Fino a 500 milioni di euro con lo strumento europeo di Microcredito Progress
Storicamente il microcredito non appartiene alla tradizione finanziaria italiana. Sono molteplici i motivi del ritardo. Da un lato questo strumento nasce alla fine degli anni Settanta in un Paese come il Bangladesh e si radica soprattutto nei paesi in via di sviluppo, in particolare in Africa, Asia e America Latina, dove carestie e calamità naturali hanno spesso comportato un azzeramento dell’economia.
Dall’altro il nostro tessuto imprenditoriale si fonda più sulle Pmi a carattere familiare, che sull’iniziativa del singolo imprenditore. Tuttavia, in occasione dell’anno europeo della lotta alla povertà e all'esclusione sociale, è tutto un fiorire di progetti volti a diffondere nel nostro paese l’accesso al credito da parte delle microimprese, anche alla luce della stretta che sta caratterizzando la coda della crisi economica.
Per farsi un’idea della sperequazione che ad oggi caratterizza il credito, basti pensare che, secondo i dati del Programma di Sviluppo delle Nazioni Unite (United Nations Development Program), il 20% più ricco della popolazione mondiale ottiene il 95% del credito erogato complessivamente.
Il 2010 si candida realisticamente a diventare l’anno della svolta. L'Unione Europea ha infatti istituito un nuovo strumento di microfinanziamento, Progress, per fornire microcrediti alle piccole imprese e a chi ha perso il lavoro e vuole avviare un’attività.
Quest'anno, la crisi economica comporterà la perdita di 3,5 milioni di posti di lavoro nell'UE. Coloro che hanno perso il posto o quelli a rischio di disoccupazione, che intendono creare una propria impresa, troveranno un accesso agevolato ai finanziamenti e beneficeranno di misure di sostegno addizionali quali orientamento, formazione e preparazione. Le persone in situazione svantaggiata, compresi i giovani, che intendono avviare o sviluppare ulteriormente la propria impresa fruiranno anch'essi di garanzie e di assistenza nella preparazione di un piano di attività.
Con una dotazione iniziale di 100 milioni di euro verranno mobilitati in tutta l’UE finanziamenti per un importo di 500 milioni di euro in cooperazione con istituzioni finanziarie internazionali come la BEI (Banca europea per gli investimenti). Ciò potrebbe tradursi in circa 45 mila prestiti per un periodo massimo di 8 anni.
Se si pensa che circa il 99% delle nuove attività in corso di realizzazione è rappresentato da microimprese o piccole imprese si può comprendere meglio l'importanza di questo strumento. Il piano si rivolge, oltre che alle imprese, anche alle persone in cerca di occupazione che hanno difficoltà di accesso al credito bancario tradizionale. Sotto questo profilo svolge, dunque, anche una funzione di "inclusione sociale" in linea con la “exit strategy” Europa 2020.
A partire da giugno 2010, momento in cui lo strumento diverrà effettivamente operativo, gli interessati potranno contattare gli enti locali di erogazione di microfinanziamenti per le microimprese, quali banche, piccoli istituti di credito senza fini di lucro e istituti di garanzia. I finanziamenti stanziati saranno integrati con altri dispositivi esistenti, come a il Fondo sociale europeo (FSE), che sarà incaricato di indirizzare i microimprenditori e aiutarli nei momenti decisionali.
Poiché non basta semplicemente distribuire fondi, ma occorre anche assistere i potenziali microimprenditori e rafforzare le capacità dei microfinanziatori, Progress si integra con gli altri dispositivi esistenti, in particolare il Fondo sociale europeo.
La creazione di un'interfaccia tra l'FSE e lo Strumento europeo di microfinanziamento Progress intende rappresentare la chiave per il successo di Progress, per i seguenti motivi:
- sfruttando i canali esistenti, l'FSE svolgerà un ruolo importante nell'informare i potenziali beneficiari del nuovo Strumento;
- tutti gli Stati membri danno priorità all'imprenditorialità nell'ambito dei rispettivi programmi operativi FSE; nel contempo offrono sostegno per la formazione in materia di gestione d'impresa insieme a servizi di orientamento e tutoraggio e aiutano i destinatari a presentare richiesta di microfinanziamento e a gestire una microimpresa;
- l'FSE interverrà a sostegno dei beneficiari con le sue tradizionali attività di promozione dell'imprenditorialità, assistenza, formazione e consulenza.
Sul fronte italiano, invece, la struttura di coordinamento amministrativo del 2010, Anno europeo della lotta alla povertà e all'esclusione sociale è il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, in qualità di Organismo nazionale di attuazione. Inoltre, dal 2006, è operativo il Comitato nazionale permanente per il microcredito, presieduto dal deputato Mario Baccini.
La speranza è quella che queste azioni possano promuovere settori cruciali come quello dell'imprenditoria femminile. Secondo le stime di Unioncamere all'inizio del 2009 le imprenditrici erano circa 1,4 milioni. I maggiori incrementi tra le imprese femminili si sono registrate nelle attività immobiliari, noleggio, informatica e ricerca.