Il Rapporto 2023 sulla ricostruzione sisma Centro Italia
Il Commissario al sisma 2016 ha presentato il Rapporto sulla ricostruzione, aggiornato ai primi quattro mesi del 2023. Tra i dati emersi, i numeri sulle richieste di contributo per la ricostruzione privata (28.315 quelle presentate, su quasi 50mila domande attese) e quelli sulla ricostruzione pubblica (con 3.215 interventi finanziati, di cui 233 conclusi). Dentro, però, anche l’analisi sulle novità apparse nei primi mesi dell’anno, incluso il DL Ricostruzione, l’arrivo delle prima graduatorie NextAppennino e la proroga del superbonus.
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E’ questo in buona sostanza il quadro aggiornato della ricostruzione dei territori dell’Italia centrale, colpiti dal sisma del 2016. Una ricostruzione che è come una “creatura viva”, si legge nel Rapporto, in costante mutamento ed evoluzione e che negli ultimi mesi è stata caratterizzata da alcune novità normative, dalla maturazione di processi avviati negli anni passati e da alcune esternalità negative come il caro materiali.
I dati aggiornati sulla ricostruzione privata del sisma 2016
Partendo dalla ricostruzione degli immobili privati, i dati aggiornati ai primi quattro mesi del 2023 parlano di 28.315 richieste di contributo presentate su quasi 50mila attese. Un dato da leggere insieme a quello delle 14.211 famiglie che ancora non sono potute rientrare in casa, per un totale di circa 30mila cittadini che vivono nelle SAE o beneficiano del contributo di autonoma sistemazione (CAS). La combinazione dei due dati ha portato ad una costante proroga della scadenza per la presentazione delle progettazioni da parte di titolari CAS, con la definizione in ultima istanza della scadenza del 31 ottobre 2023, pena la sospensione del contributo.
In termini economici, il dato che emerge dal Rapporto è quello di 6,037 miliardi di euro di concessione complessiva relativa alle 16.680 richieste approvate dagli USR (Uffici speciali per la ricostruzione regionali), di cui 2,8 miliardi di euro già liquidati per l’avanzamento dei lavori.
Si tratta di un trend in costante crescita, “a partire da giugno 2017 (termine dello sciame sismico), quando le richieste di contributo presentate erano poco più di 200” e che ha subito rallentamenti soltanto in due momenti.
Il primo rallentamento nelle richieste di contributo, si legge nel Rapporto, “è stato a seguito della pandemia nel corso del 2020. (...) Il secondo si è registrato invece nel corso del 2021”, probabilmente a causa dell'aumento dei prezzi dell’energia e delle materie prime e della “carenza di tecnici e imprese, causata dall'attrattività che la misura del superbonus 110% ha avuto nei loro confronti inducendoli a orientarsi verso committenze in località e in contesti diversi rispetto a quello del cratere”.
Il vero cambio di passo si è registrato, però, a partire dal secondo semestre del 2022 quando le richieste di contributo “non solo hanno ripreso un trend di crescita ma hanno visto una forte accelerazione: nel corso dell’ultimo anno (dal 30 aprile 2022), sono state presentate quasi 6 mila richieste di contributo”, si legge infatti nel Rapporto, “per un valore superiore a 3 miliardi di euro”.
Per quanto concerne invece la tipologia di danni, “oltre la metà delle richieste di contributo presentate (il 54%) fa riferimento a edifici con danni lievi, per un importo complessivo pari a 2 miliardi e 233 milioni di euro” e con un importo medio di ciascuna richiesta che ammonta a 146 mila euro. La quota restante di richieste di contributo (il 46%) riguarda invece le riparazioni dei danni gravi (con alcune differenze significative tra regioni), per un importo totale richiesto che ammonta a 8 miliardi e 245 milioni e un importo medio di ciascuna domanda superiore a 628 mila euro.
I dati aggiornati sulla ricostruzione pubblica del sisma 2016
Per quanto concerne la ricostruzione pubblica, invece, l’importo finanziato fino ad oggi è pari a 3,94 miliardi di euro. Si tratta però di un dato che dovrà essere aggiornato a causa dell’aumento dei prezzi e dei costi delle lavorazioni.
In termini di interventi, parliamo di 3.215 lavori finanziati, di cui 1.445 devono essere ancora avviati.
Complessivamente le somme a disposizione della ricostruzione pubblica dal 2016 a oggi sono state pari a 6,750 miliardi, con un ammontare di risorse residue ancora disponibili per la programmazione di nuovi interventi di riparazione e ricostruzione relativi a opere pubbliche pari a 259,97 milioni di euro.
Ricostruzione sisma: le novità 2023
Tra le novità principali del 2023, si segnala anzitutto l’entrata in funzione della Piattaforma GE.DI.SI. (GEstione DIgitale SIsma) per la ricostruzione privata, che è diventata l’unico portale telematico della Struttura commissariale di accesso alla ricostruzione post sisma 2016 per cittadini, professionisti ed imprese.
Un percorso analogo sarà attuato anche per la ricostruzione pubblica, i cui dati sono ad oggi divisi tra più uffici e portali.
Altra novità di questi primi mesi del 2023 riguarda la pubblicazione delle prime graduatorie dei bandi NextAppennino, finanziati dal Fondo complementare al PNRR e che riguardano anche il cratere del sisma 2009. Un programma - lo ricordiamo - che ha l’obiettivo di sostenere le imprese e rilanciare l’economia dei territori dei due crateri 2009 e 2016, per un supporto che si stima arriverà a oltre 1.000 imprese.
Ci sono poi le novità presenti nel Decreto Ricostruzione (DL 3-2023) che oltre ad aver previsto l'applicazione delle disposizioni semplificative del DL 77/2021 anche alle procedure di affidamento es esecuzione dei contratti pubblici per la ricostruzione nei comuni colpiti dai terremoti del 2009 e del 2016-2017, ha introdotto anche una novità relativa all’IVA.
L’articolo 3 del decreto ha infatti previsto l’erogazione di anticipazioni finanziarie per il pagamento dell'IVA delle fatture relative agli interventi di ricostruzione.
Infine, va segnalata la partita sul superbonus al 110%, prorogato fino al 2025, incluso il meccanismo della cessione del credito e dello sconto in fattura per gli interventi di ricostruzione che abbiano usufruito del superbonus 110% per le lavorazioni non coperte da contributo sisma.
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