Energia - e’ il momento dell’idrogeno
Mentre dalla Germania parte il primo treno a idrogeno, i ministri UE dell’Energia, riuniti in Austria, danno il via alla Hydrogen Initiative, un documento di indirizzo politico a sostegno dello sviluppo dell’idrogeno sostenibile.
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Quella di ieri si potrebbe quasi definire la giornata europea dell’idrogeno. E non sarebbe un azzardo: infatti, mentre dalla Germania partiva il primo treno al mondo le cui celle a combustibile convertono l’idrogeno e l’ossigeno in elettricità, i ministri europei dell’Energia varavano l’Hydrogen Initiative, per concentrare l’attenzione ed il sostegno dell’UE alla tecnologia dell’idrogeno sostenibile.
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Coradia iLint: il primo treno al mondo a idrogeno
Si chiama Coradia iLint ed è stato realizzato dalla francese Alstom, il primo treno completamente alimentato a idrogeno, entrato ieri in servizio in Germania sulle prime due tratte tra Cuxhaven e Buxtehude, appena ad ovest di Amburgo.
“E’ un segnale forte per la mobilità del futuro. L’idrogeno è una vera ed efficiente alternativa al diesel. È necessario quindi supportare e finanziare questa tecnologia per poi farla espandere”, ha dichiarato Enak Ferlemann, membro della commissione del governo federale per la rete ferroviaria.
Il treno può viaggiare a una velocità di 140 km/h, la stessa dei treni tradizionali. Le celle a combustibile convertono l’idrogeno e l’ossigeno in elettricità; ogni treno disporrà sul tetto di serbatoi contenenti le riserve di idrogeno, le quali assicureranno oltre 1.000 km di viaggio. L’energia prodotta in eccesso verrà conservata in batterie agli ioni di litio a bordo degli stessi treni.
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Cos’è la Hydrogen Initiative
Durante l’incontro informale dei ministri dell’Energia tenutosi a Linz, in Austria, è stata siglata l’Hydrogen Initiative, un documento di indirizzo politico di sostegno allo sviluppo dell’idrogeno sostenibile.
Accogliendo le opportunità offerte dalla tecnologia dell'idrogeno nella decarbonizzazione dell'economia e per garantire una fornitura di energia sicura, competitiva, disponibile e sostenibile per l'UE, il documento si propone di concentrare l’attenzione ed il sostegno dell’UE alla tecnologia dell’idrogeno sostenibile al fine di:
- favorire il collegamento promettente tra elettricità, industria e settori della mobilità, aprendo nuove finestre di opportunità in termini di flessibilità energetica, disponibilità, sicurezza, nonché maggiore efficienza e convenienza economica nella transizione energetica, contribuendo alla decarbonizzazione dell'economia;
- sviluppare la capacità di stoccaggio a breve e lungo termine delle energie rinnovabili attraverso l'idrogeno, contribuendo quindi alla sicurezza energetica;
- integrare l'idrogeno sostenibile nelle reti gas per contribuire in modo sostanziale a "ecologizzare" l'infrastruttura del gas, decarbonizzare i settori del riscaldamento e del raffrescamento, nonché a ridurre le importazioni di gas naturale, migliorando l'uso efficiente dell’energia rinnovabile;
- esplorare la conversione più efficace dell'idrogeno sostenibile in metano sintetico e altri combustibili rinnovabili;
- applicare tale tecnologie nelle industrie convenzionali, sostituendo eventualmente i processi ad alta intensità di carbonio;
- supportare l'applicazione dell'idrogeno nei trasporti e nella mobilità;
- creare l'infrastruttura di rifornimento necessaria per aumentare la domanda di idrogeno.
“Dobbiamo massimizzare il grande potenziale dell’idrogeno sostenibile”, afferma il sottosegretario allo Sviluppo economico Davide Crippa a margine del meeting, “sia nello stoccaggio che nel trasporto di grandi quantità di energia, come anche nella mobilità e nelle industrie più energivore e difficili da decarbonizzare”.
“Per fare questo c’era bisogno di uno sforzo politico comune per avviare iniziative strutturali nella ricerca e nell'innovazione, nella sensibilizzazione dell'opinione pubblica e nell'accettazione della tecnologia dell'idrogeno. Il documento che abbiamo appena siglato nasce da questa esigenza. Sono fiducioso che l’idrogeno possa fornire un contributo fondamentale alla transizione e che l’Italia possa fare la sua parte con i propri centri di ricerca e le aziende già attive da tempo in questo settore”, conclude.
Photo credit: Alstom