Nuovi partner per il Made in Italy nell'Africa sub-sahariana
Botswana, Senegal, Mauritius, Gabon e Namibia: sono questi i paesi più interessanti per nuovi investimenti dall'Italia, anche da parte di piccole e medie imprese, secondo gli esperti di Coface, la società assicurativa che gestisce le garanzie all’esportazione per la Francia e che il prossimo 14 aprile presenterà a Milano il suo rapporto annuale sul “rischio paese”.
La prima meta per le esportazioni italiane rimane sicuramente il Nord Africa, nonostante gli sconvolgimenti politici e forse ancora di più in virtù di essi e del cambiamento che potranno introdurre nei singoli Stati. La società francese conferma la validità di Egitto, Tunisia, Algeria, anche se per ora non si esprime relativamente all'internazionalizzazione in Libia.
Guardando alle caratteristiche del sistema produttivo italiano e alla relativa crescita dell'Africa sub-sahariana, Coface invita però a non sottovalutare anche le opportunità in Sudafrica e Nigeria e individua in Namibia e Botswana partner strategici e di ingresso relativamente agevole per il Made in Italy, sia in virtù della vicinanza geografica che grazie alle analogie strutturali rispetto ai due paesi dell'area meridionale più ricchi e con i quali le relazioni sono già consolidate.
Tra l'altro la Namibia, caratterizzata da ingenti risorse minerarie che fanno attualmente da traino all'economia nazionale, si distingue per le significative importazioni di beni strumentali, assicurando quindi un mercato alle imprese italiane del settore.
Occhi puntati anche su Gabon e Mauritius, per i risultati in termini di reddito e sviluppo conseguiti negli ultimi anni, e sul Senegal, la cui crescita procede più lentamente, ma che gode di una discreta stabilità politica ed ha già stretto relazioni commerciali con la Francia.