Dagli incentivi per l’acquisto di bici alle biomasse: dall’Emilia-Romagna più di 150 milioni per migliorare la qualità dell’aria
Con il Piano aria integrato regionale - Pair 2030, l’Emilia-Romagna mette sul piatto 154,6 milioni di euro per ridurre le emissioni di inquinanti, intervenire simultaneamente su trasporti, biomasse, agricoltura e industria sia su scala estesa che locale. In arrivo anche bandi ad hoc.
Bandi FESR Emilia-Romagna 2023
Una grossa novità del Pair 2030, il Piano aria integrato della Regione Emilia-Romagna, riguarda i Comuni coinvolti: se nel Piano precedente erano 33, fra cui tutti i capoluoghi di provincia, nel nuovo Piano saranno 207 (Bologna e agglomerato, Appennino, Pianura Ovest e Pianura Est).
Nelle città si lavorerà per ridurre i flussi di traffico, promuovendo la mobilità ciclistica e sostenibile e l’intermodalità, con nuovi bandi “Bike to work” e incentivi all’acquisto di biciclette, cargo-bike e motocicli elettrici.
A partire dal 1° ottobre 2025, come già previsto nel precedente Piano dell’aria, nei comuni con popolazione superiore a 30mila abitanti, dell’agglomerato di Bologna e in quelli che avevano già aderito volontariamente al precedente Piano, entreranno in vigore le limitazioni ai diesel euro 5. In tutti gli altri, entreranno in vigore dal 1° ottobre 2023 le limitazioni relative agli euro 4. Il piano prevede, inoltre, la possibilità di utilizzare il servizio Move-in, una misura al contempo ecologica e di equità sociale per chi non può permettersi di cambiare il veicolo soggetto alle limitazioni.
Verrà ulteriormente potenziato il trasporto pubblico sia su gomma che su ferro, rinnovato il parco autobus, confermata l’integrazione tariffaria per gli abbonamenti Salta su e Mi muovo, ma anche gli incentivi per lo spostamento del trasporto merci su ferro.
Per quanto riguarda l’ambito energetico, il nuovo Piano prevede ancora incentivi per la sostituzione delle vecchie stufe con impianti di ultima generazione e la conferma, ora strutturale nelle zone di pianura, del limite delle temperature fino a un massimo di 19°C in casa, ufficio, luoghi di ricreazione, associazioni, luoghi di culto (sono esclusi ospedali e case di cura). Saranno 17 invece i gradi consentiti nel commercio e nell’industria.
Il Piano regolamenta anche l’installazione e l’utilizzo degli impianti a biomassa per il riscaldamento domestico nelle zone di pianura, prevedendo limitazioni progressive in funzione della classificazione emissiva degli impianti.
Per il mondo produttivo l’obiettivo è quello della riqualificazione progressiva delle tecniche adottate nelle aziende e di una riduzione delle emissioni, promuovendo anche accordi d’area o territoriali.
Infine, per agricoltura e zootecnia, sono previsti bandi di finanziamento per la copertura delle vasche, l’efficienza degli stoccaggi e le tecniche di spandimento per liquami e fertilizzanti, ma anche l’obbligo di interramento degli effluenti zootecnici entro le 12 ore dallo spandimento, oltreché l’obbligo di copertura di vasche e lagoni di stoccaggio a partire dal 1° gennaio del 2030. A partire dal 1° gennaio 2026, nelle zone Pianura ovest, est e agglomerato, ci sarà l’obbligo di incorporare nel terreno i fertilizzanti a base di urea nel più breve tempo possibile e, comunque, entro le 24 ore successive allo spandimento.
Sono confermate le misure emergenziali, già introdotte nel 2021, che si attivano sulla base di un meccanismo previsionale volto a evitare il più possibile il verificarsi dei superamenti del valore limite giornaliero di PM10. Il Piano prevede inoltre che i Comuni, nel momento in cui vengano raggiunti, in una delle stazioni di monitoraggio collocate sul proprio territorio, i 25 superamenti del valore limite giornaliero di PM10, intervengano con misure aggiuntive a livello locale sulle principali sorgenti emissive. A queste azioni se ne affiancano poi altre per la sostenibilità ambientale degli enti pubblici e per la comunicazione, educazione e formazione.
“Il nostro Piano parte, per la prima volta, con una dotazione di risorse” ha spiegato Irene Priolo, vicepresidente con delega all’Ambiente, “che saranno ulteriormente incrementate con altre fonti di finanziamento. Non solo. Non dimentichiamo che si potranno evitare costi conseguenti all’inquinamento atmosferico, grazie alle riduzioni emissive previste: parliamo, questa la nostra stima, di 643 milioni di euro di costi evitati, di cui 637,5 solo per gli aspetti sanitari”.
“Proponiamo un Piano che non pone unicamente delle restrizioni, ma offre soprattutto delle opportunità, a partire da quello dell’innovazione del sistema produttivo fino al miglioramento della qualità della vita dei cittadini. Ma questi risultati si potranno raggiungere solo se, insieme, istituzioni, cittadini e imprese andranno nella stessa direzione”, conclude Priolo.
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