Piano Juncker - nel 2016 per Italia un miliardo di investimenti

Le risorse saranno impiegate per tre autostrade e per gli investimenti sulla banda larga

© European Union, 2015

Poco più di un miliardo di euro nel 2016. Che saranno spesi in parte (650 milioni) per le infrastrutture di trasporto e in parte (400 milioni) per l’agenda digitale. Guardando le tabelle dell’ultimo documento di economia e finanza, è questo il denaro che l’Italia conta di recuperare nel corso del prossimo anno nel quadro del piano Juncker. Dal fondo Efsi arriverà, allora, un pezzo fondamentale degli investimenti che il Governo ha intenzione di sbloccare grazie alla flessibilità europea e al cofinanziamento nazionale, pari a poco più di undici miliardi, con circa 5,1 miliardi di risorse nazionali

Clausola di flessibilità

I calcoli del Def si collocano nel quadro della flessibilità consentita in base alle norme del patto di stabilità europeo. L’Italia, come noto, ha chiesto di attivare la clausola per gli investimenti per una serie di progetti cofinanziati dall’Ue, con un impatto “diretto e verificabile” di lungo periodo sul bilancio. Si tratta di interventi relativi al Connecting Europe facility, il programma dedicato alle infrastrutture, ai fondi strutturali, alla Youth employment initiative e all’Efsi, il plafond del piano Juncker.

Spesa nazionale per 5,1 miliardi

Complessivamente, la spesa nazionale per questi progetti sarà pari a 5,1 miliardi di euro, divisi tra tutte le priorità individuate dal Governo, che spaziano dall’efficienza energetica ai trasporti, passando per l’agenda digitale, la competitività delle Pmi, l’istruzione e il turismo. A queste risorse andranno aggiunti i fondi in arrivo direttamente da Bruxelles. Così, è già possibile sapere quanto il nostro paese conta di incamerare dal fondo Efsi, il pacchetto da 21 miliardi di garanzie che sarà gestito da BEI e Commissione europea per i prossimi tre anni, allo scopo di mobilitare investimenti privati e pubblici.

La ripartizione delle risorse

Il nostro Governo, in sostanza, conta di incamerare risorse, oltre al suo finanziamento base, per 1.050 milioni, poco più di un miliardo di euro dall’Efsi, da spendere in nuovi investimenti. Saranno impiegate per due priorità. L’agenda digitale, con un impiego di 450 milioni di euro, e le reti infrastrutturali e di trasporto, per altri 650 milioni di euro.

La destinazione degli investimenti

Sul fronte dell’agenda digitale il denaro sarà utilizzato per connettere il paese attraverso la banda larga, attuando così il piano di infrastrutturazione al quale stanno lavorando Palazzo Chigi e il Ministero dello Sviluppo economico. Sul fronte delle infrastrutture di trasporto, invece, il piano è sbloccare tre autostrade in project financing: Pedemontana veneta, Pedemontana lombarda e terza corsia della A4.

Gli altri fondi

A questo denaro si aggiungeranno molte altre risorse, per comporre il perimetro delle deroghe. Ai 5,1 miliardi di finanziamento nazionale va aggiunto il miliardo dell’Efsi, gli 1,4 miliardi del Fesr, i 600 milioni del Fondo sociale europeo, 200 milioni della Youth employment initiative, un miliardo del Connecting Europe Facility, 800 milioni del Feasr e 50 milioni del Feamp. Il totale, allora, porta agli 11,3 miliardi di euro di investimenti in deroga alle regole del patto di stabilità che l’Europa ci concederà nel corso del 2016.