Quanti fondi per Industria 5.0?

Industria 5.0 - Foto di Arek Socha da Pixabay Come faceva notare il presidente di Confindustria Carlo Bonomi il 12 novembre, al forum della Piccola Industria, non è chiaro quanti fondi ci saranno effettivamente per il pacchetto Industria 5.0, molto atteso dalle imprese: “il ministro Fitto ha detto 10 miliardi, il ministro Urso ha detto 5 miliardi”, per poi alzare la posta e annunciare un piano da 12 miliardi. Ma come si arriva a 12 miliardi per Industria 5.0?

Beni strumentali 4.0 e Transizione 5.0 Green: guida agli incentivi alle imprese che investono in tecnologie digitali e verdi

L’ultima cifra nota l’ha indicata il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso nel corso dell’assemblea pubblica di Confetra, Confederazone generale italiana dei trasporti e della logistica: “Dalla riformulazione del PNRR e dal programma REPowerEU contiamo di individuare i fondi per incrementare le risorse già destinate nella manovra di bilancio a Industria 5.0, e destinare quindi 12 miliardi di euro in due anni (e quindi 6 miliardi ogni anno) che andranno tutti a beneficio delle imprese italiane”. 

Una cifra che dovrebbe placare le preoccupazioni di Confindustria, espresse nei giorni scorsi dal numero uno di viale dell'Astronomia Bonomi così come dal presidente di Piccola Industria Confindustria, Giovanni Baroni: "Ogni decisione sul piano Industria 5.0 è assente nella manovra ed è stata rinviata".

Ma come si arriva a 12 miliardi? Abbiamo provato a ricostruire il puzzle. 

Quanti fondi per Industria 5.0?

Partiamo dalla manovra 2024. Spulciando il dossier, per ora, non c’è granché per le imprese, se non:

  • 400 milioni per i contratti di sviluppo (190 milioni per il 2024 e 210 milioni per il 2025), che Urso spera di aumentare, come dichiarato in un’intervista al Corriere della Sera del 14 novembre,
  • 100 milioni per la Nuova Sabatini, che si aggiungono ai 50 milioni previsti dal decreto Anticipazioni finanziarie,
  • 330 milioni per il Fondo per la Crescita Sostenibile (110 milioni di euro per l’anno 2024 e 220 milioni di euro per l’anno 2025).

Quindi la nuova legge di bilancio per ora sembra stanziare 830 milioni di euro per il capitolo imprese. Aggiungendo i 50 milioni del dl Anticipazioni per rifinanziare la Nuova Sabatini quest’anno arrivano a 880 milioni.

La fetta maggiore dei fondi non si trova in manovra ma nel REPowerEU, il capitolo energetico agganciato al PNRR. 

Secondo la formulazione iniziale (quella inviata a Bruxelles ad agosto), nel Repower ci sarebbero 4 miliardi per Transizione 5.0 Green, il meccanismo di sostegno alle imprese che copre sia l’innovazione digitale che la transizione verde. 

Non sono gli unici fondi per le imprese a dire il vero: ai 4 miliardi per Transizione 5.0 Green vanno aggiunti 1 miliardo e mezzo per il credito di imposta per l’autoconsumo di energia da rinnovabili, 320 milioni per la cosiddetta Sabatini Green e altri 400 milioni per migliorare la sostenibilità dei settori agroalimentare, zootecnico, pesca e acquacoltura, silvicoltura, floricoltura e vivaismo. 

Ma torniamo a Industria 5.0 tout court e all’intervista di Urso al Corriere del 14 novembre scorso:

“Abbiamo sempre sostenuto che per incrementare Industria 4.0 avremmo utilizzato le risorse derivanti dalla riprogrammazione del PNRR in corso di definizione attraverso il REPowerEU. Siamo fiduciosi di ottenere circa 5 miliardi che destineremo appunto al nuovo Piano Transizione 5.0 per investimenti in efficientamento energetico”.

Quindi, dai 4 miliardi della bozza iniziale si passerebbe a 5, presumibilmente indirizzati su Transizione 5.0 Green. 

Si tratta in ogni caso di fondi che dipendono dai negoziati in corso tra Governo e Commissione europea, che potrebbero trovare la quadra del cerchio tra qualche settimana, forse entro l’Ecofin dell’8 dicembre

A questi 5 miliardi Urso, nella stessa intervista, aggiunge le risorse del Piano Transizione 4.0, in vigore fino al 2025, che può già contare su 3,4 miliardi l’anno. Si tratta però, in questo caso, di fondi già previsti dalla legge di bilancio 2022.

“Se riuscissimo nell’obiettivo, saranno quindi 12 i miliardi a disposizione degli investimenti in innovazione delle imprese, 6 miliardi per il 2024 e 6 per il 2025”, è quanto detto da Urso. È presumibile quindi che i 12 miliardi cui fa riferimento il ministro delle Imprese e del Made in Italy includano anche i 6,8 miliardi già previsti dalla legge di bilancio 2022 per Industria 4.0.

Nel parlare all’assemblea di Confetra il ministro Urso fa però riferimento anche alla “riformulazione del PNRR”, ovvero alla revisione complessiva del Piano nazionale di ripresa e resilienza, anche questa oggetto del negoziato con la Commissione europea e che riguarda 144 misure, prevedendo la cancellazione di 9 investimenti. 

Non avendo contezza dell’andamento dei negoziati a Bruxelles non è chiaro se dalla revisione del PNRR possano venire nuovi fondi per gli incentivi alle imprese. 

Vale la pena ricordare che nel PNRR “originale” era stato previsto uno stanziamento di oltre 13 miliardi per i crediti di imposta Transizione 4.0, cui si sono aggiunti poco più di 5 miliardi provenienti dal Fondo Complementare al Recovery. Fondi che si sono esauriti presto e che hanno contribuito alle performance positive del Piano nazionale di ripresa e resilienza nel primo anno, come certificato dalla Corte dei Conti a marzo.

Foto di Arek Socha da Pixabay