Connecting Europe Facility e project bonds per le infrastrutture Ue
Attirare l'interesse delle grandi imprese private verso nuovi investimenti infrastrutturali: questo l'obiettivo di una conferenza promossa a Bruxelles il 2 ottobre dalla Commissione europea, che ha visto seduti attorno allo stesso tavolo il suo presidente, Manuel Durão Barroso e i manager delle maggiori imprese europee (come, ad esempio, Deutsche Telekom, Ericsson, RATP; HSBC) e della BEI. Presenti anche i commissari competenti nei settori coinvolti: Neelie Kroes, Siim Kallas, Johannes Hahn e Günther Oettinger.
Il dibattito si è incentrato sullo strumento del CEF, acronimo di Connecting Europe Facility, un vero e proprio "asso nella manica" nelle parole di Barroso, proposto esattamente un anno fa dall'Esecutivo di Bruxelles nell'ambito della programmazione finanziaria per il periodo 2014-2020 con l'obiettivo di migliorare le reti europee in tre settori chiave - trasporti, energia e digitale - in una logica paneuropea. La logica è quella del cofinanziamento pubblico-privato.
L'ammontare complessivo dell'intervento previsto è di 50 miliardi, 10 dei quali dovrebbero provenire dal Fondo di coesione, cioè il fondo che assiste gli stati membri con un reddito nazionale lordo pro capite inferiore al 90% della media comunitaria a recuperare il proprio ritardo economico e sociale e a stabilizzare la propria economia. L'Italia quindi non ne usufruisce, mentre vi accedono: Bulgaria, Romania, Cipro, Estonia, Grecia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Portogallo, Repubblica ceca, Slovacchia e Slovenia e Spagna, (regime di sostegno transitorio). Sull'uso di risorse del fondo di Coesione, però, la Commissione deve trovare ancora un accordo con il Parlamento europeo.
Non è casuale che l'evento si sia svolto nel momento in cui i negoziati sul quadro finanziario entrano nel vivo. Il 22 e il 23 novembre 2012 uno speciale Consiglio dell'Unione europea sarà dedicato del quadro finanziario pluriennale. Il Parlamento europeo, infatti, dovrebbe votare la proposta all'inizio del 2013. Con l'aggravarsi della crisi economica e l'adozione di stringenti politiche nazionali di austerity, alcuni stati membri che vogliono giocare al ribasso: proprio quel che l'Esecutivo vorrebbe evitare. Il rischio, tutt'altro che remoto, è che gli investimenti in Europa subiscano una battuta d'arresto.
Strettamente correlati al CEF sono gli stability bond, su cui a luglio si è aperta la fase pilota. Nelle intenzioni della Commissione, i project bond consentiranno di costruire le strade, le strade, le ferrovie, le reti energetiche, le condutture e le reti a banda larga che sono così importanti per i nostri cittadini e per le imprese, fornendo i collegamenti mancanti delle reti infrastrutturali europee che altrimenti non sarebbero costruiti.
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Commission proposals for the Multiannual Financial Framework 2014-2020