Carbon Border Adjustment Mechanism: a quali settori si applicherà?

Emissioni inquinanti - Foto di Chris LeBoutillier da PexelsIl meccanismo di adeguamento del carbonio alla frontiera dovrebbe tutelare le imprese europee dalla concorrenza di quelle di Paesi terzi con regole meno stringenti sul clima, introducendo un dazio ad hoc ed evitando la "fuga di carbonio". La proposta della Commissione, presentata nell'ambito del Pacchetto Clima o Fit fot 55, indica i settori cui si applicherà. 

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Il CBAM - Carbon Border Adjustment Mechanism si applicherà inizialmente alle importazioni di cemento, ferro e acciaio, alluminio, fertilizzanti ed energia elettrica, quei settori cioè che presentano un elevato rischio di rilocalizzazione delle emissioni di carbonio ed emissioni elevate di carbonio. 

Cos’è il meccanismo di adeguamento del carbonio alla frontiera?

Alla base del meccanismo ci sono innanzitutto le ambizioni climatiche dell’Unione europea, che punta a diventare climaticamente neutrale entro il 2050. Sforzi che rischiano però di essere vanificati se altri Paesi del mondo continuano a mostrarsi meno attenti alle questioni climatiche. 

A ciò si aggiunge il cosiddetto rischio di rilocalizzazione delle emissioni di carbonio: il pericolo cui si va incontro, quindi, è che la produzione venga trasferita dall'UE verso altri paesi con minori ambizioni di riduzione delle emissioni, o che i prodotti europei vengano sostituiti con altri a maggiore intensità di carbonio importati. 

Se tale rischio si materializzasse, non vi sarebbe alcuna riduzione delle emissioni globali.

La proposta di un Meccanismo di aggiustamento del carbonio alla frontiera (CBAM - dall’inglese Carbon Border Adjustment Mechanism), consiste quindi in una tassa sul carbonio che verrà applicata alle importazioni di alcuni beni provenienti da Paesi extra-UE, volta a garantire che il prezzo delle importazioni tenga maggiormente conto del loro livello di carbonio.

Elaborato nel rispetto delle norme dell'Organizzazione mondiale del commercio e di altri obblighi internazionali dell'UE, il sistema CBAM funzionerà come segue: gli importatori dell'UE acquisteranno certificati di carbonio corrispondenti al prezzo del carbonio che sarebbe stato pagato se le merci fossero state prodotte secondo le norme dell'UE in materia di fissazione del prezzo del carbonio. Per contro, quando un produttore di un paese terzo può dimostrare di aver già pagato in un paese terzo un prezzo per il carbonio utilizzato nella produzione delle merci importate, il costo corrispondente può essere detratto integralmente per l'importatore dell'UE. Il CBAM contribuirà a ridurre il rischio di rilocalizzazione delle emissioni di carbonio incoraggiando i produttori di paesi terzi a rendere più ecologici i loro processi produttivi.

Meccanismi di adeguamento del carbonio alle frontiere sono già in vigore in alcune regioni del mondo, come la California, dove si applica un adeguamento a talune importazioni di energia elettrica. Diversi paesi, come il Canada e il Giappone, stanno pianificando iniziative analoghe.

Il meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere nel bilancio europeo

Per alimentare con nuove entrate le casse dell'UE, in base all’accordo sul bilancio UE 2021-27, è prevista l'introduzione di nuove risorse proprie su un orizzonte di sette anni. Fra queste - insieme alla plastic tax e alla digital tax - figura anche il meccanismo di adeguamento del carbonio alla frontiera, che dovrebbe entrare in vigore nel 2023. 

CBAM e ETS

Il sistema di scambio di quote di emissioni dell'UE (EU ETS) è il primo sistema internazionale di scambio delle quote di emissioni a livello mondiale e la politica faro dell'UE per combattere i cambiamenti climatici. Fissa un massimale per la quantità di emissioni di gas a effetto serra che possono essere rilasciate dagli impianti industriali in determinati settori. Le quote devono essere acquistate sul mercato di scambio ETS, anche se viene distribuito un certo numero di quote gratuite per evitare la rilocalizzazione delle emissioni di carbonio. Tale sistema è efficace per far fronte al rischio di rilocalizzazione, ma riduce anche l'incentivo a investire in una produzione più verde nel proprio paese e all'estero.

Il CBAM diverrà progressivamente una soluzione alternativa. Con la proposta della Commissione relativa ad un sistema ETS riveduto (presentata anch'essa il 14 luglio nell'ambito del Pacchetto Clima), il numero di quote gratuite per tutti i settori diminuirà nel tempo, in modo che l'ETS possa avere il massimo impatto sul conseguimento degli ambiziosi obiettivi in materia di clima. Per i settori interessati dal CBAM le quote gratuite saranno gradualmente eliminate a partire dal 2026.

Per integrare il sistema ETS, il CBAM si baserà su un sistema di certificati a copertura delle emissioni incorporate nei prodotti che sono successivamente importati nell'UE. Il CBAM si discosta tuttavia dall'ETS in alcuni campi limitati, in particolare perché non si tratta di un sistema di "limitazione e scambio". I certificati CBAM rispecchiano invece il prezzo ETS.

Per garantire parità di condizioni tra le imprese dell'UE e quelle di paesi terzi, e una volta che il regime CBAM diventerà pienamente operativo nel 2026, il sistema si adeguerà per tenere conto della revisione del sistema EU ETS, in particolare per quanto riguarda la riduzione delle quote gratuite disponibili nei settori che rientrano nel CBAM.

Il meccanismo inizierà pertanto ad applicarsi ai prodotti interessati solo gradualmente e in maniera direttamente proporzionale alla riduzione delle quote gratuite assegnate nell'ambito dell'ETS per tali settori. Più semplicemente, fino alla loro completa eliminazione nel 2035, il CBAM si applicherà solo alla percentuale di emissioni che non beneficia di quote gratuite nell'ambito dell'EU ETS, garantendo in tal modo che gli importatori siano trattati in modo paritario rispetto ai produttori dell'UE.

Come funzionerà in pratica?

Per garantire alle imprese e ad altri paesi certezza del diritto e stabilità, il meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere sarà introdotto gradualmente e si applicherà inizialmente solo a un determinato numero di merci ad alto rischio di rilocalizzazione delle emissioni di carbonio: ferro e acciaio, cemento, fertilizzanti, alluminio e generazione di energia elettrica.

A partire dal 2023 si applicherà un sistema di comunicazione per tali prodotti, con l'obiettivo di agevolare il buon funzionamento del sistema e il dialogo con i paesi terzi, mentre gli importatori inizieranno a pagare un adeguamento finanziario nel 2026.

Infine, in quanto potenziale risorsa propria dell'UE, le entrate provenienti dal CBAM contribuiranno al bilancio dell'UE, come stabilito nell'accordo interistituzionale sul bilancio e le risorse proprie del dicembre 2020.

Il CBAM rispecchierà l'ETS, nel senso che il sistema si basa sull'acquisto di certificati da parte degli importatori. Il prezzo dei certificati sarà calcolato in base al prezzo medio settimanale di vendita all'asta delle quote EU ETS espresso in €/tonnellata di CO2 emesso. Gli importatori delle merci dovranno registrarsi, individualmente o tramite un rappresentante, presso le autorità nazionali, dalle quali possono anche acquistare certificati CBAM.

Le autorità nazionali autorizzeranno la registrazione dei dichiaranti nel sistema CBAM e potranno riesaminare e verificare le dichiarazioni. Saranno inoltre responsabili della vendita dei certificati CBAM agli importatori. Per importare nell'UE merci che rientrano nell'ambito del meccanismo gli importatori dovranno dichiarare entro il 31 maggio di ogni anno la quantità di merci e le emissioni incorporate in tali merci importate nell'UE nell'anno precedente. Allo stesso tempo dovranno restituire i certificati CBAM acquistati in anticipo dalle autorità.

Assicurando che gli importatori paghino lo stesso prezzo del carbonio dei produttori nazionali nell'ambito del sistema EU ETS, il CBAM garantirà parità di trattamento per i prodotti fabbricati nell'UE e quelli importati da altri paesi ed eviterà la rilocalizzazione delle emissioni di carbonio.

Che cosa accadrà nella fase di transizione?

In base alla proposta della Commissione, in una fase transitoria, che inizierà nel 2023 e terminerà alla fine del 2025, gli importatori dovranno comunicare le emissioni incorporate nelle loro merci senza pagare un adeguamento finanziario; questo periodo servirà ad attuare il sistema definitivo.

La fase transitoria, combinata con la graduale introduzione del CBAM, consentirà una transizione attenta, prevedibile e proporzionata per le imprese dell'UE e dei paesi terzi e per le autorità. Una volta che il sistema definitivo sarà pienamente operativo nel 2026, gli importatori dell'UE dovranno dichiarare annualmente la quantità di merci e la quantità di emissioni incorporate nel totale delle merci importate nell'UE nell'anno precedente e restituire il corrispondente quantitativo di certificati CBAM.

Consulta il testo della proposta della Commissione europea sul Carbon Border Adjustment Mechanism

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