Fondo italiano per le Pmi: a marzo possibili nuovi investimenti
Imprese manifatturiere e di servizi innovative, stabili finanziariamente e orientate all'export. E' a loro che si rivolge il Fondo Italiano d'Investimento SGR S.p.A. Costituito nel 2009 su iniziativa del Ministero dell'Economia, condivisa da Associazione Bancaria Italiana (ABI), Confindustria, Cassa Depositi e Presititi S.p.A., Intesa Sanpaolo S.p.A., Unicredit S.p.A. e Banca Monte dei Paschi di Siena S.p.A., il Fondo ha come obiettivo il sostegno dei processi di patrimonializzazione delle piccole e medie imprese italiane, con risorse pari a 1,2 miliardi di euro.
Si tratta di un fondo comune di investimento mobiliare di tipo chiuso, riservato ad Investitori Qualificati, costituito per dare impulso alla crescita patrimoniale e manageriale delle imprese italiane di piccole e medie dimensioni, con fatturato indicativamente compreso tra i 10 e i 100 milioni di euro, attraverso operazioni ed interventi di sostegno finanziario diretto ed indiretto.
Nel 2010 la Banca d'Italia ha autorizzato la SGR alla prestazione del servizio di gestione collettiva del risparmio e approvato il regolamento del fondo mobiliare chiuso "Fondo Italiano d'Investimento".
Oltre 300 aziende hanno fatto domanda per poter ricevere una parte delle suddette risorse; meno di un decimo delle richiedenti è arrivato ad un'istruttoria approfondita. "Marzo sarà un mese importante, dovremmo deliberare uno o due investimenti" dice l'AD della Sgr.
Il primo investimento risale al dicembre scorso, con l'ingresso nel capitale della Arioli Spa, azienda di Gerenzano (Varese) con 50 anni di vita nel mercato delle macchine di alta gamma per il finissaggio tessile, con voglia di crescere e bisognosa di nuove risorse.
Il Fondo interviene nel capitale dell'azienda con una quota di partecipazione di minoranza; in alternativa è prevista anche la possibilità di prestiti obbligazionari.
Nella Airoli Spa, tra Equity e prestito obbligazionario convertibile, il Fondo ha deciso di investire fino a 6 milioni di euro e di avere una quota di minoranza che non superi il 33% del capitale, con l'obiettivo di farne un medio campione nazionale, leader del settore nel mondo.
Principio del Fondo è quello di privilegiare la crescita al profitto, garantendo la permanenza nel capitale dei beneficiari per un lungo periodo, senza cedere alla tentazione di un'uscita vendendo con profitto.
Inoltre, spiega Cappellini, "il Fondo distribuirà gli investimenti in modo bilanciato in tutto il territorio nazionale, ma proponendosi l'obiettivo di favorire un riequilibrio delle aree con minore presenza di imprese target".
Alla Società di Gestione del Risparmio è affidato il compito di valutare le istanze provenientei dalle imprese, sulla base dei dati economici e statistici che le stesse forniscono attraverso la compilazione di un questionario. Superata questa prima fase di valutazione, viene intrapresa l'analisi del piano di sviluppo che si chiede di sostenere attraverso il Fondo.
Se da un lato le associazioni degli imprenditori si aspettano molto dalla riserva di capitale del Fondo, in un periodo in cui il finanziamento delle imprese è un problema costante, dall'altro l'AD della SGR si dichiara tranquillo: "Non abbiamo nessuna fretta, vogliamo scegliere bene".
Fondo Italiano d'Investimento SGR S.p.A
Regolamento del Fondo