Codice appalti - Progettazione elettronica, primi obblighi nel 2019
Il primo obbligo di utilizzare sistemi elettronici per la progettazione negli appalti pubblici scatterà dal 2019.
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Dice questo il decreto sul Bim (acronimo che sta per building information modeling) che il Ministero delle Infrastrutture ha in preparazione in questi giorni. Il testo fisserà nel nostro paese una serie di scadenze che renderanno obbligatorio l’utilizzo di sistemi di progettazione elettronica delle opere, in grado di anticipare tutte le variabili del cantiere e di monitorare in maniera più precisa la fase di esecuzione, tenendo sotto controllo tutto quello che viene fatto dall’impresa esecutrice. Si partirà nel 2019, ma solo per le opere di grande importo. Per quelle semplici ci sarà solo una facoltà.
Riforma chiave del Codice appalti
Il testo arriverà in attuazione del Codice appalti ed è uno dei più attesi dal mercato italiano. I suoi contenuti sono, infatti, uno dei pezzi più innovativi della riforma lanciata ad aprile. Per scrivere il provvedimento, il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio ha nominato una commissione di esperti che sta lavorando dalla scorsa estate e che, dopo una fase di audizioni, è arrivata alla scrittura materiale del decreto.
Le prime indiscrezioni
In questi giorni, allora, arrivano le prime indiscrezioni sui contenuti che avrà il provvedimento: sono ancora provvisorie ma danno il senso della direzione che sta prendendo il Governo. Il decreto, allora, conterrà un calendario degli obblighi che sia le stazioni appaltanti che le imprese dovranno rispettare nell’utilizzo di sistemi Bim.
Obblighi progressivi
La prima decisione è che ci sarà un percorso di crescita lenta degli adempimenti da fare. Il provvedimento lascerà un po’ di tempo alle Pa per avviare percorsi di formazione interna. Anche perché dovrà essere accompagnato a un altro testo – anch’esso in preparazione – sulla qualificazione delle stazioni appaltanti: servirà un po’ di tempo a tutto il sistema per andare in vigore.
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Prima scadenza nel 2019
Quindi, per i primi obblighi bisognerà aspettare qualche mese. Per l’esattezza, il 2019. Tra circa due anni, allora, le stazioni appaltanti e le imprese, per le opere sopra la soglia di 100 milioni di euro, dovranno utilizzare sistemi elettronici di progettazione. Si tratta di un tetto volutamente molto elevato che, stando ai dati relativi al 2016, includeva appena una trentina di opere.
La fase due
Subito dopo scatterà la fase due, dal 2019 fino al 2021. In questo periodo l’obbligo sarà progressivamente allargato ad altre opere. Non sarà, però, seguito un criterio di valore degli appalti ma di complessità dei bandi. In altre parole, saranno coinvolte dagli adempimenti tutte le costruzioni che devono rispettare particolari standard di sicurezza, come ad esempio le scuole o gli ospedali.
Il sistema a pieno regime
Dal 2022, infine, il sistema andrà a pieno regime e scatterà una terza fase. Durante questo periodo per alcuni edifici più semplici resterà sempre una semplice facoltà di utilizzare i sistemi Bim. La via alternativa – quella del progetto cartaceo – sarà sempre percorribile.
Il calendario del Mit
Il decreto è attualmente in fase di scrittura. L’obiettivo della commissione del Ministero è di chiudere entro la fine di febbraio. Poi, il testo passerà agli uffici del Mit. Potrebbe essere pubblicato già prima dell’estate, per poi andare in vigore in maniera progressiva.