Banca del Mezzogiorno: presentato il comitato promotore
La Banca del Mezzogiorno potrà emettere titoli di scopo a medio e lungo termine. Per questo genere di emissioni, previsti da uno dei commi della Finanziaria che regolamenta il nuovo istituto, è prevista un'aliquota di favore del 5% sugli interessi per gli investitori per un massimo di centomila euro per sottoscrittore. Il ministro dell’Economia Giulio Tremonti, presentando l’iniziativa insieme al premier, ha affermato: "la norma è sulla Gazzetta Ufficiale da due mesi, ma è normale che uno strumento così nuovo non si attivi subito. Sarà nostro compito iniziare a discuterne con le banche". Il ministro esclude poi che la nuova banca possa diventare un carrozzone: "é impossibile perché non è pubblica”.
Il comitato promotore, che si riunirà per al prima volta il 25 marzo, è composto da quindici membri che sono stati nominati dal Presidente del Consiglio su proposta del ministro dell'Economia. Sarà compito del comitato individuare e selezionare i soci fondatori, diversi dallo Stato e definire le regole di governo della Banca, gli apporti minimi di capitale necessari a soggetti diversi dallo Stato per partecipare in qualità di soci e le specifiche funzioni e attività. Segretario del Comitato promotore è il vicedirettore generale di Federcasse, Roberto Di Salvo.
Al comitato si affiancherà un tavolo di consultazione al quale sono stati invitati Confindustria, Confartigianato, Confcommercio, Confesercenti, Coldiretti, Lega delle Cooperative, Confagricoltura, Cia, Casartigiani, Cna, Confapi.
La Banca del Mezzogiorno nasce per favorire la nascita di nuove imprese, l'imprenditorialità giovanile e femminile, l'aumento dimensionale e l'internazionalizzazione, la ricerca e l'innovazione al fine di creare maggiore occupazione nel Sud Italia. La Banca del Mezzogiorno opererà con la rete delle banche e delle istituzioni che aderiscono e potrà stipulare apposite convenzioni con Poste. Dovrà operare per almeno cinque anni come istituzione finanziaria di secondo livello. La Banca dovrà favorire la raccolta a medio-lungo termine e non intende, invece, risolvere da sola altri problemi tipici del Mezzogiorno come, ad esempio, le carenze infrastrutturali o i servizi pubblici inefficienti. Per quanto riguarda l'organizzazione, si prevede che si tratti di una banca privata. Lo Stato si ritaglia il ruolo di facilitatore dei rapporti con i soci. Si tratterà inizialmente di una banca di secondo livello cioè di una banca senza sportelli propri per il pubblico. Tra i possibili servizi si prevede che la Banca potrà garantire per i clienti delle banche socie, potrà fare consulenze alle banche socie e alle Pmi. E' prevista anche la valutazione del merito di credito per progetti imprenditoriali innovativi e a medio-lungo termine, la raccolta a medio-lungo termine.
Si prevede infine la possibilità per Poste Italiane di acquistare, oltre a titoli governativi dell'area dell'euro, anche altri titoli se garantiti dallo Stato e in casi particolari, queste emissioni potrebbero essere effettuate dalla Banca del Mezzogiorno per finanziare infrastrutture senza impattare sul deficit pubblico. La rete sulla quale potrà contare la Banca del Mezzogiorno, oltre a punti dedicati presso gli uffici di Poste, sarà composta dalle 111 Banche di Credito Cooperativo e Casse Rurali presenti nel Mezzogiorno. Cioé 620 sportelli con una raccolta diretta di 15,7 miliardi.