Enti locali – misure per sanare infrazioni su discariche e acque reflue

Nella conversione in legge del dl Enti locali, anche misure per la messa a norma delle discariche abusive, oggetto della maximulta della Corte di giustizia Ue

Discariche

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Fra le misure incluse nella legge di conversione del dl Enti locali ci sono anche interventi per la messa a norma delle discariche abusive. Tema per cui l'Italia è stata ripetutamente richiamata da Bruxelles e condannata nel dicembre 2014 dalla Corte di Giustizia Ue a pagare una maximulta per non aver dato esecuzione a una sentenza del 2007 e non essersi adeguata alle direttive europee sui rifiuti. Il testo prova anche ad accelerare l'utilizzo dei fondi per gli interventi in materia di risorse idriche, per superare le infrazioni Ue in materia di acque reflue urbane.

La maximulta Ue per le discariche

Nel 2007 una prima sentenza della Corte di giustizia dell'Unione europea dichiarava che l'Italia era “venuta meno, in modo generale e persistente, agli obblighi relativi alla gestione dei rifiuti stabiliti dalle direttive relative ai rifiuti (875/442), ai rifiuti pericolosi (91/689) e alle discariche (99/31)”.

Nel 2013, la Commissione europea denunciava i ritardi del Paese nel dare esecuzione alla sentenza. In particolare, l'Esecutivo Ue faceva riferimento a 218 discariche ubicate in 18 Regioni italiane, non conformi alla direttiva rifiuti, a 16 discariche su 218 che contenevano rifiuti pericolosi in violazione dell'apposita direttiva, e a 5 per cui l'Italia non aveva dimostrato che fossero state oggetto di riassetto o di chiusura in linea con la direttiva 99/31.

Un anno dopo, nel dicembre 2014, sul Paese è caduta la condanna della Corte di giustizia europea. Una multa salata: oltre a una somma forfettaria di 40 milioni, l'Italia è stata condannata a pagare una penalità di 42 milioni e 800mila euro per ogni semestre di ritardo nell’attuazione delle misure necessarie, fino alla piena esecuzione alla sentenza del 2007 (da tale importo saranno detratti 400mila euro per ciascuna discarica contenente rifiuti pericolosi messa a norma e 200mila per ogni impianto messo a norma).

Si tratta della sanzione pecuniaria più pesante mai inflitta dalla Corte da quando i Trattati le danno il diritto di imporre multe agli Stati, vale a dire dal 1992.

Il Fondo per la bonifica delle discariche abusive oggetto della sentenza

Fra le misure adottate dal Paese per cercare di chiudere il contenzioso europeo, quella introdotta con la Legge di Stabilità 2014: l'istituzione, nello stato di previsione del Ministero dell'Ambiente, di un fondo per il finanziamento di un piano straordinario di bonifica delle discariche abusive individuate dalle competenti autorità statali in relazione alla procedura di infrazione comunitaria n. 2003/2077, con una dotazione complessiva di 60 milioni di euro (30 milioni per ciascuno degli anni 2014 e 2015).

Tale dotazione è stata recentemente aumentata di 30 milioni di euro (10 milioni per ciascuno degli anni 2016, 2017 e 2018) con la Legge di Stabilità 2016, che ha previsto che il Ministero dell'Ambiente provveda alla pubblicazione nel sito internet istituzionale di un cronoprogramma degli interventi attuativi del piano e ad indicare progressivamente quelli effettivamente realizzati.

A febbraio di quest'anno, stando ai numeri forniti dal ministro Gian Luca Galletti nel rispondere a un'interrogazione parlamentare sul tema, “la Commissione europea ha riconosciuto la messa a norma di 29 discariche e 1 errore di censimento, escludendoli dal pagamento della penalità semestrale”. Ciò ha portato a 155 il numero di discariche su cui intervenire: di queste, 151 discariche sono state oggetto di diffida, mentre “in altri 4 casi di discariche che ricadono all'interno di siti d'interesse nazionale di bonifica, sono in corso approfondimenti istruttori”.

Dl Enti locali: risorse al commissario straordinario

L'articolo 22 del dl Enti locali intende far confluire nella contabilità speciale di una struttura commissariale appositamente costituita tutte le risorse ancora non impegnate destinate alla messa a norma delle discariche abusive oggetto della sentenza di condanna della Corte di Giustizia europea.

Inoltre, in tale contabilità, devono confluire, entro 30 giorni dall’entrata in vigore del decreto:

  • le risorse del piano straordinario istituito dalla Legge di Stabilità 2014;
  • le risorse destinate alle regioni dalla delibera CIPE n. 60/2012, che ha assegnato 42,9 milioni di euro a valere sul Fondo Sviluppo e Coesione (FSC) 2007-2013 alla Regione Calabria per la realizzazione di 40 interventi di bonifica;
  • i fondi ordinari del Ministero dell’Ambiente già trasferiti ai bilanci regionali (relativi a “APQ 8 Lazio, Serravalle Scrivia e Campo sportivo Augusta”).

Le somme trasferite sulla contabilità speciale sono destinate a finanziare la realizzazione degli interventi di adeguamento delle discariche abusive oggetto di commissariamento e, in ragione di tale finalità, decadono gli eventuali vincoli di destinazione esistenti su tali somme.

La controversia sul potere di rivalsa

Le novità introdotte con il dl Enti locali non tolgono la possibilità alle amministrazioni locali e regionali di contribuire alle attività di messa a norma delle discariche abusive con proprie risorse, previa sottoscrizione di specifici accordi con il commissario straordinario.

La sottoscrizione di tali accordi, tuttavia, non preclude l’esercizio del potere di rivalsa da parte dell’amministrazione statale: come previsto dalla Finanziaria 2016, infatti, il Ministero dell'Economia e delle finanze può attivare infatti “il procedimento di rivalsa a carico delle amministrazioni responsabili delle violazioni che hanno determinato le sentenze di condanna, anche con compensazione con i trasferimenti da effettuare da parte dello Stato in favore delle amministrazioni stesse”.

Potere poco gradito agli Enti locali, che a maggio hanno approvato un documento in cui viene manifestata la “ferma contrarietà” della Conferenza delle Regioni, che ritengono tale potere “lesivo degli interessi delle amministrazioni regionali e locali coinvolte”.

Il commissario straordinario avrà tempo fino al 30 settembre 2016 per fornire al CIPE e alle commissioni parlamentari permanenti un'informativa sulle risorse trasferite sulla contabilità speciale ad esso intestata. E sempre al commissario spetterà il compito di comunicare gli importi impegnati per la messa a norma delle discariche abusive ai fini dell’esercizio, da parte del MEF, dell’azione di rivalsa.

Finanziamento delle bonifiche dei siti non oggetto della procedura di infrazione Ue

L'articolo 22 del dl interviene su quelle discariche che non sono finite nel mirino della Corte di giustizia europea. Intervento che potrà contare sulle risorse provenienti dal Fondo per il finanziamento degli interventi relativi alle risorse idriche.

E' prevista inoltre l’istituzione, sul sito web del Ministero dell'Ambiente, di un'apposita sezione informativa, in cui sono riportate una serie di informazioni (aggiornate semestralmente):

  • l'elenco delle discariche oggetto della condanna o l'elenco aggiornato semestralmente dalla Commissione Ue e inviato al Governo italiano;
  • l'ammontare della multa forfettaria e delle multe semestrali comunicate dalla Commissione europea al Governo italiano;
  • l'attuazione, da parte del MEF, del procedimento di rivalsa a carico delle amministrazioni responsabili delle violazioni che hanno determinato le sentenze di condanna;
  • lo stato dell'arte delle bonifiche aggiornato ad ogni semestre successivo alla sentenza;
  • le risorse finanziarie impegnate per ogni discarica abusiva oggetto della sentenza, in quanto utilizzate dal commissario straordinario disciplinato dall’articolo in commento.

Tali informazioni devono inoltre essere riportate nei siti web istituzionali degli Enti territoriali nei cui territori si trovano le discariche oggetto della sentenza della Corte.

Trattamento delle acque reflue urbane

L'articolo 22 del dl Enti locali non comprende solo misure relative alle discariche, ma anche azioni per accelerare l’utilizzo dei fondi necessari per conformarsi alle norme della direttiva Ue in materia di trattamento delle acque reflue urbane.

Depurazione - via a sanzioni Ue, investimenti dei Comuni a rischio

Anche in questo caso si tratta di adeguarsi a disposizioni provenienti da Bruxelles, per la precisione alla direttiva 91/271. E anche in questo caso, a pendere sul capo dell'Italia sono due sentenze della Corte di giustizia europea, rispettivamente del luglio 2012 e dell'aprile 2014, e una procedura d'infrazione attivata dalla Commissione sempre nel 2014.

Per accelerare la progettazione e la realizzazione degli interventi necessari all'adeguamento dei sistemi di collettamento, fognatura e depurazione, oggetto di procedura di infrazione o di provvedimento di condanna della Corte di Giustizia, il dl Sblocca Italia ha consentito la possibilità di attivare la procedura di esercizio del potere sostitutivo del Governo, anche con la nomina di appositi commissari straordinari.

Commissari che, per la realizzazione degli interventi, possono contare sulle risorse stanziate sempre con delibera CIPE n. 60/2012, superiori a 1 miliardo e 643 milioni di euro, e destinati al finanziamento di 183 interventi nelle Regioni in cui sono state riscontrate situazioni di maggiore criticità (Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna e Sicilia).

A loro volta, le risorse in questione che risultano revocate (nel caso di interventi per i quali non siano stati assunti atti giuridicamente vincolanti e risultino accertati oggettivi impedimenti tecnico-progettuali o urbanistici, o situazioni di inerzia del soggetto attuatore) confluiscono in un fondo costituito ad hoc, presso il Ministero dell'Ambiente, per la realizzazione di interventi relativi alle risorse idriche.

Le contabilità speciali detenute dai commissari sono direttamente alimentate, per la quota coperta con le risorse della delibera CIPE n. 60/2012:

  • con un anticipo fino al 20% del quadro economico di ciascun intervento su richiesta dei medesimi commissari;
  • e con successivi trasferimenti per SAL (stati avanzamento lavori), fino al saldo conclusivo.

Non si tratta comunque degli unici fondi destinati a tale finalità: la Legge di Stabilità 2014 ha istituito un fondo per il finanziamento di un piano straordinario di tutela e gestione della risorsa idrica, destinato prioritariamente a potenziare la capacità di depurazione dei reflui urbani, con una dotazione complessiva di 90 milioni di euro per il triennio 2014-2016 (10 milioni per il 2014; 30 milioni per il 2015 e 50 milioni per l'esercizio 2016).

E ancora, con il Collegato ambientale è stato istituito un Fondo di garanzia per il potenziamento delle infrastrutture idriche, comprese le reti di fognatura e depurazione.

A.S.2495: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 24 giugno 2016, n. 113, recante misure finanziarie urgenti per gli enti territoriali e il territorio