Bilancio europeo: per il QFP 2028-2034 lo status quo non è un'opzione

Commissione UE - Photo credit: European Union, 2024 - EC - Audiovisual Service - Photographer: Lukasz KobusCon la comunicazione “The road to the next multiannual financial framework” la Commissione europea ha messo nero su bianco i principi che guideranno la proposta di Quadro finanziario pluriennale 2028-2034 attesa per luglio. 

Competitiveness Fund e Piani nazionali: come cambierà il prossimo bilancio UE

In linea con quanto emerso nel Competitiveness Compass, Piani nazionali e Fondo per la competitività saranno le principali novità del QFP 2028-34, mentre nuove risorse proprie dovranno garantire il pagamento del debito relativo al NextGenerationEU. Sulle proposte Bruxelles ha lanciato una serie di consultazioni pubbliche, che rimarranno aperte fino al 6 maggio.

Il documento di 15 pagine pubblicato il 12 febbraio dalla Commissione europea rappresenta la base per il confronto tra le istituzioni UE e con gli stakeholder sul prossimo bilancio pluriennale dell'UE. Confronto che passa anche per una serie di consultazioni pubbliche avviate sempre ieri dalla Commissione, per l'istituzione di un panel di 150 cittadini e per il lancio di una piattaforma online. L'obiettivo è arrivare a luglio alla presentazione della proposta legislativa sul nuovo Quadro finanziario pluriennale (QFP), che dovrà entrare in vigore il 1° gennaio 2028. 

Bilancio europeo: la comunicazione della Commissione sul QFP 2028-2034

Punto di partenza della comunicazione è un'analisi delle sfide e delle priorità dell'UE, ma anche una disanima delle rigidità e delle debolezze che attualmente limitano l'impatto del bilancio europeo.

Da una parte, Bruxelles sollecita quindi "un ampio accordo su 'cosa' finanziare, ovvero sulle esigenze di investimento per i prossimi anni". Secondo la Commissione, la priorità è fare in modo che nel QFP 2028-2034 ogni euro speso si concentri sugli obiettivi comuni per cui l'azione dell'UE è maggiormente necessaria, in particolare l'aumento della competitività, il rafforzamento della difesa, la gestione dei flussi migratori, la politica di allargamento, la crisi climatica, la coesione territoriale, economica e sociale, il sostegno al reddito degli agricoltori e al loro ruolo a tutela dell'ambiente e dei servizi ecosistemici.

Dall'altra, bisogna concordare il 'come', e quindi la combinazione ottimale di investimenti privati, risorse nazionali e fondi europei, gli strumenti da utilizzare nei diversi ambiti e la loro progettazione all'interno del bilancio europeo.

Per Bruxelles serve anzitutto un QFP più semplice e flessibile. La semplificazione dovrebbe impattare sui tempi che oggi intecorrono tra l'adozione del QFP e l'effettiva partenza dei programmi; sugli oneri burocratici che rallentano l'andamento della spesa pubblica; sulla capacità dei beneficiari finali - oggi disorientati da regole, procedure e tassi di finanziamento diversi per ciascun programma - di accedere ai fondi europei; sul tasso di errore e sul rischio di disimpegno automatico. La flessibilità permetterebbe invece all'UE di rispondere più facilmente a esigenze impreviste, senza passare per complesse procedure di modifica di programmi con fondi quasi totalmente pre-assegnati all'inizio di ogni programmazione.

In secondo luogo, serve un bilancio più mirato, strutturato sulla base delle priorità politiche condivise a livello UE e in modo da garantire il coordinamento tra politiche nazionali ed europee e tra riforme e investimenti. Un bilancio policy-oriented, che eviti la frammentazione e le sovrapposizioni che oggi caratterizzano diversi programmi e strumenti.

Infine, occorre una maggiore attenzione alle prestazioni, traendo ispirazione dal Recovery and Resilience Facility (RRF), ma senza trascurare gli avvertimenti della Corte dei Conti europea: gli approcci basati sulla performance comportano vantaggi in termini di velocità di implementazione, ma vanno garantiti tracciabilità e trasparenza dei fondi UE.

Partendo da questi principi, ecco, in sintesi, come dovrebbe funzionare il Quadro finanziario pluriennale secondo la comunicazione della Commissione europea.

La nuova struttura del QFP 2028-2034 secondo la Commissione UE

In base alla comunicazione, il prossimo bilancio dell'Unione dovrebbe prevedere al suo interno un Piano nazionale per ciascun paese che includa sia riforme che investimenti, sul modello di quanto già realizzato con i PNRR, e che rifletta le priorità comuni dell'UE, tra cui la promozione della coesione economica, sociale e territoriale. La Politica di coesione, quindi, secondo questo disegno, andrebbe a rientrare all'interno dei Piani nazionali, ma ancora una volta non è chiaro fino a che punto voglia spingersi la "centralizzazione" sollecitata da Bruxelles.

Il riferimento a Piani nazionali richiama infatti il modello PNRR, con riforme e investimenti decisi a livello nazionale in accordo con la Commissione, ma la comunicazione parla di una Politica di coesione progettata e attuata in collaborazione con le autorità nazionali, regionali e locali, il che potrebbe indicare diversi livelli di titolarità da parte dei territori o anche un'evoluzione nella direzione già sperimentata con i Piani strategici nazionali della PAC 2023-2027. Di fatto, solo una volta chiarita la natura di questa “collaborazione” sarà possibile comprendere quanto lontano dall'attuale meccanismo dell'Accordo di partenariato voglia spingersi la Commissione.

Per approfondire: Fitto: nessuna centralizzazione della Coesione, ma riforma necessaria

La seconda novità ormai da tempo annunciata dalla Commissione è l'introduzione di un Fondo europeo per la competitività per massimizzare il sostegno a settori e tecnologie strategici per la competitività dell'Unione e assicurare la disponibilità di finanziamenti lungo l'intero ciclo degli investimenti, dalle attività di ricerca e innovazione, fino all'implementazione industriale e alla produzione. Anche in questo caso la comunicazione non indica ancora esplicitamente quali dei programmi attualmente esistenti dovrebbero essere assorbiti nel Competitiveness Fund, che avrebbe anche il compito di stimolare l'afflusso di capitali privati. Tra i papabili sicuramente Horizon Europe, Innovation Fund e InvestEU. 

Infine, il tema delle entrate. Il rimborso del prestito NGEU, ricorda infatti la comunicazione, inizierà nel 2028, per concludersi entro il 2058. Il pagamento degli interessi assorbirà circa 25-30 miliardi all'anno (quasi il 20% dell'attuale bilancio annuale), dentro un quadro di esigenze finanziarie gonfiate da sfide crescenti, non da ultimo un processo di allargamento che - secondo Bruxelles – resta un “imperativo politico e geostrategico”. Per far quadrare il cerchio e costruire un bilancio all'altezza delle sue ambizioni, l'UE ha solo due strade: aumentare i contributi nazionali dei 27 al QFP oltre la soglia dell'1%, o introdurre nuove risorse proprie, tema già ampiamente presente nel negoziato sul Multiannual Financial Framework 21-27, conclusosi con un accordo interistituzionale sul tema e con una roadmap che il Consiglio è sollecitato dalla Commissione a riprendere in mano. Il momento delle scelte è arrivato.

Consulta la comunicazione della Commissione europea sul QFP 2028-2034

Le consultazioni pubbliche sul bilancio europeo 2028-2034

I contenuti della comunicazione sono ora al centro di sette consultazioni pubbliche lanciate dalla Commissione europea per coinvolgere le parti interessate al futuro del QFP.

La prima, intitolata "EU’s next long-term budget (MFF) – Implementing EU funding with Member States and regions", riguarda i fondi europei implementati con gli Stati membri e con le regioni, e quindi la Politica di coesione, la Politica agricola comune, la Politica della pesca e marittima, i fondi per gli affari interni e per le reti transeuropee. Politiche che vengono raggruppate per facilitare il lavoro preparatorio, chiarisce la Commissione nella nota che accompagna la consultazione, e la cui trattazione unitaria non pregiudica la futura architettura dei programmi.

Le altre consultazioni pubblicate lanciate da Bruxelles sono:

Tutte le consultazioni rimarranno aperte per le prossime 12 settimane, fino al 6 maggio 2025.

Inoltre, circa 150 europei avranno la possibilità di discutere e formulare raccomandazioni concrete per il prossimo bilancio UE nell'ambito di un panel di cittadini, che sarà accompagnato da una piattaforma online che offrirà a tutti l'opportunità di partecipare.

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