Piano CDP Rinegoziazione mutui Enti Locali: liberati 320 mln per i territori
Il piano di rinegoziazione dei mutui lanciato da Cassa Depositi e Prestiti (CDP) a inizio aprile per sostenere i Comuni, le Province e le Città Metropolitane si è concluso con l'adesione di oltre 800 Enti su tutto il territorio nazionale, che hanno presentato domande relative a un totale di più di 30mila prestiti.
CDP rafforza il sostegno agli enti locali colpiti dal sisma
Pensato per sostenere gli Enti Locali, liberando fondi da poter poi utilizzare sul territorio per interventi mirati a favore di imprese e famiglie, il piano di rinegoziazione dei mutui di Cassa Depositi e Prestiti (CDP) è stato ufficializzato il mese scorso con la Circolare n. 1303 del 4 aprile 2023.
Nel periodo di adesione, dal 6 al 26 aprile 2023, CDP ha messo a disposizione l’elenco dei prestiti originari, rendendo note le relative condizioni economiche di rinegoziazione nella sezione dedicata alla Pubblica Amministrazione sul sito internet di Cassa Depositi e Prestiti. Per la prima volta, gli Enti hanno potuto finalizzare l’iter di adesione con una modalità interamente digitale, dalla fase istruttoria e fino a quella contrattuale, così da velocizzare e semplificare sensibilmente l’intero processo.
Il 22 maggio CDP ha annunciato i risultati dell'operazione: circa 800 domande presentate da parte di Comuni, Province e Città Metropolitane, di cui oltre 200 al Nord, più di 400 al Sud e nelle Isole e circa 150 al Centro.
L’iniziativa ha consentito agli Enti di rinegoziare oltre 30mila prestiti per un debito residuo totale di circa 7,3 miliardi (il 30% del totale rinegoziabile) e di liberare così fino a circa 320 milioni di risorse nel periodo 2023-2024 da utilizzare, tra l’altro, per far fronte alle esigenze finanziarie determinate dal difficile contesto di aumento dei costi energetici e delle materie prime.
Si tratta, ha fatto sapere CDP in una nota, della più estesa operazione di rinegoziazione dei mutui realizzata negli ultimi anni da Cassa Depositi e Prestiti, insieme a quella attivata nel 2020 per far fronte all’emergenza epidemiologica da Covid-19.
“La rinegoziazione dei mutui rappresenta uno strumento che CDP mette a disposizione degli Enti per sostenerli ai fini dello sviluppo del territorio nelle fasi di complessità e criticità. Con questa operazione gli Enti Locali potranno liberare, nel periodo 2023-2024, risorse pari a 320 milioni da impiegare fin da subito. In un momento di particolare incertezza legata all’attuale contesto macro-economico e geopolitico, Cassa Depositi e Prestiti è al fianco degli amministratori locali, per rispondere efficacemente alle istanze delle comunità e ai bisogni dei cittadini”, ha commentato Massimo Di Carlo, Vicedirettore Generale e Direttore Business di CDP.
Rinegoziazione mutui 2023 CDP
A chi spetta?
A Comuni, Province e Città Metropolitane beneficiari di prestiti ordinari e flessibili, con oneri di ammortamento interamente a proprio carico, inclusi quelli oggetto di precedenti rinegoziazioni concessi prima del 01/01/2022 e in ammortamento al 01/01/2023, e scadenza successiva al 31/12/2027, con le caratteristiche indicate nella Circolare n. 1303/2023.
Come funziona?
Gli Enti locali possono rinegoziare i prestiti sopra indicati, con un debito residuo al 1° gennaio 2023 pari o superiore a 10.000 euro.
Comuni, Province e Città Metropolitane possono rimodulare il profilo di rimborso dei prestiti corrispondendo dal 30 giugno 2023 al 31 dicembre 2024 quote capitale pari allo 0,25% del debito residuo rinegoziato unitamente alle relative quote interessi. Dal 30 giugno 2025 e sino a scadenza dei prestiti, le rate di ammortamento semestrali, comprensive di capitale ed interessi, saranno costanti. E' possibile, inoltre scegliere se mantenere la scadenza post rinegoziazione invariata o se ridurla di 3 anni, per i soli prestiti con scadenza originaria successiva al 31 dicembre 2036.
L’iniziativa straordinaria consente agli Enti di liberare risorse per fronteggiare le emergenze legate all’attuale scenario macro-economico e geopolitico, con particolare riferimento al sensibile incremento dei costi energetici e delle materie prime e in tal modo sostenere servizi e investimenti a vantaggio del territorio.
Il tasso d’interesse post rinegoziazione sarà fisso anche per i prestiti attualmente calcolati a tasso variabile.