Dieci proposte in vista del Piano d'azione per il biologico
A un mese dall'entrata in vigore della legge sull'agricoltura biologica, Aiab, Assobio, Associazione per l’agricoltura biodinamica e FederBio lanciano, con un evento alla presenza del ministro Patuanelli, un biodecalogo per accelerare la transizione agroecologica e “fornire al Paese una riserva strategica agricola che permetta di fronteggiare le varie crisi che hanno colpito le nostre società, da quella climatica alla pandemia, fino alla guerra” in Ucraina.
Cosa prevede la legge sull'agricoltura biologica
L'appuntamento, organizzato per celebrare la legge sull'agricoltura biologica, approvata definitivamente il 3 marzo dopo 15 anni di tentativi, guarda soprattutto ai prossimi passi, in particolare al Piano d'azione sul biologico chiamato a dare gambe alle novità legislative e visione strategica agli investimenti che saranno finanziati nell'ambito del Piano strategico della PAC.
Il PSP 2023-27, ha ricordato infatti il ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli aprendo i lavori, mette sul piatto 2,5 miliardi per sostenere conversione al bio e mantenimento della produzione biologica e portare l'Italia ad anticipare i target europei: il 25% della SAU entro il 2027, e non entro il 2030 come previsto dalla strategia Farm to Fork, a fronte dell'attuale 16%.
Gli obiettivi, però, ha ricordato Patuanelli, devono guardare anche alla crescita del mercato: non basta aumentare la superficie destinata all'agricoltura biologica, occorre puntare ai consumi. Contando sul fatto che i consumatori italiani sono sensibili al tema e due su tre mettono già almeno un prodotto bio nel carrello della spesa.
A questo scopo dovranno contribuire gli strumenti introdotti dalla legge 23-2022 (dal marchio Made in Italy bio al riconoscimento dei distretti biologici), il Piano d'azione per il biologico e il Piano PAC. Le priorità da tenere a mente, le hanno riassunte le associazioni del settore - Aiab, AssoBio, Associazione per l’agricoltura biodinamica e FederBio - nel decalogo presentato in occasione dell'evento.
Una risposta anche alle critiche nei confronti del biologico di quanto ritengono questo modello produttivo incompatibile con la sicurezza alimentare e propongono di affrontare le difficoltà di approvvigionamento aggravate dalla guerra in Ucraina rinunciando alla transizione green prospettata da Farm to Fork e puntando su fertilizzanti chimici, Ogm e nuove tecniche di genome editing.
Per approfondire: Il Piano strategico PAC dell'Italia
Come far crescere l'agricoltura biologica in Italia?
Alle polemiche delle ultime settimane, i presidenti delle associazioni del bio rispondono che “Il cibo del futuro è il biologico”, in quanto “opportunità strategica in campo economico” - su cui l'Italia non deve perdere il vantaggio iniziale rispetto ai competitor europei - e al tempo stesso “approccio efficace nel contrasto al cambiamento climatico e nella tutela dell’ambiente e della biodiversità”.
Dieci le proposte in vista del Piano d'azione nazionale per il biologico:
- Filiere di Made in Italy Bio fondate sul giusto prezzo per agricoltori e consumatori
- Fiscalità ambientale e crediti di imposta per i costi di certificazione per abbattere i prezzi al consumatore senza costi aggiuntivi per le imprese
- Distretti biologici per favorire sistemi locali di produzione e consumo e valorizzare il territorio rurale a partire dalle aree interne e dalle aree naturali protette
- Incentivi alle imprese agricole che integrano attività agricole, zootecniche e forestali, capaci di favorire la biodiversità e chiudere il ciclo dei nutrienti
- Ricerca, innovazione, formazione e consulenza per supportare gli agricoltori e i territori nella transizione al bio.
- Sviluppo della ristorazione collettiva attraverso organizzazioni di prodotto e strumenti adeguati d’informazione e consulenza.
- Comunicazione e campagne d’informazione ai cittadini per conoscere i valori del bio e favorire l’aumento dei consumi di biologico
- Innovazione digitale e piattaforma di tracciabilità unica in favore di consumatore
- Semplificazione burocratica. È l’agricoltore che non inquina a dover sostenere il costo della dimostrazione, sia in termini di tempo che di soldi.
- Obbligo del biologico in aree protette ed Efa
"La guerra in Ucraina ci offre almeno questa opportunità: è il momento per rivedere le politiche dei sussidi che devono premiare chi non inquina e chi investe nelle alternative ai combustibili fossili sia in campo energetico che per fertilizzanti e fitofarmaci. Dobbiamo valorizzare i prodotti della terra attraverso il bio per garantire agli agricoltori un giusto prezzo per il loro lavoro e allo stesso tempo tutelare i consumatori di fronte a rincari in gran parte giustificabili solo con speculazione finanziaria”, hanno dichiarato i quattro presidenti Maria Grazia Mammuccini (presidente FederBio), Giuseppe Romano (presidente Aiab), Carlo Triarico (presidente Associazione Agricoltura Biodinamica) e Roberto Zanoni (presidente AssoBio). Trovando una sponda nelle parole del ministro: “la crisi internazionale non deve essere utilizzata come pretesto per retrocedere dagli impegni per la transizione ecologica”.
Per approfondire: AIAB, perché il ddl agricoltura biologica va sostenuto