Italia ancora leader europea dell’economia circolare. Ma adesso occorre accelerare
L’Italia è ancora medaglia d’oro tra le principali economie dell’Unione europea per l’economia circolare. Ma il primato è a rischio e per fare il vero salto di qualità il Paese non deve sedersi sugli allori.
Cosa c'è per l'economia circolare nel Recovery Plan
È quanto emerge dal Rapporto nazionale sull’economia circolare in Italia 2021, giunto alla sua terza edizione, realizzato dal CEN-Circular Economy Network - la rete promossa dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile assieme a un gruppo di aziende e associazioni di impresa – in collaborazione con Enea.
Dati incoraggianti, ma che non devono spingere al mantenimento dello status quo. O per dirla con le parole del ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, l'Italia, "Paese guida in Europa" deve diventare leader mondiale.
Il Piano nazionale di ripresa e resilienza sarà lo strumento per "migliorare e accelerare le nostre capacità in questa direzione", con la prospettiva di diventare paese di riferimento nel prossimo decennio. In particolare, secondo Cingolani, il settore della plastica è il più attrattivo e l'Italia ha "eccellenti capacità che vanno potenziate".
"Dobbiamo essere nazione pionera di metodi e tecnologie nuove che ci consentano di adottare normative sempre più protettive nei confronti dell’ambiente senza mettere in ginocchio il settore che dà una quantità di lavoro enorme e che è trasversale a tutta l’industria e la manifattura", conclude Cingolani
I dati del Rapporto nazionale sull’economia circolare in Italia 2021
Il rapporto esamina i risultati raggiunti in diversi ambiti ed individua un set di indicatori, sulla base dei quali è stato attribuito un punteggio e realizzata una comparazione fra le cinque principali economie dell’Unione europea: Germania, Francia, Italia, Spagna e Polonia, che con l’uscita del Regno Unito dall’UE risulta la 5° economia.
Sommando i punteggi di ogni settore, si ottiene “l’indice di performance sull’economia circolare” che nel 2021 conferma, come nel 2020, la prima posizione dell’Italia con 79 punti, seguita dalla Francia a 68, da Germania e Spagna a 65 e dalla Polonia a 54.
Per la produttività delle risorse, il nostro Paese crea il maggiore valore economico per unità di consumo di materia: ogni kg di risorsa consumata genera 3,3 euro di PIL, contro una media europea di 1,98 euro. Buona è anche la produttività energetica: 8,1 euro prodotti per kg equivalente di petrolio consumato.
Il consumo interno di materiali per l’Italia nel 2019 è pari a 490 Mt, stabile rispetto all’anno precedente. Nel confronto con le principali economie europee, il nostro Paese rappresenta la realtà con i consumi minori insieme alla Spagna, per un valore di materia consumata pari a oltre metà di quello registrato per la Germania.
Nel 2018 i primi cinque Paesi per consumo di energia coincidono con le cinque economie più avanzate del continente. In particolare, l’Italia impiega circa 116.000 TEP (Tonnellate equivalenti petrolio) di energia all’anno, rimanendo costante rispetto all’anno precedente. In termini di quota di energia rinnovabile utilizzata rispetto al consumo totale di energia, l’Italia perde il suo primato scendendo al secondo posto, dietro alla Spagna, con il 18,2% di energia prodotta da fonti rinnovabili rispetto al consumo finale lordo.
La produzione pro capite di rifiuti urbani in Italia nel 2019 rimane costante a 499 kg/abitante, contro una produzione media europea di 502 kg/ab. La produzione dei rifiuti rispetto al PIL mostra un disaccoppiamento sempre più marcato a partire dal 2011, fino a raggiungere un significativo divario negli ultimi anni: a fronte di una produzione dei rifiuti sostanzialmente stabile, il PIL è cresciuto del 4,3% nel periodo 2015-2019.
Il riciclo dei rifiuti urbani nel 2019, secondo i dati ISPRA, è del 46,9%, in linea con la media europea, posizionando l’Italia al secondo posto dopo la Germania. La percentuale di riciclo di tutti i rifiuti è invece al 68%, nettamente superiore alla media europea (57%): al primo posto fra le principali economie europee.
Il tasso di utilizzo circolare di materia in l’Italia nel 2019 è al 19,3%, superiore alla media dell’UE a 27 (11,9%), inferiore a quello di Paesi Bassi (28,5%), Belgio (24%) e Francia (20,1%), ma superiore a quello della Germania (12,2%).
L’Italia è invece ultima fra le grandi economie europee per numero di brevetti depositati.
Ora occorre rafforzare le misure per l’economia circolare
“Presi dalle emergenze, in Italia stiamo sottovalutando la portata del cambiamento europeo in atto verso l'economia circolare. La sfida più importante che abbiamo ora di fronte – dichiara Edo Ronchi, presidente del CEN - è la definizione del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Il nuovo governo e in particolare il nuovo Ministero della Transizione ecologica hanno il compito di migliorare e completare l'attuale bozza: bisogna rafforzare le misure per l’economia circolare. Occorre assegnarle un ruolo strategico nel Piano nazionale per la Transizione ecologica”.
“L'economia circolare – dichiara Roberto Morabito, direttore del dipartimento sostenibilità dei sistemi produttivi e territoriali di ENEA – riveste certamente un ruolo fondamentale nel percorso verso sistemi produttivi e territori, a partire dalle città, più sostenibili, ma anche nel raggiungimento degli obiettivi di neutralità climatica. È necessario però da una parte essere più ambiziosi nella parte dedicata alla transizione circolare del PNRR, proprio in quanto occasione unica e imperdibile, e dall'altra mettere in campo da subito tutti gli strumenti necessari, tecnologici, regolatori, finanziari e soprattutto di governance a partire dalla Strategia Nazionale per l'Economia Circolare che, come recentemente comunicato dal Ministro Cingolani, sarà elaborata nei prossimi mesi”.
Rapporto nazionale sull'economia circolare in Italia 2021
Grafica di: Circular Economy Network