Il vero potere di un leader politico sta nella forza del suo Paese

Photo by Ivan Oštrić on UnsplashNegli ultimi giorni due notizie hanno assunto rilevanza per il futuro della UE: la prima è l’intervento del Presidente Sergio Mattarella in occasione della visita dei reali di Spagna, la seconda riguarda Giorgia Meloni indicata da Politico, media molto letto a Bruxelles, come la “persona più potente d’Europa”.

Il Presidente - con giusta sintesi, enfasi e massima espressione istituzionale - ha dichiarato che:
"La nuova legislatura e la nuova Commissione sono chiamati a un compito, nell’Unione, che, allo stesso tempo, si presenta di grande impegno e ineluttabile, per una riforma complessiva dell’Unione, che riguardi

  • i metodi decisionali,
  • il rilancio della competitività, anzitutto attraverso il completamento del mercato unico e del sistema finanziario.

"Riforma che proceda con determinazione verso una vera e propria difesa comune europea", e ha sottolineato anche altri due temi centrali per la vita dell’Unione:

  • l’allargamento, priorità geostrategica per l’Unione,
  • la completa attuazione del nuovo Patto sulla migrazione e l’asilo.

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Le parole del Presidente rafforzano - al massimo livello istituzionale - le conclusioni dei rapporti Draghi e Letta, tecnici già molto apprezzati e influenti in Europa, e si inseriscono in un dibattito - già avviato - e in un negoziato senza precedenti nella storia dell’Unione per importanza delle sfide da affrontare, che comincia ora ufficialmente con l’insediamento della nuova Commissione Europea.

In questo contesto l’indicazione della Premier Giorgia Meloni, come “persona più potente d’Europa”, è naturale conseguenza della forza e della stabilità del suo Governo, viste anche le situazioni in Francia e Germania, dove gli attuali leader sono alle prese con crisi istituzionali e compagini governative da ricreare, oltre che dei buoni rapporti con il neopresidente USA e con forze meno europeiste della UE (Ungheria).

L’Italia potrebbe guidare il rilancio dell’Unione Europea

La constatazione del media di Bruxelles ha il merito di chiarire agli altri leader europei chi potrebbe (dovrà?) essere la guida nella definizione della riforma complessiva dell’Unione e del prossimo bilancio pluriennale della UE, interrompendo la storica duale prevalenza di Francia e Germania nella formulazione delle politiche europee.

Il vero potere della Premier italiana è però ora tutto da misurare nei risultati del negoziato che - con il suo Governo - si appresta a fare per raggiungere gli obiettivi elencati da Draghi e Letta, per dare agli europei un vera ed efficace riforma complessiva dell’Unione.

Le doti politiche del nostro Primo Ministro non sono in discussione, ma i confronti che l’aspettano saranno molto difficili; tuttavia l’occasione è unica, l’Italia ha l’opportunità di assumere un ruolo leader in un momento particolarmente critico per l’Europa, con evidenti benefici per il nostro Paese.

Per assumere questo ruolo, il potere di una singola persona non è però sufficiente. Il compito è troppo ampio e articolato anche per un governo forte e stabile, quindi il primo passo da compiere è chiedere l’appoggio di tutte le forze politiche e sociali (anche quelle all’opposizione) nei processi negoziali che si svolgeranno nei Paesi membri e a Bruxelles nei prossimi mesi, affinchè i migliori interessi per l’Europa e per l’Italia trovino consenso e siano condivisi in ogni ambito economico.

Il lavoro da fare su tutti i tavoli delle principali federazioni/associazioni europee e delle organizzazioni e partiti politici, la ricerca di convergenze, dovrà concentrarsi su pochi e chiari obiettivi di rilevante importanza generale per la UE, affinché l’azione possa essere efficace e non diluita su molteplici fini e specificità di bisogni che ogni settore/territorio richiede.

Dal primo punto indicato dal Presidente Mattarella nell’impegno per una riforma della UE, i metodi decisionali, dipendono gli altri traguardi europei. La velocità delle decisioni è ormai una ineluttabile necessità che la UE deve soddisfare quanto prima, causa i rapidissimi cambiamenti globali.

E insieme ai metodi vanno implementati altrettanto velocemente strumenti centralizzati per gestire politiche e interventi, caratterizzati però da elevato grado di flessibilità e autonomia per le misure da attuare a livello nazionale e regionale, al fine di evitare resistenze locali. E quando possibile vanno usati strumenti già esistenti, ad es. InvestEU, potenziandoli in modo sostanziale per avere risultati ancora più immediati.

Una piattaforma digitale unica della UE per il futuro della politica di coesione

Nei prossimi mesi, la condotta della nostra Presidente del Consiglio, del suo Governo, dei principali leader politici italiani ed dei più rappresentativi esponenti del mondo economico e sociale, se focalizzata davvero su pochi punti realmente importanti per il benessere di tutti i cittadini europei, assumerà preminenza nei processi negoziali e dimostrerà che non solo una persona, ma un Paese intero è diventato il più potente in Europa, o meglio, il più illuminato.