Reddito di cittadinanza, le nuove regole nella legge di Bilancio 2023
Il 2023 sarà un anno di transizione per il Reddito di cittadinanza. Con il disegno di legge di Bilancio si prevede una stretta 'soft' sulla platea dei percettori occupabili, da inserire nel mondo del lavoro con corsi di formazione obbligatori. Ecco una sintesi delle linee guida relative al sussidio di povertà.
Cosa prevede la legge di Bilancio 2023
La soluzione individuata dal governo Meloni per migliorare l'efficienza del Reddito di cittadinanza (RdC) è una 'manutenzione straordinaria' del sussidio di povertà per il prossimo anno, in vista di una totale abolizione per tutti e la conseguente sostituzione con un nuovo strumento a partire dal 2024.
Ecco cosa c'è da sapere su una delle più importanti misure sul fronte welfare per contrastare le difficoltà economiche, aggravate dalla pandemia di Covid-19 e dal caro energia legato alla guerra in Ucraina.
Le ultime novità sul Reddito di cittadinanza
- Cos'è il Reddito di cittadinanza?
- A chi spetta il Reddito di cittadinanza?
- Dalla Manovra al decreto Aiuti: come cambia il Reddito di cittadinanza
- Come funzionerà il Reddito di cittadinanza 2023?
Cos'è il Reddito di cittadinanza?
Il Reddito di Cittadinanza (RdC) - istituito dal DL n. 4-2019 - è una misura di politica attiva del lavoro e di contrasto alla povertà, alla disuguaglianza e all'esclusione sociale che i cittadini possono richiedere a partire dal 6 marzo 2019.
Si tratta di un sostegno economico a integrazione dei redditi familiari associato a un percorso di reinserimento lavorativo e di inclusione sociale, di cui i beneficiari sono protagonisti sottoscrivendo un Patto per il lavoro ed un Patto per l'inclusione sociale.
Per i nuclei familiari composti esclusivamente da uno o più componenti di età pari o superiore a 67 anni, il beneficio assume la denominazione di Pensione di cittadinanza quale misura di contrasto alla povertà delle persone anziane.
A chi spetta il Reddito di cittadinanza?
Il RdC è riconosciuto ai nuclei familiari in possesso, al momento della presentazione della domanda e per tutta la durata dell’erogazione del beneficio, dei seguenti requisiti:
Requisiti di cittadinanza, residenza e soggiorno
Il componente richiedente il beneficio deve essere cittadino maggiorenne in una delle seguenti condizioni:
- italiano o dell’Unione Europea; cittadino di Paesi terzi in possesso del permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo, o apolide in possesso di analogo permesso; cittadino di Paesi terzi familiare di cittadino italiano o comunitario titolare del diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente; titolare di protezione internazionale;
- residente in Italia per almeno 10 anni, di cui gli ultimi due in modo continuativo
Requisiti reddituali e patrimoniali
Il nucleo familiare deve possedere:
- un valore ISEE inferiore a 9.360 euro (in presenza di minorenni, si considera l’ISEE per prestazioni rivolte ai minorenni);
- un valore del patrimonio immobiliare in Italia e all’estero, diverso dalla casa di abitazione, non superiore a 30mila euro;
- un valore del patrimonio mobiliare non superiore a 6mila euro per il single, incrementato in base al numero dei componenti della famiglia (fino a 10mila euro), alla presenza di più figli (mille euro in più per ogni figlio oltre il secondo) o di componenti con disabilità (5mila euro in più per ogni componente con disabilità e euro 7.500 per ogni componente in condizione di disabilità grave o di non autosufficienza);
- un valore del reddito familiare inferiore a 6mila euro annui, moltiplicato per il corrispondente parametro della scala di equivalenza. Tale soglia è aumentata a 7.560 euro ai fini dell’accesso alla Pensione di cittadinanza. Se il nucleo familiare risiede in un’abitazione in affitto, la soglia è elevata a 9.360 euro.
Relativamente ai requisiti economici elencati sopra, i cittadini di Paesi extracomunitari devono produrre apposita certificazione rilasciata dalla competente autorità dello Stato estero, tradotta in lingua italiana e legalizzata dall’autorità consolare italiana.
Requisiti beni durevoli
Per accedere alla misura è inoltre necessario che nessun componente del nucleo familiare possieda:
- autoveicoli immatricolati la prima volta nei 6 mesi antecedenti la richiesta, autoveicoli di cilindrata superiore a 1.600 cc, motoveicoli di cilindrata superiore a 250 cc, immatricolati la prima volta nei 2 anni antecedenti;
- navi e imbarcazioni da diporto
Il richiedente non deve poi essere sottoposto a misura cautelare personale, anche adottata a seguito di convalida dell’arresto o del fermo, nonché esser stato condannato in via definitiva, nei dieci anni precedenti la richiesta, per una serie di delitti (articoli 270-bis, 280, 289-bis, 416-bis, 416-ter, 422 e 640-bis del codice penale).
Il Reddito di cittadinanza è compatibile con il godimento della NASpI (Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego), DIS-COLL (indennità di disoccupazione per i lavoratori con rapporto di collaborazione coordinata) e degli strumenti di sostegno al reddito per la disoccupazione involontaria.
L’importo dell’assegno è determinato tenendo conto, con una scala di equivalenza, del numero di componenti il nucleo familiare.
Dalla Manovra al decreto Aiuti: come cambia il Reddito di cittadinanza?
Dalla sua nascita nell'aprile 2019 il Reddito di cittadinanza ha subito diverse integrazioni e modifiche per quanto riguarda le somme a disposizione delle strumento e il meccanismo di funzionamento della misura.
La norma istitutiva del RdC (DL n. 4-2019), prevedeva una dotazione pari a 5,9 miliardi di euro nel 2019, 7,1 miliardi per il 2020, 7,3 miliardi per il 2021 e 7,2 miliardi a decorrere dall'anno successivo.
Lo stanziamento complessivo è stato incrementato di oltre un miliardo per il triennio 2021-2023 grazie alla Manovra 2021, con 196,3 milioni di euro per l’anno 2021, 473,7 milioni per l’anno 2022 e 474,1 milioni di euro per l’anno 2023.
Successivamente, la legge di conversione del decreto Sostegni (DL n. 41-2021) ha stanziato nuovi fondi per aiutare anche i nuclei familiari più in difficoltà nell'emergenza causata dalla diffusione del coronavirus. Nello specifico, il testo prevedeva:
- il rifinanziamento per un miliardo di euro del Reddito di cittadinanza, al fine di tenere conto dell’aumento delle domande;
- la proroga del contratto dei navigator, in scadenza a fine aprile, per tutto il 2021.
Per il 2021, inoltre, era stata stabilita la sospensione dell’erogazione del RdC - in luogo della decadenza - in caso di uno o più contratti di lavoro a tempo determinato, entro il limite di 10mila euro, per la durata del contratto e comunque non oltre i sei mesi.
Visito l'andamento della misura e i numeri rilevanti che hanno caratterizzato lo strumento, la legge di conversione del decreto Fiscale (DL 146-2021), ha stanziato 200 milioni di euro al fine di garantire l'erogazione del Reddito di cittadinanza fino alla fine del 2021.
Il decreto PNRR o decreto Recovery, invece, ha introdotto un'ultima proroga di quattro mesi per i navigator. Il contratto di questi 2.500 assistenti, scaduto in aprile 2021 e già esteso una prima volta fino al 31 dicembre dello stesso anno, è stato portato al 30 aprile 2022, senza cambiare datore di lavoro che dunque resta Anpal Servizi.
La legge di Bilancio 2022 ha rappresentato un importante punto di svolta nella storia del Reddito di cittadinanza. Se da un lato il testo ha garantito il rifinanziamento del sussidio per un miliardo di euro a partire dal 2022 e, a regime, con decorrenza dal 2029, dall'altro ha rivoluzionato lo strumento con una revisione complessiva del meccanismo.
Nel dettaglio:
- si è definito come "congruo" un lavoro entro 80 chilometri di distanza dalla residenza o raggiungibile entro 100 minuti con i mezzi pubblici. Salta, invece, il vincolo territoriale dalla seconda offerta: sarebbe congrua, quindi, una posizione lavorativa in qualsiasi luogo del territorio italiano;
- i beneficiari 'occupabili' - cioè i soggetti tenuti agli obblighi connessi alla fruizione del beneficio - dovevano sottoscrivere il Patto per il lavoro contestualmente all’invio della domanda di RdC e avevano la possibilità di rifiutare massimo due offerte di lavoro, pena la decadenza dal beneficio;
- il percettore perde il sussidio, non solo dopo due proposte di lavoro congrue rifiutate, ma anche se non ci si dovesse presentare "almeno ogni mese", senza "comprovato giustificato motivo", presso un centro per l'impiego al fine della verifica dei risultati raggiunti e del rispetto degli impegni assunti nell’ambito del progetto personalizzato.
Inoltre, i Patti per il lavoro e i Patti per l’inclusione sociale hanno ritenuto necessaria la partecipazione periodica dei beneficiari del Reddito ad attività e colloqui da svolgersi in presenza.
Tra i correttivi c'è anche l'introduzione di un décalage del beneficio mensile. In pratica, è stato ridotto di 5 euro al mese l'assegno a partire dalla prima offerta congrua rifiutata. Il taglio è stato applicato solo agli 'occupabili'; esclusi quindi i nuclei con bimbi sotto i 3 anni o con disabili gravi o non autosufficienti.
Nonostante la proroga stabilita con il decreto Recovery, si è chiuso il contratto dei 2.500 navigator. Al loro posto le agenzie per il lavoro iscritte all’Albo svolgono l'attività di mediazione tra domanda e offerta. Il loro ruolo si affianca a quello dei centri per l'impiego ed è volto ad agevolare l'occupazione dei percettori di Rdc. Per ogni assunto è riconosciuto il 20% dell'incentivo previsto per il datore di lavoro.
Oltre a queste novità, infine, la Manovra ha autorizzato:
- una spesa nel limite di 70 milioni di euro, a decorrere dal 2022, per far fronte agli oneri di funzionamento dei centri per l’impiego
- una spesa nel limite di 20 milioni di euro, sempre a decorrere dal 2022, per far fronte agli oneri di funzionamento dei centri per l’impiego derivanti dalle attività connesse all’attuazione delle politiche attive del lavoro in favore dei giovani.
Infine, la legge di conversione del decreto Aiuti (DL n. 50-2022) ha stabilito che le offerte di lavoro 'congrue' possano essere avanzate anche dai datori di lavoro privati e che l’eventuale mancata accettazione rientri nel calcolo del numero che comporta la decadenza dal beneficio.
In sostanza, quindi, dopo due no ad offerte ’congrue’, siano esse pubbliche o private, se si vuole mantenere il RdC si è costretti necessariamente ad accettare. Con il terzo no, infatti, non si ha più diritto al beneficio.
Inoltre, lo stesso provvedimento stabilisce che l'Anpal Servizi S.p.A. ricontrattualizzi per due mesi, decorrenti dal 1° giugno 2022 e prorogabili per un periodo massimo di tre mesi, i navigator con incarico di collaborazione ancora attivo al 30 aprile 2022.
Come funzionerà il Reddito di cittadinanza 2023?
A proposito del restyling della misura per il prossimo anno, uno dei temi più caldi del disegno di legge di Bilancio 2023 è la revisione della disciplina delle offerte di lavoro relativa al Reddito di cittadinanza.
L'idea di base è quella di suddividere la platea di percettori tra i non abili al lavoro e coloro che sono in grado di lavorare, distinguendo un certo tipo di trattamento in base alla classe di appartenenza.
I primi - come ad esempio pensionati in difficoltà, invalidi, chi non ha reddito e chi ha figli minori di cui farsi carico - continueranno ad avere una forma di sostegno al reddito. I beneficiari del RdC considerati potenzialmente occupabili, invece, dovranno essere attivati al lavoro, con una stretta sui controlli in chiave anti furbetti e condizionalità più rigide.
Nello specifico, il sussidio per questa seconda categoria di percettori, individuati in base all'età e ai carichi familiari, vedrà una graduale cancellazione dell'assegno. Si tratta di coloro che hanno tra i 18 e i 59 anni e che non hanno nel proprio nucleo familiare disabili, minori o anziani over 60.
Questi soggetti, infatti, dal 1° gennaio 2023 potranno ricevere il sussidio per non più di 7 mesi - al posto degli attuali 18 rinnovabili - e dovranno partecipare per almeno sei mesi a un corso di formazione o riqualificazione professionale, pena la perdita dell’assegno.
Infine, la riforma per i beneficiari di RdC occupabili prevede la decadenza del beneficio dopo il rifiuto anche di una sola offerta di impiego. Ricordiamo che - come previsto dal precedente governo Draghi - attualmente le offerte rifiutabili sono due nei primi diciotto mesi di fruizione dell'assegno o una nel caso di rinnovo del beneficio, mentre originariamente erano tre.
Scompare, quindi, il riferimento normativo all’offerta cosiddetta 'congrua'. In concreto la prima offerta che - se rifiutata - fa perdere il diritto all’assegno non dovrà più considerare le esperienze e competenze maturate e nemmeno la distanza del luogo di lavoro e i tempi di trasferimento.
L’erogazione del reddito di cittadinanza viene legata a doppio filo con il mondo dell'istruzione. Ai beneficiari di età compresa tra 18 e 29 anni, che non hanno terminato la scuola dell’obbligo, la possibilità di fruire del reddito di cittadinanza sarà condizionata alla frequenza di percorsi di formazione o funzionali all’adempimento dell’obbligo scolastico.
Inoltre, si richiede ai Comuni di impiegare tutti i percettori di reddito di cittadinanza residenti che sottoscrivono un patto per il lavoro o per l’inclusione sociale, anziché solo un terzo di essi, nell’ambito di progetti utili alla collettività.
Si specifica anche che il maggior reddito da lavoro percepito in forza di contratti di lavoro stagionale o intermittente, fino a 3mila euro lordi, non concorra alla determinazione del beneficio economico.
Dal 2023 cambiano anche le regole in tema di affitti: la quota mensile che viene usata dal beneficiario per pagare l’affitto grazie al reddito di cittadinanza non sarà più a disposizione dell'affittuario ma sarà versata direttamente al proprietario dell’immobile.
La Manovra, infine, prevede che l’autorizzazione di spesa prevista dal DL n. 4-2019 per l’erogazione del beneficio economico del Rdc e della Pensione di cittadinanza sia ridotta di 958 milioni di euro per il 2023.
Manovra 2023: incentivi per assunzioni di donne, giovani e percettori RdC