Ue: regole più semplici per l'accesso di studenti e ricercatori di paesi terzi

Ricercatore - foto di Fondazione MachEliminare gli ostacoli burocratici e attirare in Europa sempre più studenti e ricercatori extra-Ue. Una proposta di direttiva della Commissione europea punta a semplificare l'arrivo e la permanenza nel territorio dell'Unione di talenti non europei, stabilendo limiti di tempo più chiari per le autorità nazionali che devono accogliere o respingere le domande di soggiorno, dando maggiori opportunità di accesso al mercato del lavoro durante la permanenza e facilitando la circolazione all’interno dell’Ue.

"Trasferirsi nell’Ue per motivi di studio o di ricerca è molto più complicato del necessario", ha dichiarato Cecilia Malmström, commissaria europea per gli Affari interni. Fra le problematiche più diffuse, quella relativa a visti e permessi di soggiorno: documenti che richiedono spesso procedure lunghe e complesse, che in genere variano da paese a paese, rendendo molto difficili, se non addirittura impossibili, gli spostamenti transfrontalieri.

Proposta Commissione Ue

Norme più chiare, coerenti e trasparenti valide nell’intera Unione europea. L'Esecutivo comunitario propone dunque di modificare le due direttive vigenti su studenti e ricercatori, che verrebbero sostituite da un testo unico, volto a ottimizzare una serie di elementi:

  • garanzie procedurali: nello specifico, le autorità degli stati membri avranno a disposizione un tempo limite di 60 giorni per accogliere o respingere una richiesta di visto o di permesso di soggiorno, il che renderà l’iter più diretto e trasparente;
  • circolazione all’interno dell’Ue e trasferimento di capacità e competenze: norme più semplici e più flessibili aumenteranno le possibilità di spostarsi all’interno dell’Ue per ricercatori, studenti e tirocinanti retribuiti. Saranno garantiti alcuni diritti alla mobilità anche ai familiari dei ricercatori;
  • accesso al mercato del lavoro: durante gli studi, gli studenti potranno lavorare per un minimo di 20 ore settimanali in modo da mantenersi adeguatamente e fornire il loro contributo all’economia. In determinate circostanze, ricercatori e studenti potranno rimanere sul territorio anche nei 12 mesi successivi al completamento degli studi o della ricerca, al fine di individuare opportunità di lavoro o avviare un’attività. Il che non comporterà automaticamente un diritto al lavoro, in quanto il rilascio del permesso di lavoro rimane di competenza nazionale;
  • tutela generale di altri gruppi di cittadini non Ue, come persone alla pari, studenti del ciclo secondario e tirocinanti remunerati.

La direttiva proposta deve essere discussa e approvata dal Parlamento europeo e dal Consiglio dell’Ue.

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Direttiva vigente - studenti

Direttiva vigente - ricercatori