Derivati accerchiati dal G20 e dall’Europarlamento
In attesa del G20 di Toronto, si sta rapidamente chiudendo il cerchio sulla regolazione dei derivati, che qualcuno ha paragonato a vere e proprie armi di distruzione di massa finanziarie. Il Financial Stability Board, che si è riunito lo scorso 14 giugno nel capoluogo dell'Ontario - la stessa città che accoglierà il G20 il 26 e il 27 giugno 2010 - fa sapere di aver compiuto "importanti progressi" sui derivati "meno controllati", ma anche sulle azioni da intraprendere per evitare i fallimenti degli istituti bancari.
"E' stata una riunione sostanziale sulle proposte che verranno presentate al vertice del G20 che si svolgerà in questa città. Abbiamo preparato il terreno in modo che i leader possano prendere decisioni nel settore della riforma delle regole", ha dichiarato il governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi.
Dopo che Merkel e Sarkozy i primi di giugno, avevano fatto terra bruciata attorno ai credit default swaps con una lettera indirizzata al presidente della Commissione UE, Barroso, ecco un nuovo colpo a questi contratti finanziari "rei" di aver innescato la crisi economica, assestato questa volta dall'Europarlamento.
La risoluzione non legislativa approvata dal Parlamento il 15 giugno giunge poche settimane prima della pubblicazione da parte della Commissione Europea delle sue proposte legislative per regolamentare il settore.
Nel settembre 2010 la Commissione UE presenterà la sua proposta legislativa sui derivati. Il testo inizierà, dunque, il suo iter sia al Consiglio dei Ministri che al Parlamento, le due istituzioni che condividono il potere legislativo.
Secondo il relatore del rapporto sui derivati, Werner Langen, deputato tedesco del Ppe seduto sugli scranni dell’Europarlamento dal 1994, questi strumenti hanno un ruolo molto utile nell'economia, perché aiutano a dissipare i rischi. Per permettere alle imprese di continuare a usarli, bisogna fare la distinzione fra i derivati usati per minimizzare i rischi, e quelli di natura puramente speculativa", spiega Werner Langen, autore del rapporto parlamentare sui derivati.
"Il problema è che questi strumenti non sono stati abbastanza regolamentati, e non sono trasparenti", afferma Werner. La maggior parte dei contratti, infatti, si stipulano fra le due parti, senza alcun tipo di controllo da parte dei regolatori e dei mercati.
"Nel futuro, le transazioni di derivati - sia delle imprese che delle istituzioni finanziarie- dovranno essere registrate presso repertori centralizzati, in modo che il regolatore possa accedervi. Questo aiuterà a differenziare fra i diversi tipi di derivati".
Il testo approvato dagli eurodeputati invita la Commissione a esaminare nuove modalità per ridurre in modo significativo il volume globale di prodotti derivati e sostiene la proposta dell'Esecutivo di proporre requisiti patrimoniali più elevati per gli istituti finanziari in caso di contratti bilaterali di derivati non ammissibili al sistema europeo di controparti centrali di compensazione (CCP).
E’ necessario infatti che un maggior numero di prodotti finanziari derivati sia trattato a partire da un sistema centralizzato di diminuzione del rischio. Per raggiungere tale risultato, i deputati propongono di rafforzare i poteri delle CCP nei confronti di una più ampia gamma di rischi, "incluso il fallimento di più partecipanti, le vendite improvvise di risorse finanziarie e la rapida riduzione della liquidità del mercato".
Le CCP dovranno essere istituite secondo "chiare regole di condotta e necessarie norme vincolanti" per evitare che siano interamente controllate dagli utenti e che i loro sistemi di gestione dei rischi siano in competizione.
La risoluzione intende vietare le transazioni speculative sui credit default swap (CDS) e vuole che essi vengano trattati da una CCP europea. I CDS sono sotto accusa per aver accelerato la crisi dei bond in Europa, soprattutto in Grecia. Se la proposta diventerà legge, compratori e venditori di CDS e altri derivati non potranno più operare indipendentemente, al di fuori delle istituzioni finanziarie, ma dovranno passare per una camera di compensazione, che diventerà il centro di tutte le transazioni, assicurando che le parti onorino i loro impegni e il denaro circoli davvero fra mani diverse.
La nuova legislazione proposta dalla Commissione dovrà anche includere norme sul divieto di eseguire operazioni su materie prime e prodotti agricoli con finalità puramente speculative.
Nel frattempo il commissario europeo per il mercato interno e i servizi, Michel Barnier, ha lanciato lo scorso 14 giugno due consultazioni pubbliche: la prima riguarda i prodotti derivati, mentre la seconda concerne una proposta che intende limitare temporaneamente o vietare le vendite allo scoperto e i credit default swap in situazioni di emergenza.
Per concludere, il 2011 potrebbe rappresentare realisticamente l'anno della "caccia alle streghe" dei derivati.