On line gaming: Changyou regina del Nasdaq

Videogame Neverball
Forse non suonerà come una sorpresa se nel bel mezzo delle ristrettezze globali, quest’anno la prima azienda quotata al Nasdaq di NewYork non soltanto non necessita di denaro, ma trae persino profitto da articoli che non esistono. Un’azienda così popolare da attirare l’attenzione dell’opinione pubblica e dei media di tutto il mondo, primo fra tutti l’Economist. Nata tre anni fa, Changyou è la società dedicata al business dei giochi on line di Sohu, una delle più importanti media company cinesi.

L’euforia per Changyou è comprensibile. A differenza della maggior parte delle Internet company, dove i servizi devono essere gratuiti per diventare popolari, Changyou è una macchina che fa soldi. I ricavi hanno raggiunto i 202 milioni di dollari e i profitti i 108 milioni. Questo perché Changyou è una delle tante aziende cinesi che si sono imbattute in un mercato di nicchia che si è poi trasformato in un’industria da milioni di dollari. 

Videogame NeverballIl mercato del video-gaming si è sviluppato in America, in Europa e in Giappone attraverso le consolle e il software ad esse collegato. Dapprima la Cina aveva proibito le consolle per i giochi: impedendo l’applicazione delle norme sulla proprietà intellettuale, ha letteralmente demolito il business delle consolle. Permettendo che i giochi pirata fossero venduti a poco prezzo, il governo cinese ha ostacolato così ogni incentivo alla loro commercializzazione.

La Cina ha adottato altri modelli di intrattenimento, ammettendo solo la produzione limitata di di film e di programmi televisivi locali, limitando le importazioni (quelle legali, almeno). In questo vuoto, Internet è fiorito, prima come luogo ideale per i film e gli show stranieri, ma presto anche per i giochi on line multiplayer. Le aziende hanno creato un modello di business basato sull’accesso da qualsiasi computer – gli utenti pagano circa 25 cent l’ora negli Internet caffè – tranne da quelli in cui viene effettuato il trasferimento dati ai propri server. Questo consente a circa 739 mila giocatori di connettersi contemporaneamente.

I giochi più famosi in Cina ha come protagonisti folletti e nani. Il prodotto più popolare offerto da Changyou, “Tian Long Ba Bu”, narra la storia di un principe, di un monaco e di un mendicante, con un grande dispiego di arti marziali.

Inizialmente Changyou faceva pagare una tassa di iscrizione, ma in seguito ha deciso di eliminarla, dopo aver realizzato che i multiplayer games di solito risultano più divertenti quando ci sono più giocatori. Come la maggior parte delle aziende,  Changyou consente l’accesso gratuito ai suoi giochi, traendo profitto da quel 10% di giocatori disposto a pagare somme folli per gli extra come le armi, le pozioni e gli scudi. Gli extra si fanno pagare: uno scudo può costare fino a 180 dollari. La domanda di questi “beni virtuali” dipende dal loro costo, dalle proprietà e dalla loro reperibilità, proprio come accade nel mondo reale.

Le aziende del gaming monitorano costantemente la domanda per cercare di difendere i loro profitti. I maggiori rischi per Changyou derivano dalla concorrenza. La sua crescita ultimamente ha infatti subito un brusco rallentamento. Tuttavia il campo di battaglia non è così pericoloso come appare, visto che gli interventi del governo cinese bloccano l’ingresso delle nuove versioni dei giochi stranieri, permettendo alle aziende locali di sviluppare e commercializzare i loro prodotti. Nel business cinese anche il mondo virtuale ha le sue barriere.
(a cura di Alessandra Flora)