Covid e caro energia: boom degli incentivi alle imprese
Dai contributi a fondo perduto anticrisi agli incentivi fiscali gestiti dall'Agenzia delle Entrate, passando per il Fondo di garanzia PMI, nel 2021 l'aumento delle agevolazioni alle imprese ha raggiunto un picco senza precedenti: +165% circa rispetto al 2020, portando l’Italia in testa alla classifica UE per importo di risorse mobilitate in rapporto al PIL.
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A fare il punto è la Relazione sugli interventi di sostegno alle attività economiche e produttive 2022, curata dalla Direzione Incentivi alle imprese del Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT) e ora trasmessa al Parlamento.
Il Temporary Framework adottato dalla Commissione europea in risposta alla pandemia di Coronavirus, ricorda la relazione, ha reso possibile la mobilitazione di risorse record per il potenziamento di misure esistenti e per aiuti straordinari di nuova introduzione. Solo tra il 22 marzo 2020 e il 31 maggio 2022 l'Italia ha notificato alla Commissione europea 89 misure, per risorse pari a oltre 417 miliardi di euro, poi autorizzate da Bruxelles ai sensi della disciplina ordinaria e straordinaria in materia di aiuti di Stato.
Ulteriori spazi si sono aperti con il nuovo Quadro Temporaneo di crisi per misure di aiuti di Stato a sostegno dell’economia, adottato dalla Commissione nel marzo dello scorso anno in risposta alla guerra in Ucraina e all’aumento dei costi dell’energia, che ha consentito il proseguimento della stagione di aiuti straordinari alle imprese. A ciò si aggiungono il Piano nazionale di ripresa e resilienza e il Fondo complementare al PNRR, per un totale di oltre 220 miliardi, e l’Accordo di Partenariato sui fondi europei 2021-27, che mette a disposizione altri 75 miliardi tra risorse UE e cofinanziamento nazionale.
In aumento gli incentivi alle imprese. Calo al Sud
Il report della DG Incentivi alle Imprese del MIMIT - coordinato dal Direttore generale Giuseppe Bronzino e dal dirigente della Divisione II per il monitoraggio e il controllo degli interventi Marco Calabrò - si basa sulle rilevazioni effettuate nel 2021 e passa in rassegna un totale di 1.982 interventi agevolativi, di cui 229 facenti capo alle amministrazioni centrali e 1.753 a quelle regionali.
Il primo dato rilevante è il netto incremento sotto il profilo delle “agevolazioni concesse, che registrano un picco senza precedenti (+165% circa rispetto al 2020), attestandosi a complessivi 25 miliardi di euro circa”. Determinante è in questo caso il contributo degli interventi gestiti dalle amministrazioni centrali, cui si deve l’85% delle risorse complessivamente impegnate.
La seconda evidenza emerge dall'analisi a livello territoriale, che vede il Centro-Nord assorbire l'86% delle risorse impegnate, circa 21 miliardi di euro, con un incremento del 306% rispetto all'anno precedente, mentre il Sud ha sperimentato un calo del 10% su base annua.
Ristori e indennizzi a sostegno dei settori più colpiti dalla pandemia, garanzie per sostenere la liquidità, finanziamenti agevolati, esoneri contributivi e crediti d'imposta sono le principali forme di aiuto messe in campo nel 2021. Tre gli obiettivi principali perseguiti dagli interventi: “ Energia ed efficienza energetica”, cui sono andati oltre 10 miliardi di euro, “Contrasto alla crisi da Covid-19”, per un totale di quasi 4,4 miliardi, e “Tutela dell’ambiente”, per poco più di 4,3 miliardi di euro.
Passando dagli impegni agevolazioni erogate nel 2021, l’importo complessivo è pari a circa 5,8 miliardi, in linea con quello degli anni precedenti. L'aumento degli aiuti concessi non si è quindi ancora tradotto in un incremento delle erogazioni.
L'analisi comprende anche gli 81 interventi fiscali gestiti dall’Agenzia delle Entrate, di cui 19 delle amministrazioni centrali e 62 delle amministrazioni regionali, e 65 interventi in forma di garanzia.
Fronte AdE, si registra un incremento del 542% circa del numero delle agevolazioni, dalle quasi 200 mila del 2020 a quasi 1,3 milioni nel 2021, ma anche dell'importo agevolato, che supera i 4,6 miliardi di euro (+53% circa su base annua). Di questi, 2,4 miliardi sono stati destinati a interventi volti a contrastare la crisi scatenata dal Covid.
Sul secondo fronte, il Fondo di garanzia per le PMI si conferma il “principale strumento governativo di contrasto al razionamento del credito operato dagli intermediari bancari e creditizi nei confronti delle imprese”, il cui potenziamento "si è rivelato strategico per fronteggiare le esigenze di liquidità delle imprese, esposte ai contraccolpi economici dell’emergenza sanitaria".
Anche qui numeri da record, che superano i volumi registrati nei venti anni di operatività dello strumento: nel solo biennio 2020-2021 si registrano “2.582.927 operazioni finanziarie (circa l’81,4% sul totale del periodo 2015-2021), quasi 217,8 miliardi di euro di garanzie concesse (71,3% sul totale periodo 2015-2021) e oltre 173,5 miliardi di euro di finanziamenti garantiti (74% sul totale del periodo 2015-2021)”.
A prevalere sono le garanzie dirette per il finanziamento del capitale circolante/liquidità, seguite dalle operazioni per il consolidamento e da quelle per investimenti, con le operazioni di medio termine che, nel periodo 2015-2021, prevalgono nettamente (90,2%) su quelle di breve termine (il restante 9,8%).
Per approfondire: Cosa prevede la riforma degli incentivi alle imprese
Consulta la Relazione sugli interventi di sostegno alle attività economiche e produttive 2022