Fondi strutturali: Trigilia, 31 miliardi di euro da impegnare entro dicembre 2013
Nonostante la riprogrammazione di circa 6,4 miliardi di euro, realizzata dall'ex ministro della Coesione territoriale Fabrizio Barca attraverso il Piano di Azione e Coesione, l'Italia rischia di perdere circa 31 miliardi di fondi europei non ancora utilizzati. "L'incapacità di utilizzare i fondi regionali europei è uno dei problemi strutturali del nostro Paese", ha spiegato in un'intervista il neo ministro Carlo Trigilia, ma complice è anche l'impossibilità di garantire la quota di cofinanziamento nazionale necessaria per sbloccare le risorse europee a causa dei vincoli del Patto di stabilità interno.
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Le risorse messe a disposizione dell'Italia dall'Ue per il settennato 2007-2013 nell'ambito del Fondo sociale europeo e del Fondo europeo di sviluppo regionale ammontano a 27,9 miliardi di euro; a questi si aggiungono circa 27 miliardi di euro di cofinanziamento nazionale.
Per evitare il disimpegno di questi fondi, e quindi il loro rientro nel bilancio dell'Unione, l'Italia deve assegnarli tutti entro dicembre 2013 e spenderli entro la fine del 2015.
Finora l'Italia è riuscita a superare gli obiettivi di spesa fissati a livello comunitario: a dicembre 2012 la spesa certificata era infatti pari al 34,6% del totale, oltre il target Ue del 32,2%.
Per i fondi che oggi ancora risultano non impegnati, l'idea del ministro Trigilia è di sfruttarli per interventi di contrasto alla disoccupazione giovanile e di sostegno delle fasce sociali svantaggiate e dei precari della pubblica amministrazione.
Ma c'è una condizione: per sbloccare i fondi europei occorre una quota di cofinanziamento nazionale, che dovrebbe essere pari a circa 12 miliardi. Risorse che l'Italia potrebbe liberare - ha spiegato recentemente il ministro dell'Economia Fabrizio Saccomanni - con la chiusura della procedura per deficit eccessivo, che permetterebbe di allentare i vincoli del Patto di stabilità.