report spicca naturalmente il problema della siccità, a fronte di una disponibilità idrica diminuita in Italia del 20% rispetto al trentennio 1920-1950 e di ingenti perdite idriche nelle reti comunali, soprattutto al Centro e al Sud, con punte particolarmente preoccupanti in Basilicata (62,1%), Abruzzo (59,8%), Sicilia (52,5%) e Sardegna (51,3%).
Ad affrontare gli effetti della siccità possono contribuire in maniera importante anche le nuove tecnologie, ad esempio attraverso la pratica innovativa dell’irrigazione di precisione, che nutre direttamente le radici delle piante e non il terreno e ha vantaggi sia in termini di riduzione dei costi che di resa dei raccolti.
Diversi i fondi europei e nazionali a sostegno degli investimenti in questa direzione, a cominciare dal PNRR, dalla misura relativa alle infrastrutture irrigue fino all'atteso bando per la meccanizzazione e l'innovazione in agricoltura. Di grande interesse per il settore, naturalmente, anche il più corposo degli interventi PNRR a titolarità Masaf, cioè il Parco agrisolare, su cui proprio in questi giorni è arrivato il via libera di Bruxelles al bando 2023.
Per approfondire: Pronto a partire il bando Parco Agrisolare 2023