Ancora due settimane per la consultazione APRE sul prossimo programma UE per la ricerca

Fonte: PixabayC'è tempo fino al 7 giugno per partecipare alla consultazione lanciata dall’APRE sulle priorità che dovrebbero permeare il 10° programma quadro europeo per la ricerca (FP10). Oltre all'ambizioso obiettivo di portare il budget a 200 miliardi di euro, più del doppio di quello attuale, il dibattito attualmente in atto in Europa - e che ben si riflette nel position paper APRE - riguarda temi cruciali come il rapporto tra ricerca base e applicata, il futuro delle missions o quello dei partenariati, solo per citarne alcuni. 

Ricerca e innovazione: le priorità dei 27 per il successore di Horizon Europe

Anche se i negoziati ufficiali sul prossimo programma quadro inizieranno solo a metà del 2025 (sulla base di una proposta che sarà lanciata dalla prossima Commissione europea), in questi mesi aumentano intanto, di giorno in giorno, i position paper sul FP10  promossi da esperti e stakeholder.

Alla base vi sono una serie di tematiche molto complesse che si rintracciano un po' in tutti i documenti, che vanno dalla necessità di avere un budget significativo, a quella di trovare la quadra del cerchio tra i finanziamenti destinati alla ricerca di base e quelli diretti alla ricerca applicata.

Queste e altre riflessioni sono presenti anche nel position paper “Verso FP10”, redatto dal Gruppo di esperti APRE presieduto da Andrea Ricci (Isinnova) e composto da figure di rilievo dello scenario italiano di ricerca ed innovazione.

Il contesto del prossimo programma europeo per la ricerca 2028-2034

La logica alla base del documento APRE, è quella della ricerca di un difficile equilibrio tra una molteplicità di fattori spesso divergenti tra loro.

A permeare il tutto è anzitutto un cangevole scenario internazionale caratterizzato dall’aumento dei conflitti, della competitività con paesi terzi (e in alcuni casi anche di ingerenze esterne), dai cambiamenti climatici, dalla sfida posta dalla doppia transizione green e digitale nonché dalla rapidità delle innovazioni tecnologiche (in primis l’AI), che richiedono di assicurare al Programma una sufficiente flessibilità per adattarsi alle contingenze, valorizzando però al contempo approcci e strumenti esistenti che hanno dimostrato di essere efficaci.

A ciò si aggiunge la necessità di superare la tradizionale contrapposizione tra ricerca di base e ricerca applicata, che invece in questo periodo sembra essere più marcata che mai, con molti centri che premono per la seconda. E’ il caso ad esempio della Information Technology and Innovation Foundation, un think tank con sede a Washington DC focalizzato sulle politiche pubbliche per l’industria e la tecnologia, che propone una riprogettazione completa del 10PQ. inclinandolo verso la politica industriale.

Non mancano poi le discussioni in merito all’efficacia o meno di molti strumenti attualmente presenti in Horizon Europe, a cominciare dalle mission su cui ancora mancano valutazioni complete. Stesso discorso per i partenariati, nei quali si rintracciano a volte delle sovrapposizioni, nonché su altri strumenti come l'Istituto europeo di innovazione e tecnologia (European Institute of Innovation and Technology, EIT, in inglese) e le sue KIC.

A questi si aggiungono altri elementi, incluso ad esempio il possibile allargamento dell’UE, nonché la necessità di rafforzare le sinergie con altri programmi europei a cominciare dalla Coesione.

È evidente, dunque, che la forma che assumerà il prossimo programma europeo quadro per la ricerca 2028-2034 sarà cruciale per la competitività, l'autonomia strategica e il benessere dei paesi membri. Ciò è ancora più vero considerando che, a distanza di 24 anni dalla sua predisposizione, l'ambizione di arrivare destinare alla ricerca e allo sviluppo il 3% del Pil risulta ancora non conseguito, con l’UE che si attesta sul 2,3% mentre i principali competitor spesso superano il 3%. 

La consultazione sul position paper di APRE sul FP10

In tale contesto, è di grande rilievo la consultazione pubblica lanciata da APRE ed indirizzata alla comunità italiana di ricerca e innovazione con l’obiettivo di raccogliere contributi finalizzati alla elaborazione della versione finale del position paper “Verso FP10”.

Il documento elenca infatti 54 proposte sul futuro programma quadro, suddivise in due sezioni (“Visione e Strategia” e “Strumenti e Implementazione”), per un totale di 13 capitoli che trattano temi come: gli orientamenti strategici, la dotazione finanziaria, i principali strumenti del programma (ERC, MSCA, partenariati, missioni, EIC) e i meccanismi di implementazione.

Ad esempio il Gruppo di esperti APRE sottolinea come sia “indispensabile che la formulazione del prossimo Programma quadro rifletta esplicitamente il ruolo fondamentale della R&I per le politiche UE, evidenziando il collegamento tra lo sviluppo di nuove conoscenze e soluzioni e le risposte che l’Unione intende dare alla società. A questa si affianca anche la necessità che il  “FP10 rifletta il giusto equilibrio tra un’impostazione puramente top-down, in cui le priorità di R&I discendono direttamente dagli obiettivi strategici, e un approccio bottom-up, che garantisce la libertà di scelta scientifica e tecnologica e promuove la creatività di chi fa ricerca e innovazione”.

Per quanto concerne invece le risorse, anche l’APRE ritiene opportuno un budget di almeno 200 miliardi di euro, sottolineando però al contempo come l’aumento della dotazione vada “valutato, in fase di programmazione, alla luce dell’impatto su altri capitoli di finanziamento del Quadro finanziario pluriennale (QFP), mettendo a confronto il valore aggiunto complessivo per l’Europa atteso da scenari alternativi di bilancio; e protetto nel corso della programmazione da riallocazioni ad altri capitoli del QFP, garantendo in ogni caso la certezza del bilancio”.

Inoltre il documento sottolinea come “per garantire che i programmi di lavoro riflettano al meglio le priorità di R&I e affinché il Programma sia in grado di affrontare novità ed emergenze, occorra maggior flessibilità nell’allocazione del bilancio, da perseguire definendo l’allocazione dei fondi alle componenti dell’attuale secondo pilastro in sede di pianificazione strategica, non già in sede legislativa”.

Per affrontare efficacemente la complessità delle sfide tecnologiche, economiche, sociali e ambientali, e ridurre i rischi di ridondanza, risultano poi cruciali sia il tema della transdisciplinarietà, che quello dell’abbattimento delle barriere tra ricerca e innovazione. Su quest'ultimo fronte, APRE sottolinea in particolare l'artificialità della contrapposizione tra ricerca base e applicata, che dovrebbe essere superata prevedendo ad esempio dei bandi capaci di delineare chiaramente il percorso scienza-applicazione, indipendentemente dal livello di maturità (TRL) delle conoscenze scientifiche e delle tecnologie coinvolte.

Tra le altre posizioni presenti nel paper ci sono poi l’approccio che dovrebbe essere adottato in materia di collaborazioni con paesi esterni, nonché il rafforzamento delle sinergie con altri strumenti, solo per citarne alcuni.

Chiunque fosse interessato a dare un parere sul position paper dell’APRE, può farlo partecipando alla consultazione fino al 7 giugno 2024.

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Fonte: Pixabay