Pes: quando gli investimenti sposano l'ambiente
Pes, ovvero Payments for ecosystem services. Strumenti economici flessibili pensati per favorire investimenti verdi e volti a conservare la biodiversità. Forme d'aiuto destinate a giocare un ruolo determinante in futuro, non solo perché consentono di preservare ambienti che, altrimenti, verrebbero cancellati, ma soprattutto per la loro capacità di creare un collegamento fra investimenti pubblici e privati. Non è un caso, dunque, se l'Europa ha deciso di incrementare questi strumenti sia nella Roadmap per l'efficienza energetica che nella Strategia per la biodiversità 2020.
I Pes sono sostanzialmente incentivi economici, rivolti a soggetti che con certificazioni volontarie, buone pratiche, comunicazione ambientale, promuovono il mantenimento della biodiversità e dal capitale naturale, senza influire negativamente sull'ecosistema.
Perché questi strumenti possano funzionare nel modo migliore, è necessario muoversi nelle giuste direzioni. Partendo innanzituto dall'eliminazione degli investimenti irrazionali e dannosi. Individuare, poi, gli obiettivi che si possono raggiungere attraverso queste forme di pagamento e far sì che si sviluppino nel lungo periodo. E ancora, accompagnare gli investimenti con un monitoraggio costante degli ecosistemi e della biodiversità.
Determinante è anche il raccordo fra investimenti pubblici e privati. Per attirare questi ultimi è importante partire dalle aziende, cercando di individuare gli obiettivi che si pongono e le motivazioni che le spingono a ricorrere ai Pes, che possono riguardare welfare, sensibilità ecologica o semplici questioni di immagine.
La volontà di sviluppare questi strumenti c'è, almeno a livello pubblico, soprattutto in Europa. Non solo nelle strategie che riguardano l'efficienza energetica e la biodiversità. I Pes possono essere utilizzati, infatti, anche nell'ambito della Politica agricola comune e nella riforma della pesca.