Pe: accordo con il Consiglio sul Fondo per gli aiuti agli indigenti
Il Parlamento europeo ha approvato in seduta plenaria l'accordo raggiunto con il Consiglio dei ministri dell'Ue sul Fondo europeo per gli aiuti agli indigenti (FEAD), che avrà a disposizione anche per il periodo 2014-2020 uno stanziamento di 3,5 miliardi di euro.
Il nuovo programma interesserà tutti gli Stati membri e andrà a sostituire il programma di distribuzione di derrate alimentari studiato per utilizzare le eccedenze prodotte nell'ambito della PAC (Politica Agricola Comune).
Rispetto al settennato 2007-2013, risultano ampliate le finalità del fondo attraverso l'inclusione di due programmi destinati:
- alla distribuzione di cibo e all'assistenza materiale di base,
- al finanziamento di interventi per l'inclusione sociale dei più poveri.
Il fondo sosterrà, inoltre, le donazioni di cibo e, in particolare, la raccolta, il trasporto e la distribuzione degli alimenti, in un'ottica di riduzione degli sprechi alimentari.
L'accordo, raggiunto da Parlamento e ministri Ue a fine novembre 2013 e approvato oggi in seduta plenaria, stabilisce una quota di cofinanziamento da parte dell'Unione europea pari all'85% delle spese ammissibili, aumentabile fino al 95% per i paesi maggiormente colpiti dalla crisi.
Insoddisfatte le associazioni del settore. La crisi sociale che sta affrontando l'Europa "richiede risposte immediate e iniziative a lungo termine. È necessario un supporto materiale, come gli aiuti di emergenza, ma devono proseguire anche gli sforzi a lungo termine per aumentare l'inclusione sociale. A dirlo, Caritas Europa, Eurodiaconia, l'Ufficio Ue della Croce Rossa, FEANTSA, EAPN.
"Sebbene questa approvazione dimostri l'impegno dell'Ue per la coesione sociale e la lotta alla povertà - commentano le ong - c'è ancora molto da fare prima che l'aiuto promesso raggiunga i più bisognosi. Il Fondo europeo per gli aiuti agli indigenti deve avere un'identità che rispecchi la necessità di sostenere le persone più vulnerabili delle nostre società e coloro che sono più lontani dal mercato del lavoro, garantendo che i loro diritti fondamentali siano rispettati".