UE: In\visibile, festival della multimedialità urbana finanziato da Europa Creativa
Dal 3 al 7 giugno 2015 la Regione Friuli Venezia Giulia ospita il primo festival internazionale della multimedialità urbana, 'In\visible cities', finanziato dal sottoprogramma Cultura di Europa Creativa. Alessandro Cattunar dell’Associazione Quarantasettezeroquattro ci racconta le tappe per l’organizzazione del festival.
L’Associazione Quarantasettezeroquattro, con sede a Gorizia e Trieste, promuove studi, eventi e ricerche in ambito culturale, storico e storiografico, con l’intento di promuovere il confronto e il dialogo interculturale e intergenerazionale fra persone, enti ed associazioni.
Tra le iniziative sostenute dall’Associazione c’è il festival 'In\visible cities', dedicato ad una riflessione sui linguaggi della multimedialità e dell’interattività. L’evento, in programma a Gorizia, Nova Gorica, Trieste e Miren dal 3 al 7 giugno 2015, è stato selezionato nell’ambito del bando europeo EAC/S16/2013 per progetti di cooperazione di Europa Creativa, sottoprogramma Cultura. Per la realizzazione del festival, che coinvolge Italia, Regno Unito, Olanda, Slovenia e Croazia, l’Associazione ha ricevuto un cofinanziamento europeo di 199.957,50 euro, pari al 60% dei costi del progetto.
Come siete venuti a conoscenza del bando?
L’Associazione Quarantasettezeroquattro monitora periodicamente la pubblicazione dei bandi europei, soprattutto quelli relativi alle attività culturali e creative. Il programma Europa Creativa offre sempre occasioni interessanti. Le notizie sulle possibilità di finanziamenti europei vengono diffuse anche dalla Regione Friuli Venezia Giulia attraverso una mailing list.
Quali procedure avete dovuto seguire per accedere al bando?
Abbiamo innanzitutto dovuto registrare l’Associazione sul portale dell’Ue. Si tratta di inserire i dati dell’organizzazione e del legale rappresentante. Dopo la registrazione l’Associazione riceve un PIC number (Participant Identification Code) che è necessario per accedere ad un’area riservata che consente di gestire tutte le procedure di richiesta finanziamenti e gestione dei progetti. Successivamente abbiamo scaricato il formulario on-line relativo al bando e proceduto alla compilazione.
Per semplificare la compilazione è utile avere un’idea progettuale chiara e già ben articolata in tutte le sue fasi, aver già individuato tutti i partner del progetto e, soprattutto, tenere sempre in massima considerazione gli obiettivi generali e specifici del bando. E’ quindi necessario declinare la propria idea progettuale in modo da venire incontro a questi obiettivi trovando le soluzioni più efficaci per raggiungerli.
La compilazione del bando prevede una parte ‘anagrafica’, con i dati di tutti partner e una sezione sui contenuti, piuttosto articolata e suddivisa in campi precisi. E’ poi necessario far firmare a tutti i partner un accordo di partenariato in cui si individuano gli obiettivi del progetto e i ruoli svolti da ognuno, oltre alla divisione del budget e le quote di cofinanziamento. Viene anche richiesta la firma di accordi separati tra i partner principali (lead partner) e ogni singolo partner, denominati ‘mandate’.
Oltre alla descrizione del progetto bisogna allegare un budget estremamente dettagliato e un programma di lavoro (work programme) con l’indicazione di tutte le singole attività di cui si compone il progetto. Infine ci sono alcuni documenti da compilare e firmare che attestano la capacità finanziaria del proponente e un documento denominato ‘declaration on honour’, in cui il legale rappresentante dell’organizzazione principale certifica gli impegni presi.
Quali difficoltà avete incontrato?
Le principali difficoltà le abbiamo incontrate nella definizione delle singole attività (che devono essere precise, determinate nel tempo e nello spazio e prevedere un budget di riferimento) e nella compilazione del piano finanziario, che richiede la suddivisione in voci di spesa molto precise e ripartite fra tutti i partner. A livello di preventivo non è facile non dimenticarsi di nulla ed essere realistici. Dal punto di vista pratico, trattandosi di un progetto internazionale che coinvolge Italia, Regno Unito, Olanda, Slovenia e Croazia, l’operazione che richiede più tempo è la firma degli accordi di partenariato e degli incarichi. Si tratta comunque di difficoltà molto relative, gestibili anche da un’organizzazione non eccessivamente strutturata.
In cosa consiste il vostro progetto?
Il nostro progetto propone l’organizzazione del primo festival internazionale della multimedialità urbana ‘In\visible cities’. Il festival, che si svolgerà a Gorizia, Nova Gorica, Trieste e Miren dal 3 al 7 giugno 2015, prevede una residenza artistica (con 10 partecipanti da tutta Europa) e 5 giorni di workshop, installazioni, live performance e spettacoli per indagare e agire sulla città attraverso le arti digitali e i linguaggi multimediali.
In/visible cities intende riflettere sulle dinamiche che legano spazi, persone e dimensione emotiva attraverso le potenzialità offerte dai linguaggi della multimedialità e dell’interattività. Uno sguardo a 360 gradi, capace di esplorare e agire sulla città attraverso le arti digitali e il dialogo tra media e linguaggi differenti, sfruttando stimoli e contraddizioni che emergono dall’interazione tra artisti e pubblico. Se da un lato l’arte è sicuramente in grado di agire direttamente sugli spazi fisici, rendendoli elementi attivi, significativi, capaci di raccontare storie e comunicare emozioni, dall’altro le nuove tecnologie offrono molte possibilità di esplorare ciò che della città non appare immediatamente visibile: la sua storia, le molteplici vicende delle diverse comunità, i rapporti sociali ed economici, ma anche le possibilità di immaginare e progettare il futuro.
In\visible cities è un festival effettivamente internazionale poiché non solo ospiterà artisti provenienti da tutta Europa, ma è anche a tutti gli effetti co-organizzato da una rete di partner europei. La dimensione transfrontaliera permetterà agli artisti partecipanti di connettersi e confrontarsi con altre realtà europee. In quest’ottica, una commissione internazionale premierà i migliori lavori di ogni categoria in concorso, che saranno poi presentati in cinque location durante gli spin-off internazionali del Festival: Londra (Regno Unito), Nijmegen (Paesi Bassi), Lubiana (Slovenia), Koper (Slovenia), Pula (Ungheria).
A quali benefici, economici e non, avete avuto accesso partecipando al bando?
Il principale beneficio della partecipazione al bando è la possibilità di creare legami e collaborazioni con molte realtà internazionali, sviluppando idee e metodologie innovative. Aver vinto il bando, in più, ci ha permesso di poter contare su un grosso contributo economico (199.957,50 euro) che però deve essere cofinanziato al 40%. Naturalmente godere del contributo dell’Ue rende più semplice la ricerca di fondi presso organismi pubblici e privati. Il progetto, infatti, è cofinanziato dalla Regione Friuli Venezia Giulia. Oltre al beneficio economico, la vittoria del bando permette di avere visibilità internazionale su vari portali on-line di disseminazione e di rafforzare reti di partenariato, che potranno essere riattivate anche su altri progetti.
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In\visible cities
Photocredit: tullio dainese / Foter / CCBY-NC-SA