PAC post 2020: commissario Wojciechowski, pronto a dialogo
Sì a un strategia di lungo periodo per fare della Politica Agricola Comune uno strumento a sostegno della crescita sostenibile, ma nessun dettaglio su obiettivi concreti e modifiche alle proposte legislative per la PAC post 2020. Così il commissario designato all'Agricoltura Janusz Wojciechowski si è presentato agli europarlamentari durante la sua audizione presso le commissione Agricoltura e Ambiente del PE.
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La dichiarazione introduttiva di Wojciechowski, che ha aperto un'audizione durata tre ore, ha fatto il punto circa la situazione dell’agricoltura in Europa, ma ha lasciato molti dubbi agli europarlamentari circa le azioni che il neo commissario è disposto ad intraprendere. A cominciare da quelle relative al percorso di riforma della Politica Agricola Comune (PAC), nell'ambito del negoziato sul Quadro finanziario pluriennale (QFP) post 2020.
Nella scorsa legislatura, infatti, gli eurodeputati hanno deciso di non portare in plenaria i tre regolamenti della PAC 2021-2027 per lasciare al nuovo Parlamento la possibilità di modificare testi per molti versi insoddisfacenti. Il candidato al portofoglio Agricoltura, tuttavia, pur dicendosi pronto al dialogo, non si è espresso chiaramente sulla sua disponibilità a presentare modifiche alle proposte del commissario uscente Phil Hogan.
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Dialogo sulla PAC, ma niente promesse
Nel complesso, la proposta legislativa sulla PAC 2021-2027 presentata nel giugno 2018 dal commissario Hogan ha suscitato diverse perplessità nel Parlamento UE.
Gli eurodeputati, quindi, hanno sollecitato il commissario designato Janusz Wojciechowski, successivamente al suo intervento introduttivo, ad esprimersi sulle tematiche che più hanno destato preoccupazione, testando la sua volontà di distaccarsi o meno dal New Delivery Model proposto dal commissario uscente e sollecitando azioni concrete per risolvere le varie criticità.
Nonostante in passato Wojciechowski, come membro della Corte dei Conti europea, si sia dimostrato critico nei confronti dell'impianto proposto da Hogan, e pur dando disponibilità al dialogo con i vari stakeholder, non si è impegnato esplicitamente a modificare i punti che non convincono il Parlamento UE.
Tra questi i nuovi Piani strategici nazionali, attraverso i quali gli Stati membri andrebbero a definire in maniera unitaria l'utilizzo delle risorse tanto del I quanto del II pilastro, sottraendo di fatto alle Regioni la possibilità di programmare i fondi per lo sviluppo rurale a livello territoriale.
Il rischio è quello di una rinazionalizzazione della PAC e di una compromissione della concorrenza nel mercato interno, ha detto il coordinatore del gruppo S&D in ComAgri Paolo De Castro, mentre l'europarlamentare di Renew Europe Group Ulrike Muller ha chiesto chiarimenti circa le modalità di attuazione e di transizione al New Delivery Model.
Wojciechowski ha difeso la necessità di una PAC più flessibile, che possa rispettare le diversità del settore nei vari Stati membri e, pur ribadendo disponibilità al confronto, non ha espresso la volontà esplicita di dare vita a proposte legislative concrete.
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Attenzione all'impatto degli accordi commerciali internazionali
Esportazioni da Paesi terzi, protezione della biodiversità, resistenza antimicrobica, modelli di allevamento e coltivazione intensivi sono tra gli altri argomenti sensibili messi sul tavolo dagli eurodeputati durante l’audizione. Problematiche sulle quali, nuovamente, il candidato commissario ha risposto in maniera per lo più generica.
Wojciechowski si è impegnato a lavorare per il sostegno ai redditi agricoli, il ricambio generazionale, la resilienza del settore e la sicurezza alimentare. Quanto alle preoccupazioni espresse dall’eurodeputato del Gruppo Identità e Democrazia Ivan David sull'impatto degli accordi commerciali sull'agricoltura europea, il commissario designato ha assicurato che verranno messe in atto valutazioni d’impatto sulle potenziali conseguenze dell'aumento delle importazioni, al fine di evitare che gli agricoltori dell'Unione diventino vittime degli accordi internazionali.
Iter e passi successivi
A questo punto l'iter prevede che i coordinatori inviino una lettera di raccomandazione, confidenziale, alla Conferenza dei Presidenti di commissione, composta da Presidente del PE e dai capigruppo, indicando se il candidato sia qualificato per essere membro del Collegio dei commissari e per svolgere le mansioni assegnate.
I coordinatori delle commissioni possono decidere per consenso se raccomandare l'approvazione, in seduta plenaria, del commissario designato. Se le opinioni fra loro divergono, è necessario, affinché la raccomandazione sia approvata, il sostegno di coordinatori che rappresentino almeno i due terzi dei membri della commissione.
Il 15 ottobre, la Conferenza dei presidenti di commissione valuterà i risultati di tutte le audizioni e trasmetterà le sue conclusioni alla Conferenza dei Presidenti. Quest'ultima, redigerà una valutazione finale, per poi dichiarare chiuse le audizioni.
Al termine delle audizioni, il presidente eletto della Commissione, Ursula von der Leyen, si esprimerà in plenaria per presentare il Collegio dei commissari al completo e il suo programma.
Alla sua dichiarazione seguirà una discussione, alla fine della quale un gruppo politico o almeno un ventesimo dei deputati potrà presentare una proposta di risoluzione.
La votazione, per appello nominale, si svolgerà il 23 ottobre. Una volta eletta dal Parlamento, la Commissione verrà formalmente nominata dal Consiglio europeo, che delibera a maggioranza qualificata.