Mse: allo studio voucher per le pmi che puntano sul digitale
Il viceministro dello Sviluppo economico con delega alle Comunicazioni Antonio Catricalà vuole introdurre, con un emendamento al decreto del fare (dl 69/2013), una misura a favore delle piccole e medie imprese che effettuano investimenti per l'ammordernamento tecnologico e la digitalizzazione dei processi aziendali. I voucher dovrebbero essere finanziati con una dotazione di circa 200 milioni di euro, a valere su fondi europei a rischio disimpegno.
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Voucher alle Pmi
L'emendamento, ha spiegato Catricalà in un'intervista al Sole24Ore, prevederebbe contributi a fondo perduto di importo massimo pari a 10mila euro per incentivare le pmi a sfruttare le potenzialità dell'Ict.
Tra questi rientrerebbero:
- l'acquisto di software e hardware,
- lo sviluppo di canali di e-commerce,
- interventi per la connettività a banda larga,
- progetti di innovazione sociale,
- formazione nel campo delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione.
Il piano per la banda ultralarga
Oltre a questo intervento, altre misure potrebbero seguire nel caso in cui gli investimenti nelle telecomunicazioni rientrassero nella flessibilità di bilancio annunciata mercoledì dal presidente della Commissione europea Josè Manuel Barroso: in base alla 'clausola di flessibilità' i paesi membri potranno, infatti, deviare temporaneamente dal percorso di convergenza verso l'obiettivo del pareggio di bilancio - senza però sforare il tetto del 3% nel rapporto deficit/Pil - per realizzare “investimenti pubblici produttivi” cofinanziati dall’Ue. Nel caso dell'Italia, ha fatto sapere il ministro delle Politiche europee Enzo Moavero Milanesi, si libererebbero investimenti fino a 15 miliardi, finanziati al 50% dall'Unione.
Il primo obiettivo sarebbe il completamento della rete a banda ultralarga, per cui il Ministero sta predisponendo i bandi di gara. Una convenzione è stata già siglata con la Campania e altre due dovrebbero seguire la prossima settimana con la Sicilia e il Molise. Il piano, che prevede un cofinanziamento privato pari almeno al 30% della spesa totale, può contare su 383 milioni di euro di fondi comunitari per il Centro-Sud non spesi, così ripartiti:
- 122 milioni alla Campania,
- 127 milioni alla Calabria,
- 55 milioni alla Basilicata,
- 75 milioni alla Sicilia,
- 4 milioni al Molise.