Fondi Ue: le linee guida del PON Citta' metropolitane
Il ministro per la Coesione territoriale Carlo Trigilia illustra le linee essenziali del Programma operativo nazionale Città metropolitane, inserito nella nuova programmazione dei fondi europei 2014-2020.
Il Programma si colloca nel contesto dell’agenda urbana europea per le politiche di coesione e intende rafforzare il ruolo delle grandi città attraverso la realizzazione di pochi progetti essenziali.
Secondo quanto illustrato dal ministro Trigilia, insieme al ministro per gli Affari regionali Graziano Delrio, ai sindaci delle 14 città coinvolte, per il PON sarà adottata una logica sperimentale e l'iniziativa interverrà in parallelo ai Programmi operativi regionali per sostenere gli interventi nelle 10 Città metropolitane - Roma, Bari, Bologna, Genova, Firenze, Milano, Napoli, Torino, Reggio Calabria e Venezia - e nelle 4 Città metropolitane delle Regioni a statuto speciale - Cagliari, Catania, Messina e Palermo.
Nello specifico, il documento presentato ai sindaci prevede come principale linea d'azione l'utilizzo dello strumento Smart City per la modernizzazione dei servizi urbani, attraverso piani di investimento per il miglioramento delle infrastrutture di rete e dei servizi pubblici.
Fra i risultati attesi:
- aumento della mobilità sostenibile nelle aree urbane;
- riduzione dei consumi energetici negli edifici e nelle strutture pubbliche o ad uso pubblico, residenziali e non residenziali;
- diffusione di servizi digitali che permettano di ridurre gli spostamenti fisici e di accelerare i tempi di esecuzione delle pratiche a costi più bassi.
Inoltre, per le Città che si trovano nelle Regioni meno sviluppate, il PON potrebbe sostenere anche interventi e sperimentazioni per l’inclusione sociale, rafforzando e innovando le politiche ordinarie dell’abitare anche con il coinvolgimento del tessuto associativo e dell’economia sociale.
Sarà inoltre incentivato e promosso lo scambio di esperienze tra le aree coinvolte, per contribuire alla soluzione di problemi comuni e permettere la diffusione delle migliori pratiche.
Il territorio in cui si interverrà non sarà strettamente vincolato ai confini politico-amministrativi delle Città metropolitane, ma potrà estendersi anche ad altri territori legati da interdipendenze funzionali. Il progetto, che avrà come interlocutori i sindaci, coinvolgerà infatti anche le amministrazioni regionali, chiamate a sostenere alcune componenti dell’agenda urbana, in particolare quelle relative all’inclusione sociale e ai servizi avanzati.