Politica di Coesione: la 6a relazione della Commissione Ue
Disponibile in italiano la sesta relazione della Commissione europea sulla politica di coesione dell'Ue. Il documento sintetizza i risultati dei finanziamenti a favore della coesione nel settennato 2007-2013 e descrive i principali orientamenti e obiettivi per il periodo 2014–2020.
La politica di coesione costituisce il principale strumento di investimento dell’Ue. Tra il 2007 e il 2012, si legge nel documento della Commissione, il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) ha creato circa 600mila posti di lavoro e investito in 200mila progetti di piccole e medie imprese e in 80mila imprese in fase di avviamento. Il FESR ha, inoltre, finanziato 22mila progetti riguardanti la cooperazione fra il settore imprenditoriale e quello della ricerca, ha fornito la copertura con banda larga a 5 milioni di persone e ha incluso 5,5 milioni di persone nei servizi di trattamento delle acque reflue.
Grazie agli investimenti dell’Ue a titolo della politica di coesione sono, inoltre, stati costruiti 3mila chilometri di reti di trasporto europee di fondamentale importanza ed è raddoppiata la quota di finanziamenti governativi per le attività di R&S negli Stati membri meno sviluppati.
Il Fondo Sociale Europeo (FSE), sempre tra il 2007 e il 2012, ha sostenuto 68 milioni di partecipazioni a progetti individuali, ha dato lavoro a 5,7 milioni di persone disoccupate o inattive e fornito quasi 8,6 milioni di qualifiche. Sono stati, inoltre, segnalati oltre 400mila casi di imprese e attività di lavoro autonomo create.
Con uno stanziamento totale di oltre 450 miliardi di euro per il periodo di programmazione 2014–2020 (compreso il cofinanziamento nazionale), la politica di coesione – si legge sul documento della Commissione - investirà circa un terzo del bilancio dell'Ue in aree chiave coerenti con la strategia Europa 2020 per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva. In questa ottica, sono stati definiti 11 obiettivi tematici in linea con tali prorità:
- OT 1 - Ricerca, sviluppo tecnologico e innovazione
- OT 2 - Agenda digitale
- OT 3 - Competitività dei sistemi produttivi
- OT 4 - Energia sostenibile e qualità della vita
- OT 5 - Clima e rischi ambientali
- OT 6 - Tutela dell’ambiente e valorizzazione delle risorse culturali e ambientali
- OT 7 - Mobilità sostenibile di persone e merci
- OT 8 - Occupazione
- OT 9 - Inclusione sociale e lotta alla povertà
- OT 10 - Istruzione e formazione
- OT 11 - Capacità istituzionale e amministrativa
Durante i negoziati sulla riforma della politica di coesione, portati a termine nel dicembre 2013, si è cercato di porre rimedio alle carenze individuate nei periodi precedenti, concentrando l'azione su alcuni elementi chiave:
Stretto nesso tra politica di coesione e processo di governance economica Ue. Al fine di evitare politiche economiche o fiscali insostenibili, che compromettano l’efficacia del sostegno Ue nel periodo 2014–2020, i finanziamenti possono essere sospesi qualora uno Stato membro non rispetti le raccomandazioni ricevute nell’ambito del processo di governance economica.
Selezione dei settori prioritari. gli Stati membri e le regioni devono concentrare i finanziamenti su un numero limitato di settori rilevanti a livello di Ue. Una quota elevata del FESR sarà assegnata a quattro priorità che costituiscono il fulcro della strategia Europa 2020: innovazione e ricerca, agenda digitale, sostegno alle PMI ed economia a ridotte emissioni di carbonio.
Importanza dei risultati. Il successo della politica di coesione sarà misurato in base ai suoi risultati e al suo impatto. Le riforme si concentrano pertanto su una maggiore attenzione ai risultati, grazie a indicatori di rendimento e ad attività di rendicontazione e di valutazione migliori.
Focus sulle città. Si prevede che, nel periodo 2014–2020, circa la metà del FESR sarà spesa nelle città. La nuova politica di coesione mira inoltre a potenziare il ruolo delle città nel concepire e attuare politiche che contribuiscano a conseguire gli obiettivi della strategia Europa 2020
Coinvolgimento di tutti i partner. Il quadro strategico 2014–2020 si fonda sul presupposto che tutti i partner a livello nazionale, regionale e locale saranno coinvolti in tutte le fasi di programmazione, nel rispetto dei principi della governance multilivello e includendo le parti sociali e le organizzazioni della società civile.