Riforma europea delle Telecomunicazioni: Internet e' un diritto fondamentale
Gli Stati membri sono tenuti a recepire la riforma entro giugno 2011.
Mai nessuno prima dell’Unione Europea, aveva riconosciuto all'accesso a Internet una protezione giuridica equivalente a quella garantita a un diritto o a una libertà fondamentale. Il legislatore ha ritenuto infatti che Internet fosse essenziale per l'istruzione e l'esercizio pratico della libertà di espressione e l'accesso all'informazione. Qualsiasi restrizione imposta all'esercizio di tali diritti fondamentali dovrebbe essere conforme alla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali. Finora, infatti, non vi era alcuna normativa comunitaria che tutelasse questo diritto. In assenza di diritto comunitario in materia, la competenza sull'accesso a Internet è stata finora degli Stati membri.
D'ora in poi le autorità potranno tagliare l'accesso a Internet solo dopo un giudizio "equo e imparziale", che include il diritto "ad essere ascoltati" da parte degli utenti. La nuova normativa non fornisce alcun esempio esplicito di utilizzo di Internet considerato illegale: saranno sempre gli stati a decidere - sulla base della propria normativa nazionale - cosa costituisce reato e porta all’interruzione dell’accesso a Internet di un utente. Alcuni esempi potrebbero essere la distribuzione di materiale a contenuto pedopornografico o terroristico.
Questo pacchetto legislativo ad “ampio spettro” amplia gli attuali diritti di circa 500 milioni potenziali utenti, tanti quanti i cittadini dei 27 paesi membri dell'UE. La nuova legislazione, di cui è relatrice l’eurodeputata socialista francese Catherine Trautman, include inoltre regole per:
- l'armonizzazione delle norme sulla gestione delle frequenze radio nell'UE, specialmente in vista del passaggio (switch off) dalla TV analogica a quella digitale, previsto nel 2012.
- il miglioramento della cooperazione fra le autorità di telecomunicazioni degli stati membri,
- la facoltà di procedere alla cosiddetta "separazione funzionale", che permette agli operatori dominanti sul mercato di creare entità commerciali separate, con l'obiettivo di commercializzare l'uso delle proprie infrastrutture di rete. La separazione funzionale permette di migliorare la concorrenza in numerosi mercati, riducendo significativamente gli incentivi alla discriminazione e agevolando la verifica e l'applicazione del rispetto degli obblighi in materia di non discriminazione,
- la costituzione, nella primavera del 2010, di un'Authority europea, il BEREC (Body of European Regulators for Electronic Communications). Tra i compiti assegnati al BEREC: elaborare pareri sulle controversie transnazionali e formulare raccomandazioni. Occorre quindi che le autorità nazionali di regolamentazione tengano conto degli eventuali pareri del BEREC. Le autorità nazionali di regolamentazione contribuiscono allo sviluppo del mercato interno, lavorando insieme alla Commissione e con il BEREC in modo trasparente per assicurare la piena applicazione, in tutti gli stati membri, delle disposizioni della riforma,
- il diritto dei consumatori a cambiare operatore di telefonia mobile in 24 ore, garantendo la portabilità del numero,
- una maggiore trasparenza delle informazioni per i consumatori sui servizi on line a pagamento, e l’introduzione di standard minimi di qualità,
- il rafforzamento della lotta allo spam,
- una maggiore indipendenza politica delle autorità nazionali per le comunicazioni,
- il rafforzamento della protezione dei dati personali e della privacy, ad esempio attraverso l'obbligo di ottenere il consenso degli utenti prima dell'installazione di cookies sui computer.
Soddisfazione per il voto del Parlamento è stata espressa dalla Commissione Ue, che presentò per la prima volta il pacchetto di misure nel novembre del 2007. Viviane Reding, commissaria uscente per le Tlc, sottolinea che "le frontiere nazionali in Europa non dovranno più costituire, per gli operatori e per i consumatori, un ostacolo per l'accesso alla rete e alla fornitura di servizi di comunicazione. E la creazione di un nuovo organismo dei regolatori europei - conclude - è un segnale forte del nostro impegno in questo senso”.
(Alessandra Flora)