Nel ddl Made in Italy nuovi contributi per le imprese culturali e creative
Il ddl Made in Italy ha previsto lo stanziamento di 3 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2024 al 2033 per la concessione di contributi a favore delle imprese culturali e creative.
Tutto ciò che c’è da sapere sulla nuova legge Made in Italy
I nuovi incentivi per le aziende culturali e creative rappresentano la principale novità del pacchetto di misure previsto dal disegno di legge Made in Italy per promuovere il rilancio del settore ed aprire un nuovo capitolo della strategia nazionale per valorizzare l’economia creativa italiana.
"Un percorso avviato con l’investimento di complessivi 155 milioni di euro da fondi PNRR per la transizione digitale e green della filiera, che con questo provvedimento acquisterà stabilità grazie a nuovi fondi e alla possibilità di effettuare una programmazione di lungo periodo", ha spiegato anche il Sottosegretario di Stato al Ministero della Cultura Lucia Borgonzoni a proposito del testo.
Nel ventaglio di norme previste dal provvedimento rientrano anche l’introduzione della definizione di 'impresa culturale e creativa', l’avvio di un Albo delle imprese culturali e creative di interesse nazionale e l'istituzione di uno strumento di gestione delle attività con programmazione triennale: il Piano nazionale strategico per la promozione e lo sviluppo delle imprese culturali e creative.
DDL Made in Italy, 3 milioni l'anno per le imprese culturali e creative
Come anticipato, il disegno di legge Made in Italy stabilisce una spesa di 3 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2024 al 2033, mirata al sostegno di investimenti effettuati sul territorio nazionale dalle imprese culturali e creative.
Lo scopo finale dell'intervento è quello di promuovere e valorizzare il made in Italy e di rendere maggiormente competitivo il settore culturale e creativo.
A proposito della copertura finanziaria della misura, la normativa prevede che "agli oneri previsti si provvede a valere delle proiezioni dello stanziamento del fondo speciale di conto capitale iscritto, ai fini del bilancio triennale 2023- 2025, nell’ambito del programma 'Fondi di riserva e speciali' della missione 'Fondi da ripartire' dello stato di previsione del Ministero dell’Economia e delle Finanze per l’anno 2023, allo scopo parzialmente utilizzando l’accantonamento relativo al Ministero della Cultura".
Tuttavia, per conoscere le condizioni, i termini e le modalità per la concessione dei contributi in conto capitale in favore delle imprese bisognerà attendere l'emanazione di un decreto ad hoc del Ministro della Cultura, di concerto con il Ministro delle Imprese e del Made in Italy e del Ministro dell’Economia e delle Finanze.
Le altre misure del pacchetto Cultura nel ddl Made in Italy
Definizione di 'imprese culturali e creative'
Parallelamente all'erogazione di agevolazioni, il ddl Made in Italy fornisce una definizione di 'imprese culturali e creative' (ICC), identificandole in tutti gli enti che:
- svolgono attività stabile e continuativa con sede in Italia o in uno degli Stati membri dell’UE o aderenti all’Accordo sullo Spazio economico europeo, purché sia soggetto passivo di imposta in Italia e
- hanno per oggetto sociale, esclusivo o prevalente, una o più delle seguenti attività: ideazione, creazione, produzione, sviluppo, diffusione, promozione, conservazione, ricerca, valorizzazione o gestione di beni, attività e prodotti culturali.
A tal proposito, il testo rinvia ad un decreto del MIC, da adottare di concerto con il MIMIT entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge, la definizione delle modalità e delle condizioni del riconoscimento della qualifica di impresa culturale e creativa, nonché delle ipotesi di revoca.
Nello stesso articolo, inoltre, viene delineato il profilo delle startup innovative culturali e creative, cioé le imprese che rispondono sia alla definizione di startup innovativa, che a quella di impresa culturale e ricreativa. Infine, prevede che le imprese culturali e creative siano iscritte in un’apposita sezione nel registro delle imprese.
In arrivo l'albo delle imprese culturali e creative di interesse nazionale
Il ddl istituisce, presso il MIC, l’albo delle imprese culturali e creative di interesse nazionale. Per rendere effettiva l’iscrizione all’albo è necessaria anche la registrazione nel portale del Sistema archivistico nazionale (SAN), al fine di salvaguardare gli archivi storici delle imprese italiane e di valorizzare le imprese culturali e creative.
Anche in questo caso, si attende un decreto del MIC, da adottare entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore del provvedimento in esame, per la definizione delle modalità di attuazione della misura.
Cos'è il Piano nazionale strategico per la promozione e lo sviluppo delle imprese culturali e creative ?
Inoltre, il ddl Made in Italy stabilisce l’adozione, ogni tre anni, da parte del MIC, di concerto con il MIMIT e con la Farnesina, di un Piano nazionale strategico per la promozione e lo sviluppo delle imprese culturali e creative.
Gli obiettivi e le finalità del Piano sono:
- definire modalità organizzative e di coordinamento delle attività delle amministrazioni competenti, fermi restando i poteri di indirizzo e coordinamento in materia di internazionalizzazione delle imprese in capo al MAECI e al MIMIT;
- favorire la sinergia dei programmi e degli strumenti finanziari destinati al settore;
- favorire lo sviluppo del settore, con particolare riguardo agli aspetti innovativi e di sperimentazione tecnologica;
- incentivare i percorsi di formazione finanziaria e gestionale dedicati alle competenze connesse alle attività del settore, in particolare mediante intese con il Ministero dell’istruzione e del merito, con le associazioni tra imprese, anche al fine di favorire l’integrazione con gli altri settori produttivi;
- favorire lo sviluppo delle opere dell’ingegno e la tutela della proprietà intellettuale;
- promuovere studi, ricerche, eventi in ambito nazionale.
L’adozione del primo Piano strategico è prevista entro un anno dalla data di entrate in vigore della legge.