OpenFlow: ottimizzare il flusso dei dati sulla rete

World - Immagine di BertoSi chiama OpenFlow il protocollo di comunicazione sviluppato dalla Stanford University e dalla Berkeley University che, regolando il flusso telematico di uno switch o di un router sulla rete, è in grado di intervenire sulla trasmissione dei dati per renderla più veloce, efficiente e sicura. Un'innovazione che potrebbe rivoluzionare il web.

Un'innovazione che fa gola a molte imprese, alcune delle quali, tra cui Google, Facebook e Cisco, si sono associate nell'Open Networking Foundation (ONF) con l'obiettivo di rendere aperti e programmabili i network mainstream. L’intento che la fondazione intende raggiungere, attraverso software come OpenFlow, è ottenere reti programmabili in modo che il loro migliore funzionamento si rifletta sull’esecuzione delle applicazioni, da quelle per lo streaming ai servizi di telefonia cellulare, riducendo anche il consumo energetico nei data center.

Attualmente, infatti, i flussi di dati attraverso le reti sono inefficienti e se un percorso fallisce il traffico deve essere deviato, consumando tempo ed energia; al contrario avere il controllo su come i dati scorrono permetterebbe di reindirizzare il flusso in pochi secondi.

Nel caso di una rete programmabile, il software può acquisire informazioni sfruttando gli switch e i router per leggere lo stato dei componenti hardware, mentre il sistema operativo può ricavare una mappa della rete ed individuare i percorsi più efficienti per dirigere i flussi di dati in maniera più agevole.

Con solo un paio di centinaia di righe di codice i ricercatori impegnati nel progetto OpenFlow sono riusciti a modificare completamente i modelli di flusso di dati in una rete e a ridurre il consumo energetico di un data center del 60%, semplicemente dirigendo il traffico all'interno del centro e spegnendo gli interruttori quando non erano in uso.

Una prospettiva che Cisco, la principale azienda che costruisce hardware per canalizzare i dati su Internet, vede come un modo per dare ai propri clienti la possibilità di costruire servizi Internet superiori. Basti pensare a quanto migliorerebbero le prestazioni degli aggiornamenti di stato delle centinaia di milioni di utenti di Facebook o la velocità delle reti che collegano i data centers di Google.

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