Rinnovabili: investimenti dimezzati in Europa

RinnovabiliMentre la spesa globale per le rinnovabili sale del 22%, l’Europa registra un calo del 44%. A rivelarlo il rapporto trimestrale di Bloomberg-New energy finance per il periodo aprile-giugno. Dopo il blocco del 2011, il settore delle rinnovabili inizia a recuperare, raggiungendo quota 53 miliardi di dollari nel secondo trimestre 2013. A guidare il recupero ci sono Stati Uniti, Cina e Sud Africa, con progetti che sfruttano l’energia eolica e solare.

Rispetto al primo trimestre, gli Stati Uniti hanno registrato il maggior aumento negli investimenti per le rinnovabili (+ 155%, per un totale di 9,5 miliardi di dollari). Seguono la Cina, con un aumento del 63% (13,8 miliardi di dollari), il Sud Africa, che da investimenti quasi inesistenti nel primo trimestre ha raggiunto 2,8 miliardi di dollari nel secondo.

In Europa, invece, gli investimenti per le rinnovabili nel secondo trimestre 2013 sono diminuiti del 44%. Tra i principali investitori europei la Germania resta in testa, con 1,9 miliardi di euro, nonostante il calo più che dimezzato rispetto al primo trimestre (6,3 miliardi di dollari). Segue il Regno Unito con 1,7 miliardi di dollari, Francia e Italia, rispettivamente con 1,2 miliardi di dollari. In Italia la riduzione è stata minima, da 1,3 miliardi di dollari nel primo trimestre a 1,2 miliardi nel secondo.

"I dati -  ha dichiarato Michael Liebreich, chief executive di Bloomberg new energy finance - sono un misto di notizie dolci e amare. Nel primo caso, abbiamo il boom degli investimenti negli Stati Uniti, spinti dai timori per la fine degli incentivi fiscali all'eolico che potrebbero non essere confermati l'anno prossimo. Le notizie negative arrivano dall'Europa, dove il calo degli investimenti è dovuto in particolare alla fine degli incentivi e alle incertezze normative legate, in particolare, all'esito delle elezioni tedesche".

Tra i paesi che investono maggiormente nelle rinnovabili, nel secondo trimestre è la Cina a capeggiare (13,8 miliardi di dollari), seguita da Stati Uniti (9,5 miliardi di dollari), Giappone (7,6 miliardi di dollari), Sud Africa (2,8 miliardi di dollari) e Australia  (2,3 miliardi di dollari).

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