Fondi Ue - Corte Conti, strumenti finanziari poco efficaci
La Corte dei Conti europea ha individuato una serie di problematiche che hanno limitato l’efficacia degli strumenti finanziari dell’Ue
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La Corte dei Conti europea ha condotto un’indagine su 1.025 strumenti finanziari a valere su risorse FESR e FSE istituiti durante il periodo di programmazione 2007-2013, per capire se tali iniziative abbiano costituito un meccanismo efficiente per dare esecuzione al bilancio dell'Unione.
Strumenti finanziari Ue, vantaggi del FESR e del FSE
Gli strumenti finanziari sono un mezzo per erogare un sostegno pubblico sotto forma di prestiti, garanzie e investimenti azionari.
Se attuati correttamente tali strumenti offrono due vantaggi specifici rispetto alle sovvenzioni tradizionali:
- possono conferire ai fondi pubblici un effetto moltiplicatore;
- il carattere rotativo della dotazione di capitale loro assegnata consente di utilizzare i fondi in più cicli.
Nel periodo 2007-2013, 25 Stati membri si sono avvalsi di strumenti finanziari istituiti nel quadro del Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) e del Fondo sociale europeo (FSE); nell’Unione sono stati creati 972 strumenti finanziari a titolo del FESR e 53 a titolo del FSE.
Alla fine del 2014, circa 16 miliardi di euro erano stati versati in questi strumenti come contributi dei Programmi operativi (PO) del FESR e del FSE; si tratta di un incremento considerevole rispetto alle risorse assegnate a tali strumenti nella programmazione 2000-2006 (circa 1,3 miliardi di euro) e nel periodo 1994-1999 (0,6 miliardi di euro).
Problematiche, strumenti poco efficienti
L’audit della Corte dei Conti europea ha permesso di individuare una serie di problematiche importanti che hanno limitato l’efficienza degli strumenti finanziari come meccanismo di esecuzione del bilancio Ue nel periodo di programmazione 2007-2013.
Un numero significativo di strumenti finanziari del FESR e del FSE era sovradimensionato e, a fine 2014, l’esborso della dotazione di capitale loro assegnata continuava a essere molto limitato; in media era stato usato circa il 57% della dotazione di capitale complessiva versata dai PO agli strumenti finanziari. Un fattore che ha contribuito alle sovracapitalizzazioni iniziali è stato l’intento degli Stati membri di evitare i disimpegni nell’intero periodo di programmazione 2007-2013.
In generale, gli strumenti finanziari, che fossero sottoposti a gestione concorrente o centralizzata, non sono riusciti ad attrarre capitali privati, e solo un numero ristretto di strumenti finanziari del FESR e del FSE è riuscito a fornire sostegno finanziario rotativo.
Per gli strumenti del FESR e del FSE, inoltre, i costi e le commissioni di gestione sono stati elevati rispetto al sostegno finanziario effettivamente erogato ai destinatari finali e in generale notevolmente superiori se confrontati con quelli degli strumenti sottoposti a gestione centralizzata o ai fondi di investimento del settore privato.
Sulla base dell’esperienza maturata nel periodo di programmazione 2007-2013, la Corte dei Conti europea sostiene che il quadro normativo relativo agli strumenti finanziari è stato migliorato per il periodo 2014-2020, sebbene rimangano diversi problemi.
Raccomandazioni
Nella relazione, la Corte dei Conti europea propone diverse raccomandazioni, tra cui:
- la valutazione ex-ante della Commissione Ue per gli strumenti a gestione centralizzata dovrebbe comprendere sistematicamente un’analisi degli “insegnamenti appresi” fino a quel momento;
- la Commissione Ue e gli Stati membri dovrebbero prefiggersi di ottimizzare le dimensioni dei fondi specifici del FESR e del FSE per beneficiare dei risparmi sui costi di gestione di tali fondi;
- nel regolamento finanziario la Commissione Ue dovrebbe fornire una definizione dell’effetto moltiplicatore degli strumenti finanziari applicabile a tutti i settori del bilancio Ue;
- per il periodo di programmazione 2014-2020 la Commissione dovrebbe adottare misure adeguate affinché gli Stati membri preservino il carattere rotativo dei fondi durante il periodo obbligatorio di otto anni dalla fine del periodo di ammissibilità.
Infine, per il periodo di programmazione 2014-2020, il Collegio dei commissari dovrebbe condurre un’analisi comparativa dei costi di attuazione delle sovvenzioni e del sostegno finanziario rimborsabile, realizzato principalmente grazie a strumenti finanziari, al fine di stabilirne i livelli effettivi. Tali informazioni dovrebbero essere utilizzate per l’elaborazione delle proposte legislative per il periodo successivo al 2020 e la determinazione di un livello adeguato di assistenza tecnica.
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