Patent box - la mappa dei 12 sistemi Ue, serve una semplificazione

Una ricerca della commissione Affari economici del Parlamento Ue fa il punto della situazione in Europa

Author: RDECOM / photo on flickr

Dodici sistemi diversi in altrettanti paesi europei e una certezza: serve un intervento che porti maggiore uniformità nell’Ue. Uno studio della commissione Affari economici del Parlamento europeo passa agli infrarossi i Patent box, i sistemi di incentivazione per la creazione di beni immateriali, come marchi e brevetti. L’Italia si è da poco dotata del suo sistema. Aumentando, di fatto, la frammentarietà di un quadro che, a livello comunitario, aiuta le grandi multinazionali ad adottare pratiche di pianificazione fiscale aggressiva.

Decisivi i costi per le tasse

“I beni intangibili costituiscono un fondamentale elemento di produzione del valore aggiunto per le multinazionali”. La ricerca esordisce così, spiegando l’importanza di brevetti, marchi e copyright, che “possono essere spostati senza costi significativi, al di fuori di quello fiscale”. E’ per questo che l’aspetto fiscale risulta così fondamentale e che le imprese tendono ad allocare le loro risorse immateriali nei paesi con un carico impositivo più basso. Addirittura, le domande di brevetto sono direttamente collegate, secondo diversi studi, ai livelli di tassazione.

La mappa europea

Su questo fronte, lo sviluppo più evidente della politica di molti paesi europei è stato il varo di sistemi di “property box”, le agevolazioni su marchi e brevetti: vengono offerte aliquote fiscali più vantaggiose o detrazioni per i ricavi che derivano da alcune forme di beni immateriali. I primi ad adottare normative di questo tipo sono stati la Francia (nel 2000) e l’Ungheria, nel 2003. Nel 2007 sono arrivanti anche l’Olanda e il Lussemburgo. A inizio 2015 erano undici i paesi con sistemi di questo tipo. Durante l’estate a questo elenco si è unita anche l’Italia, grazie al suo decreto sul Patent box.

Zero tasse a Malta

Il quadro che ne emerge è, ovviamente, parecchio differenziato a seconda delle aree. Si passa da una tassazione a zero di Malta fino a regimi sul modello di quello francese, che tassano i ricavi al 15 per cento. Cambiano, poi, molto il trattamento delle spese e le detrazioni, a seconda dei singoli paesi.

Le modalità di tassazione

Più nello specifico: Malta, Cipro e il Lichtenstein sono quelli che offrono la tassazione minore. In alcuni paesi, poi, si è scelto di incentivare parecchie forme di beni: oltre ai brevetti, anche i disegni, i modelli di utilità, i marchi, i copyright. Cipro, Ungheria, Lichtenstein e Lussemburgo hanno fatto una scelta di questo tipo. Solitamente, la tassazione agevolata si applica alle royalties, ai profitti e alle plusvalenze registrate.

Due gruppi di agevolazioni

“Considerando queste caratteristiche, i regimi esistenti possono essere divisi in due gruppi”. Uno (che include il Belgio, l’Olanda e la Gran Bretagna) è più mirato a incentivare ricerca e sviluppo e innovazione. Più nello specifico, si concentrano sui brevetti ed escludono i beni legati al marketing. L’altro modello, usato da Cipro, Francia, Ungheria, cerca di attrarre tutte le forme di beni immateriali. L’Italia, per parte sua, appartiene sicuramente alla prima categoria.

Modelli fiscali aggressivi

Le pianificazioni fiscali aggressive delle multinazionali, però, cercano di sfruttare le falle dei due modelli. E, quindi, cercano di percepire le agevolazioni per la ricerca da un lato e, poi, di sommare anche quelle per la brevettazione, registrando le loro scoperte in un altro paese. Per contrastare questo sistema, secondo lo studio del Parlamento, l’unica strada percorribile è quella delle iniziative collettive.

Servono iniziative collettive

L’Ue sta lavorando da tempo a un sistema di tassazione comune per le imprese. Solo in questo modo sarebbe possibile contrastare le iniziative di pianificazione fiscale aggressiva delle multinazionali: in alternativa, anche sul fronte dei Patent box, la concorrenza interna continuerà a portare soltanto svantaggi in termini di gettito recuperato. 

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La ricerca completa del Parlamento