Stop auto benzina e diesel dal 2035, spazio a elettrico ed e-fuels

Stop auto benzina diesel - Foto di andreas160578 da PixabaySi chiude la partita sulla messa al bando delle auto diesel e benzina dal 2035. Dopo un tormentato braccio di ferro, i ministri dell’Energia trovano la quadra sul dossier forse più noto del pacchetto Fit for 55: stop all’immatricolazione di auto e furgoni endotermici nuovi dal 2035, apertura agli e-fuels.

Come finanziare la transizione green del settore automotive

Il regolamento stabilisce standard di prestazione in materia di emissioni di CO2 più rigorosi per autovetture e furgoni nuovi. Sul dossier più noto e dibattuto del pacchetto climatico Fit for 55 è arrivato l’accordo il 28 marzo in Consiglio Energia. 

Stop alle auto diesel e benzina dal 2035: cosa prevedono le regole europee

Il dossier si inquadra nell’ampio ventaglio di misure incluse nel pacchetto climatico noto come Fit for 55, presentato dalla Commissione europea nel luglio 2021. Pacchetto con cui Bruxelles fissa un obiettivo di riduzione delle emissioni nette di gas a effetto serra di almeno il 55% entro il 2030 e che include anche la proposta legislativa di revisione degli standard di prestazione in materia di emissioni di CO2 per le autovetture nuove e i veicoli commerciali leggeri. 

Diversamente dalle aspettative iniziali, la proposta dell'Esecutivo UE non è uscita stravolta dal negoziato tra Parlamento e Stati membri. 

Nel 2021, infatti, la Commissione europea aveva avanzato una proposta ambiziosa: a partire dal 2035 non sarà più possibile immettere sul mercato europeo autovetture o furgoni con motore a combustione interna.

I produttori possono continuare a immettere sul mercato veicoli con motori a combustione, ma se superano il loro obiettivo di emissioni in un determinato anno, devono pagare un premio di 95 euro per grammo di CO2/km al di sopra dell'obiettivo per veicolo immatricolato. Di conseguenza, con i nuovi obiettivi concordati, i veicoli a emissioni zero, come le auto elettriche, diventeranno più economici dei veicoli alimentati a combustibili fossili.

Il negoziato tra Parlamento e Consiglio ha mantenuto il meccanismo di incentivazione regolamentare per i veicoli a zero e basse emissioni fino al 2030. Per cui se un produttore soddisfa determinati parametri di riferimento per la vendita di veicoli a zero e basse emissioni può essere premiato con obiettivi di CO2 meno severi. 

Inoltre, l’accordo include una formulazione sui carburanti CO2 neutrali in base alla quale la Commissione presenterà una proposta per l’immatricolazione dei veicoli che funzionano esclusivamente con combustibili CO2 neutrali dopo il 2035.

Prevista anche una clausola di revisione affinché la Commissione valuti nel 2026 i progressi compiuti verso il raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni e possa riesaminare tali obiettivi tenendo conto degli sviluppi tecnologici, anche per quanto riguarda le tecnologie ibride plug-in. 

Come indicato in una nota del Parlamento europeo, l’accordo prevede anche l’emendamento noto come “salva Motor Valley” che deroga fino al 2035 gli standard di emissione per i produttori di piccoli volumi di produzione (da 1.000 a 10.000 auto nuove o da 1.000 a 22.000 nuovi furgoni). I produttori di meno di 1.000 nuove immatricolazioni di veicoli all’anno continuano ad essere esentati dalle nuove regole più stringenti sulle emissioni. 

Infine, si legge in una nota del Parlamento europeo, i finanziamenti europei esistenti dovrebbero essere convogliati sulla transizione verso veicoli a emissioni zero e tecnologie correlate.

I bandi europei per rinnovabili, batterie, economia circolare e mobilità. Il Work Programme Horizon Europe 2023-24

Con 340 voti favorevoli, 279 voti contrari e 21 astensioni, Strasburgo ha approvato il 14 febbraio l'accordo raggiunto con il Consiglio a ottobre 2022 sugli obblighi di riduzione delle emissioni di CO2 per nuove auto e nuovi furgoni previsti dal pacchetto Fit for 55. 

Il via libera dei ministri dell'Energia all'accordo - raggiunto dopo negoziati sofferti segnati dall'iniziale muro di Italia e Germania allo stop ai motori endotermici - è arrivato il 28 marzo. 

In base a quanto indicato in una nota del Consiglio Energia, gli obiettivi da centrare restano:

  • Riduzione delle emissioni di CO2 del 55% per le nuove auto e del 50% per i nuovi furgoni dal 2030 al 2034 rispetto ai livelli del 2021;
  • Riduzione del 100% delle emissioni di CO2 sia per le nuove auto che per i furgoni a partire dal 2035.

Dal 2025 fino alla fine del 2029 sarà in vigore un meccanismo di incentivazione regolamentare per i veicoli a zero e a basse emissioni (ZLEV). Nell'ambito di questo meccanismo, se un produttore soddisfa determinati parametri per le vendite di veicoli a zero e a basse emissioni può essere ricompensato con obiettivi di CO2 meno severi. Il parametro di riferimento è fissato al 25% per le auto e al 17% per i furgoni.

Dopo il braccio di ferro della Germania nel regolamento è stato aggiunto un riferimento agli e-fuels, in base al quale la Commissione presenterà una proposta per l'immatricolazione di veicoli alimentati esclusivamente con carburanti CO2 neutri dopo il 2035.

Si tratta di un passaggio importante per l'Italia che nel corso dei negoziati ha spinto per un'interpretazione meno restrittiva dei carburanti neutri in termini di Co2, che, oltre agli e-fuels, includesse anche altri carburanti rinnovabili come i biocarburanti.

E-fuel e biocarburanti: le differenze

Vale la pena spiegare brevemente che differenza c’è tra e-fuel e biocarburante. 

Gli e-fuels sono carburanti di origine sintetica a zero emissioni prodotti mediante la scissione dell’acqua in idrogeno e ossigeno e la successiva combinazione dell’idrogeno ricavato da tale processo con l’anidride carbonica catturata dall’atmosfera.

La produzione di biocarburanti prevede invece l’utilizzo di materie prime di scarto, residui vegetali e di olii generati da colture non in competizione con la filiera alimentare.

Anche autobus e camion devono diventare a zero emissioni

Al dossier sullo stop alle auto endotermiche il 14 febbraio si è aggiunta una nuova proposta dalla Commissione europea che, sulla stessa scia, sposta l’accento su altri veicoli, vale a dire autobus e camion.  

Nel dettaglio, la Commissione propone di introdurre gradualmente livelli di emissioni di CO2 più rigorosi per quasi tutti i veicoli pesanti nuovi con emissioni di CO2 certificate, nello specifico:

  • emissioni ridotte del 45% a partire dal 2030;
  • emissioni ridotte del 65% a partire dal 2035;
  • emissioni ridotte del 90% a partire dal 2040.

Per accelerare la diffusione degli autobus a emissioni zero nelle città, la Commissione propone inoltre che a partire dal 2030 tutti i nuovi autobus urbani non ne debbano più produrre.

Partita questa che si è appena aperta e su cui il Governo italiano si prepara a negoziare per ottenere risultati ben diversi rispetto a quanto accaduto con il dossier auto, negoziato dal Governo Draghi. 

“Sarà nostro impegno tutelare nelle sedi competenti, a Bruxelles e con i partner europei, gli interessi della filiera automotive e quindi dell'occupazione nel nostro Paese. Fermi i principi di tutela ambientale, è necessario agire senza pregiudizi ideologici e con il massimo senso di responsabilità”, ha dichiarato il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso.

Foto di andreas160578 da Pixabay